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Velleia
Come spesso accade fu il caso che, intorno alla
prima metà del secolo XVII fece tornare
alla luce questa cittadina mentre venivano effettuati
una serie di scavi nei terreni adiacenti la chiesa,
con l'intento di piantare una vigna.
Simili lavori portarono alla luce prima una statua
di pietra, poi cose di sempre maggior valore che,
rivendute, fatte barbaramente a pezzi, fuse, fecero
la fortuna dei prelati che nell' arco di circa
dieci anni si succedettero alla guida della parrocchia.
Quando ormai tutte le cose di maggior valore erano
state asportate, anche l'autorità civile,
alla quale forse erano giunte all'orecchio notizie
di scavi clandestini, si interessò alla
cittadina romana e per volontà Di Filippo
Borbone, duca di Parma, vennero iniziati lavori
sistematici per tentare "in extremis"
di salvare il salvabile.
Si ritiene comunque che l'area occupata da Velleia
non sia ancora interamente riportata alla luce:
viene spontaneo infatti chiedersi come in un Municipio
dove, come si rileva dalla famosa "Tabula
alimentaria" di Traiano, vi abitavano o vi
possedevano terreni illustri cittadini romani,
non sia stato ritrovato alcun tempio o altro luogo
di culto, cosa piuttosto insolita per un popolo
politeista e religioso quale era quello di Roma.
La zona relativa agli scavi è molto ben
curata e conservata.
Attualmente, come si può vedere dalla documentazione
fotografica, è possibile visitare sia i
resti delle Terme che il Foro.
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