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"Ausonio! Chi era costui?" potremmo chiederci con don Abbondio.
Milano gli ha dedicato una statua ed una via. La prima, opera di Giovan Pietro Lasagna, fa bella mostra di sè sulla facciata delle Scuole Palatine in piazza Mercanti mentre la seconda è una traversa di via De Amicis (zona sant'Ambrogio/Università Cattolica).
Giovane studente , al civico 8, sono rimasto per circa un anno a pigione presso una "parsimoniosa" vecchietta. Cinque piani di scale senza ascensore, nessun riscaldamento, eccezion fatta per una stufetta in corridoio che tentava inutilmente di mitigare i rigori dell'inverno, divieto di portare ragazze in camera... quasi un carcere; san Vittore in effetti non è che a poche centinaia di metri!!!

Poeta e uomo politico romano nato a Burdigala , l'attuale Bourdeax attorno al 310 ed ivi morto nel 395 circa.
Studiò retorica e grammatica . Fu precettore dell'imperatore Graziano, prefetto della Gallia, dell'Italia, dell'Illiria e dell'Africa. Venne eletto console nel 379 ma nel 383 abbandonò la carriera politica. Oltre alla opere principali "Mosella, Parentalia, Ordo urbium nobilium, Efemeride", rivalutate dalla recente critica è da ricordare la corrispondenza con il vescovo di Nola, Paolino, che era stato uno dei più brillanti allievi alla scuola di retorica da lui fondata nel 334 a Burdigala.
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Ausonii Septem Sapientum Sententiae
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1) Bias Prieneus (Biante di Priene).

Pernicies homini quae maxima? solus homo alter:
Qual'è il peggior flagello di un uomo? Solamente un altro uomo.
Quae casta est? De qua mentiri fama veretur:
Quale donna è casta? Quella su cui la voce pubblica ha paura di mentire.
Quae dos matronis pulcherrima? Vita pudica:
Qual'è la più ambita dote di una sposa? La vita onesta.
Quaenam summa boni? Mens semper conscia recti:
Qual'è il bene perfetto? Una mente sempre conscia del giusto.
Quid stulti proprium? non posse et velle nocere:
Qual'è la caratteristica dello stolto? Non poter nuocere ma volerlo fare.
Quis dives? Qui nihil cupiet. Quis pauper? Avarus:
Chi è il vero ricco? Quello che nulla desidera. Chi è il vero povero? L'avaro.
Quod prudentis opus? Cum possis, nolle nocere:
Qual'è la caratteristica del saggio? Pur potendo fare il male non farlo.

2) Pittacus Mitylenaeus (Pittaco di Mitilene).

Bono probari malo, quam multis malis:
Preferisco essere gradito a un solo uomo retto piuttosto che a molti malvagi.
Demens dolorem ridet infelicium:
Il demente gode per il dolore degli infelici.
Demens superbis invidet felicibus:
Il demente invidia i superbi felici.
Loqui ignorabit, qui tacere nesciet:
Non sa parlare chi non sa stare zitto.
Pareto legi, quisque legem sanxeris:
Osserverà la legge chi la stessa ha sancito.
Paucos amicos rebus adversis probas:
Trovi pochi amici nelle avversità
Plures amicos re secunda comparas:
Trovi un sacco di amici nella prosperità.

3) Cleobulus Lindius (Cleobulo da Lindo).

Quanto plus liceat, tam libeat minus:
Quanto più ci è permesso tanto meno ne abbiamo soddisfazione.
Fortunae invidiae est inmeritus miser:
Si accusa la fortuna dei mali non meritati.
Felix criminibus non erit hoc diu:
Nessuno facendo del male sarà felice a lungo.
Ignoscas aliis multa, nihil tibi
:
Perdona molto agli altri, nulla a te stesso.
Parcit quisque malis, perdere vult bonos
:
Chi perdona i malvagi danneggia i buoni.
Maiorum meritis gloria non datur
:
(Ai discendenti) non viene alcun motivo di vanto per i meriti degli antenati.
Turpis saepe datur fama minoribus
:
Ai discendenti spesso ne deriva fama per le cose turpi (degli antenati).

4) Periander Corinthius (Periandro di Corinto).

Numquam discrepat utile ab decoro:
L'utile non sia mai in disaccordo con l'onesto.
Plus est sollicitus magis beatus:
Quanto più si è felici tanto più ci si deve preoccupare.
Mortem optare malum, timere peius:
Desiderare la morte è male, temerla è peggio.
Faxis, ut libeat, quod est necesse:
Sii felice di compiere il tuo dovere.
Multis terribilis timeto multos:
Chi da molti è temuto tema molti.
Si Fortuna iuvat, caveto tolli:
Se la fortuna ti arride non ti esaltare.
Si fortuna tonat, caveto mergi:
Se la fortuna si abbatte su di te non lasciarti sommergere.

5) Solon Atheniensis (Solone di Atene).

Tunc beatum dico vitam, cum peracta fata sunt:
Considero una vita felice solo quando il suo destino si è compiuto.
Par pari iugator coniux: quidquid inpar, dissidet:
Il coniuge deve essere unito ad uno a lui uguale: ogni cosa diversa non si accorda.
Non erunt honores umquam fortuiti muneris:
Gli onori non saranno mai un premio dato per caso.
Clam coarguas propinquum, propalam laudaveris:
Critica in segreto i parenti, fai il loro elogio pubblicamente.
Pulchrius multo est parari, quam creari nobilem:
E' di gran lunga preferibile diventare nobile che esserlo per nascita.
Certa si decreta sors est, quid cavere proderit?:
Se la nostra sorte è stabilita a che serve stare in guardia?
Sive sunt incerta cuncta, quid timere convenit?:
Se non c'è certezza nelle cose che senso ha temere?

6) Chilon Lacedaemonius (Chilone di Sparta).


Nolo minor me timeat despiciatque maior:
Non voglio che il piccolo mi tema né che il grande mi disprezzi.
Vive memor mortis, item vive memor salutis:
Vivi pensando alla morte e allo stesso modo vivi pensando alla vita.
Tristia cuncta exsuperas aut animo aut amico:
Puoi superare ogni dolore o con il coraggio o con l'aiuto di un amico
Tu bene si quid facias, non meminisse fas est:
Se fai qualche cosa di bene puoi anche non ricordarlo.
Quae bene facta accipias, perpetuo memento:
Se ti viene fatto del bene, non dimenticarlo mai.
Grata senectus homini, quae parilis iuventae:
La vecchiaia piace all'uomo se la paragona alla sua gioventù.
Illa iuventa est gravior, quae similis senectae:
E' pesante quella gioventù che assomiglia ad una vecchiaia.

7) Anacharsis Scythes (Anacarsi della Scizia).

Turpe quid ausurus te sine teste time:
Se compi qualche cosa di vergognoso temi te stesso
Vita perit, mortis gloria non moritur:
Si può perdere la vita ma non muore il ricordo di una morte gloriosa
Quod facturus eris, dicere distuleris:
Non aver fretta di parlare prima di agire.
Crux est, si metuas vincere quod nequeas:
E' un tormento temere quello che non si può vincere.
Cum vere obiurges, sic inimice iuvas:
Se rimproveri a ragion veduta anche se odiato stai aiutando.
Cum falso laudes, tunc et inimice noces:
Quando lodi a sproposito anche l'amicizia allora nuoce.
Nihil nimium. Satis est, ne sit et hoc nimium:
Nulla di troppo. Fermiamoci affinchè anche questo non sia di troppo.

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Ultimo aggiornamento: 01.10.2015
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