La "terramara"
Con la civiltà del bronzo (3000 A.C.)
si ipotizza l'arrivo in questa regione di uomini
di una stirpe diversa, probabilmente discesi
dalle Alpi Giulie e progenitori dei popoli italici.
Stanziatisi ad W del Panaro furono portatori
di una civiltà che si sviluppò
in modo omogeneo e in costante progresso: la
civiltà delle “terremare”.
Con tale termine si intende un villaggio di
capanne costruite su un tavolato sostenuto da
palizzate per difendersi dall'umidità
e circondato da un fossato di difesa: i rifiuti,
gettati attraverso apposite aperture nel tavolato
sul terreno sottostante, danno alla terra l’aspetto
grasso ed il colore scuro che ne hanno determinato
il nome: “terra marna”.
L’esempio più tipico di "terramara",
lo troviamo a Castellazzo di Fontanellato.
Il villaggio, a pianta trapezoidale è
di ampiezza notevolmente superiore di altri
di cui abbiamo notizie (Rovere di Caorso, Crespellano,
Castelfranco, Rastellino) misurando 319 metri
per 641.
Gli abitanti di queste "terremare"
erano dotati di una grande abilità nella
lavorazione del legno e nella fusione dei metalli,
che però ancora non sapevano laminare.