La leggenda dell’uva
................................................................................Bacco.
Bacco, ancora fanciullo, scendeva lungo una strada
dell’isola di Nasso. Sul mare azzurro volava
qualche uccello bianco. In terra era ancora il mite
inverno delle isole greche.
Bacco, coperto ancora da una pelle di orsacchiotto,
si sentiva contento e cantava. Ad un tratto, coi
sandali urtò in uno strano ramoscello. Lo
raccolse e l’osservò. Di fuori pareva
secco, ma grattando la buccia, sotto un velo marrone,
appariva un bel verde lucido.
Il ramoscello era flessibile, e Bacco lo tenne in
mano come un frustino.
Dopo pochi passi, si chinò nuovamente. Aveva
veduto un osso di uccello.
“Povero uccello, “ esclamò Bacco,
“Povero amico dei miei canti, sei stato sorpreso
da un cacciatore o dal freddo?”.
Prese con sé anche quell’ossicino e
ci infilò dentro il ramoscello già
raccolto.
Passò oltre, ma non aveva fatto molti passi,
che scorse, sotto un cespuglio, biancheggiar qualcosa.
Si chinò e raccolse un osso di leone.
“Anche tu sei caduto, superbo, e forte leone!
“ esclamò Bacco. ,
Prese con sé anche quell’osso che infilò
accanto al primo.
Più avanti ancora, vide sul ciglio della
strada un osso d’asino
A quella vista Bacco quasi si commosse. Si ricordò
che un asino lento c paziente era la cavalcatura
del suo buon maestro Sileno.
Prese anche quell’osso e lo infilò
insieme con gli altri.
Giunto vicino alle abitazioni di Nasso, volle sguainare
dagli ossi il ramo per piantarlo in un orto, ma
non vi riuscì.
Avendo fretta, fece una buca in terra e vi piantò
il ramoscello con gli ossi.
Partì dall’isola e non pensò
più alla barbatella di Nasso.
................................................................................La
vite
Bacco tornò sull’isola da grande. L’estate
stanca si addormentava e il suo fratello autunno
le faceva un letto di foglie gialle.
Bacco era triste nel vedere la campagna così
spogliata, quando giunse sotto una nuova pianta
, che si era avvolta a un pioppo e lo copriva di
larghe foglie.
Di tra le foglie scendevano grappoli di chicchi
azzurrognoli, pieni di liquore dolcissimo.
Bacco non aveva mai visto nulla di simile , né
aveva mai gustato mai un frutto così squisito
Colse i grappoli e quando fu stanco di rompere tutti
i chicchi succulenti con le labbra, mise i grappoli
dentro un’anfora e riprese il suo viaggio.
Alla prima fermata vide con dolore che i grappoli
si erano pigiati e rotti. In fondo all’anfora
colava un liquido vischioso e dolciastro.
Si rimise in viaggio e quando ebbe sete e non trovò
fonti vicine bevve di quel liquore.
Ai primi sorsi sentì muoversi in cuore una
nuova gioia. Gli pareva di essere leggero come un
uccello e come un uccello cantava allegramente.
Ebbe di nuovo sete e bevve ancora. Si sentì
forte e ardito.
Camminava a testa alta, con l'occhio fiero e il
pugno stretto. Gli pareva d'essere diventato un
leone.
Ribevve ancora, ma la forza, invece di aumentare,
gli scemò.
Divenne stanco e debole. La testa gli penzolava
sul collo, le gambe gli si piegavano sotto. Non
era capace di unire due pensieri né di formare
una parola. Si sentì più stanco e
avvilito di un asino.
Sdraiatosi per terra dormì profondamente.
Al risveglio, si accorse d’essere sulla strada
percorsa molti anni prima e di trovarsi nel luogo
dove aveva raccolto lo strano ramoscello.
Ripensando agli effetti del dolce liquore, capì
che la pianta ricca di grappoli doveva essere nata
dal suo ramoscello infilato nei tre ossi d’uccello,
di leone e d’asino.
Ammaestrato da quello che gli era accaduto, Bacco
insegnò agli uomini come si fa il vino, ma
li ammonì di non berne troppo “Bevendone
poco “ egli disse “ diventerete allegri
come uccelli; bevendone di più , diventerete
robusti come leoni; bevendone molto, diventerete
stupidi e fiacchi come ciuchi!
................................................................................Il
vino
L’Italia fu chiamata anticamente Enotria,
cioè terra del vino.
La sua uva e i suoi vini erano famosi in tutto il
mondo antico. E anche oggi non c’è
nazione che possa vantare uva saporita e vini sinceri
e generosi come quelli italiani.
Ma per il vino bisogna tenere sempre in mente l’insegnamento
di Bacco, se non si vuol cadere nell’odiosa
e pietosa ubriachezza.
Per l’uva invece non c’è nessun
timore. Essa è un alimento pieno di dolcezza
e di salute. Nei suoi chicchi par si concentri l’umore
benefico della terra e la luce vivificante del sole.
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