A Gennaio non restò che stare a casa. Ormai
la neve aveva occupato la terra, il gelo spesso
e duro formava come una corazza lucida sul suolo.
Tra gli alari del camino bruciavano i ceppi.
Gennaio non si lamentava di nulla. Sbrigava i lavori
attorno casa, poi sulla sera, si metteva nel canto
del fuoco a raccontar novelle.
Una notte sentì battere all'uscio. Aprì
senza chiedere neppure chi fosse. Fuori imperversava
una tempesta di neve, e tra l volteggiare dei fiocchi
bianchi Gennaio si trovò dinanzi una vecchina
curva e intabarrata in un grande scialle nero.
- In giro con questo tempo da lupi? - esclamò
Gennaio facendola entrare.
La vecchina sorrise. Si scrollò di dosso
la neve e rispose:
- È il mio mestiere.
Gennaio non era curioso. Perciò non chiese
alla vecchina né di dove venisse, né
dove andasse.
L'aiutò invece a togliersi dalle spalle lo
scialle bagnato e l'accompagnò verso il fuoco.
- Venite nonnina, - le diceva premuroso. - Riscaldatevi.
Ecco, mettetevi qui vicino alla fiamma. Toglietevi
gli zoccoli. Anche le calze sono tutte bagnate.
Volete cambiarle?
Così dicendo corse al suo cassettone. Prese
le due più belle calze che avesse e le porse
alla vecchina.
- Non fate complimenti nonnina. Coi piedi umidi
si prendono le infreddature.
- Grazie figliolo, - diceva la vecchina commossa.
Avete bisogno di prendere qualcosa di caldo? Una
tazza di latte? Non vi riguardate ,
Grazie figliolo, - rispondeva la vecchina. - Tu
sei veramente gentile.
- Ora vi metto un po' di fuoco a letto, e andate
a riposarvi presto.
- Grazie figliolo. Tu sei buono.
- È il meno che posso fare per voi. Ditemi
francamente se avete bisogno di altro.
La vecchina ringraziava sempre sorridendo.
Quando fu a letto Gennaio le rimboccò le
coperte.
- E ora dormite. Domattina vi sveglio io quando
è l'ora della colazione. Buona notte nonnina.
- Buonanotte figliolo caro.
Gennaio spense il lume e si recò nella sua
camera. Dormì tranquillamente come il solito,
mentre fuori fischiava la tra. montana.
Quando dalle imposte piene di neve filtrò
un po' di luce bigia e scialba, Gennaio saltò
dal letto. Si vestì e bussò alla camera
della vecchina. Nessuno gli rispose. Aprì
pian piano l' uscio. Il letto era rifatto come se
nessuno vi avesse dormito.
Scese in cucina. Della vecchia nessuna traccia.
Si accostò agli alari per accendere il fuoco
e dalla cappa del camino vide pendolare le calze
che la sera avanti aveva prestato alla vecchina.
Ma non pendevano vuote e flosce. Apparivano gonfie,
piene di roba insaccata a forza.
Le. staccò e con cautela cominciò
a vuotarle. Erano piene di regali, di dolci, di
frutta rare, di oggetti utili.
Gennaio a ogni pacchetto dava in un grido di sorpresa.
Nel puntale dell'ultima calza trovò finalmente
un biglietto scritto con un carbone spento. Diceva:
- “ Perché sei stato buono e generoso
“.
Seguiva una firma, che Gennaio stentò a decifrare.
Era la firma della Befana.
Realizzato
da Luca, Catia, Mariuccia e Antonio.
Ottimizzato per Internet Explorer e Mozilla Firefox, risoluzione consigliata
800*600 - 1024*768 pixel.
Tutti i diritti riservati.