Am arcord... di nonna Mariuccia
"Amarcord"!!!
Il neologismo, coniato da Fellini con il successo
dell'omonimo film, deriva dall'espressione emiliano-romagnola
am arcord (=mi ricordo).
Quanto troverete in queste in queste pagine non
vuole essere una rievocazione nostalgica del passato
ma solo la trascrizione di poesie e racconti tratti
da testi scolastici per le elementari editi nei
primi anni del dopoguerra (1947-1950).
Mi auguro che nessun lettore si scandalizzi per
l'uso di vocaboli desueti, per espressioni qua
e là riecheggianti l'enfasi cara al ventennio
fascista e per l'intento didascalico, a volte,
portato all'esagerazione.
Occorreva ricostruire una nazione dalle macerie
della guerra non solo nel senso reale del termine
ma in quello più difficile di alfabetizzare
una intera popolazione e ridare quella fiducia
nelle istituzioni che solo gli attuali governi
sono nuovamente riusciti a distruggere.
In base alla riforma "Gentile (1929)"
iniziavamo con le aste ma già in terza
elementare conoscevamo tutti i tipi di frazioni:
proprie, improprie ed apparenti. In quarta si
studiavano le equivalenze e le proporzioni ed
in quinta già ci si deliziava con le prime
espressioni. La storia la si faceva tutta: dagli
egizi alla prima guerra mondiale con accenni alla
seconda.
In terza elementare si sosteneva un primo esame
per passare alla quarta ed un secondo in quinta.
Per frequentare le medie, propedeutiche al ginnasio
o ad istituti tecnici altro esame di ammissione
mentre, per quanti desideravano inserirsi nel
mondo del lavoro attorno ai 14/15 anni, dopo le
elementari iniziavano le scuole di avviamento
professionale o commerciali (quelle da me frequentate).
Con la legge 859 del 31 dicembre 1962 viene, giustamente,
abolito l'esame di ammissione alla scuola media
e, da quel giorno, sarà un (inutile) susseguirsi
di riforme: Luigi Berlinguer, Letizia Moratti,
Giuseppe Fioroni, Fabio Mussi, Mariastella Gelmini,
Francesco Profumo, Maria Chiara Carrozza, Stefania
Giannini... praticamente una ad ogni cambiamento
di governo.
Si potrebbe parlare anche dei vari movimenti studenteschi,
del voto politico, della incapacità delle
istituzioni di contrastare questo continuo declassamento
della cultura ma sarebbero parole al vento, da
rimetterci l'olio e la fatica, come dice spesso
Antonio prendendo a prestito la frase di Plauto
"Oleum et operam perdidi" ... non conosco
il latino ma ne intuisco il significato.
Mi auguro solamente che troviate qualche cosa
di piacevole in "Poesie
e Racconti" ancora
in costruzione
..................................................................................Nonna
Mariuccia