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Sutor, ne supra crepidam...!
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Candidato
Dal verbo latino "candeo" nel doppio
significato di essere bianco, splendente e infuocato,
incandescente. Da questo verbo deriva l'aggettivo "candidus".
Bianca e splendente era infatti la toga di chi aspirava ai pubblici
uffici ed infuocate immaginiamo fossero le arringhe per accaparrarsi
quanti più consensi possibili. "Candidatus"
(=vestito di bianco) veniva quindi chiamato dai romani quel loro
concittadino vestito di bianco e tale espressione è passata
nella lingua italiana per indicare chiunque aspiri a qualche carica.
Perchè poi questo colore? Già da allora altro non
era che una operazione di marketing "ante litteram".
Non solamente infatti il bianco, considerato il colore naturale
per eccellenza, era presso tutti i popoli e le religioni da sempre
simbolo di purezza, semplicità e sincerità quali dovrebbero
essere le intenzione di chi chiede il nostro consenso elettorale
ma, in mancanza degli attuali mezzi di comunicazione, permetteva
di essere immediatamente riconosciuti tra l'anonima folla.
Cesareo
Intervento chirurgico che consiste nell'incisione dell'utero per
far nascere il bambino quando il parto normale potrebbe mettere
a rischio la mamma o il nascituro.
Deriva dal verbo latino "caedere" (=tagliare).
Da quanto scrive Plinio il vecchio (Storia naturale, Libro VII 47)
questo tipo di intervento ginecologico era praticato dai medici
romani già attorno al 235 a.C. anno in cui, con questa forma
di parto, vide la luce Scipione l'Africano. Sempre Plinio ricorda
che la famiglia dei "Caesones" doveva il nome
a qualche antenato venuto in questo mondo "utero matri
caeso" (= con l'incisione dell'utero della madre).
Attorno all'anno 100 a.C. nasceva a Roma un bambino a cui
venne dato il "praenomen" di Caius, il "nomen"
di Julius e il "cognomen" (=cognome o soprannome
che spesso rifletteva qualche tratto fisico o della personalità)
di Caesar per ricordargli la fortunosa nascita "utero
matri caeso".
Ritendo quindi non corretto far risalire l'etimologia a Cesare (che
ha già tanti altri meriti), ma ad un semplice verbo.
Cliente
Cliente significa "colui che ascolta i consigli".
Deriva dal vocabolo "cliens" (=cliente)
la cui radice è costituita dal verbo greco "klùo"(=ascoltare,
accettare i consigli). "Clientes" per i romani
era uomini senza arte ne parte che, aggregandosi ad una famiglia
patrizia, oltre a mettere d'accordo il pranzo con la cena, stringevano
con il "patronus" un patto di mutuo soccorso.
Il "patronus", il cui prestigio era direttamente
proporzionale al numero dei "clientes" si impegnava
a soccorrerli nelle necessità e ad assisterli nei tribunali,
mentre quest'ultimi dovevano essere pronti ad essere "clientes"
cioè ad ascoltare ed accettare, "obtorto collo"
ma a pancia piena, le stranezze del protettore. Oggi più
che mai le nuove tecniche di pubblicità e marketing, volte
alla fidelizzazione del cliente, hanno riscoperto la vera anima
di questo vocabolo.
Colombo
Dal vocabolo latino "columen" (=comignolo) per
l'abitudine che questi uccelli avevano di posarsi e di nidificare
sulla cima degli edifici.
Compagno:
Due sono le possibili derivazioni di questo vocabolo. Dalla parola
tardo latina "cumpanis" composta da "cum"
(=con) e "panis" (=pane) colui cioè
che è partecipe del tuo stesso vitto oppure, secondo altre
interpretazione da "cumpagus" formata da "cum"
(=con) e "pagus" (=villaggio) e quindi colui
che abita nel tuo stesso villaggio.
Comprare
Unica possibile forma di scambio, prima della introduzione
della moneta, era il baratto ed in questo scambio di beni era indispensabile
fare il raffronto tra il valore delle merci, oggetto del baratto,
per poter aver uno cambio alla pari evitando un danno economico
ad una delle due parti. Il vocabolo, derivato dal verbo "comparare",
risulta composto da "cum" e "parare"
che richiama a sua volta "par, paris"
(=pareggio, accordo). Chi compra deve eguagliare, con il
denaro, il valore della cosa che riceve in cambio.
Coniglio
Tutti conosciamo questo simpatico roditore il cui nome
deriva da "cuniculus" (=galleria, cunicolo) che
altro non è che il rifugio che il simpatico animale scava
sottoterra e da cui ha preso il nome. Certo che potrebbe sembrare
strano presentarci in macelleria e chiedere... una galleria!
(Di) Conserva
Forse il più celebre utilizzo di questa espressione
si trova ne "I Promessi Sposi" (Cap. XXX):"famiglie
amiche erano andate di conserva , o s'erano ritrovate lassù".
Deriva del vocabolo latino "Conservus" (=compagno
di schiavitù, di servizio, dipendente). Nell'esempio citato
è utilizzato con il significato di agire di comune accordo,
restare insieme.
Lo si ritrova anche in espressioni quali: "Navigazione di conserva"
detto di un gruppo di navi o aerei che, a breve distanza tra loro,
procedono insieme in convoglio bene ordinato sulla stessa rotta
e alla stessa velocità a protezione reciproca.
Corazza
Deriva dal termine "corium" (=cuoio)
materiale di cui erano fatte le prime armature. Successivamente
la corazza venne perfezionata e rinforzata con piastre di ferro
tenute assieme da corregge di cuoio . Prese il nome di "lorica"
da "lorum" le corregge di cuio che servivano
a rinforzarla e tenerne assieme le parti. Era usata per proteggere
il petto, il ventre, il dorso e i fianchi dei soldati.
Cruccio
Il vocabolo che indica dolore, tormento deriva dal verbo
latino "cruciare" nel significato di tormentare,
martoriare, crucciare. La radice "crux" (=croce)
da cui questo verbo risulta formato indica il patibolo usato dai
popoli antichi (egiziani, persiani) e ripreso dai romani per impalare,
impiccare o crocifiggere i condannati a morte.
Cupola
Dal latino "cupa" (= tazza per il vino,
tino), e a una tazza rovesciata assomiglia la volta a base circolare
o poligonale eretta alla sommità di un edificio.
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