|
Sutor, ne supra crepidam...!
P=7
Dama
E' il nome dato alla pedina che arriva sull'ultima fila
avversaria e da questa prende anche nome il gioco. Il termine deriva
dal latino "domina" (=signora, padrona) perchè
una volta raggiunta l'ultima fila avversaria diventa "domina"
del gioco potendosi permettere di muovere in tutte le direzioni.
Data
Deriva dal participio del verbo "do"
(= dare, consegnare, spedire). Al tempo dei romani non esisteva
l'attuale sistema postale e le lettere venivano recapitate tramite
schiavi o viaggiatori che, per qualche soldo, si prestavano alla
bisogna. Le lettere iniziavano con il nome del mittente a cui seguiva
quello del destinatario e i saluti che potevano variare da "S.D."
(=salutem dicit) a "S.P.D." (=salutem
plurimam dicit) o addirittura a "S.V.B.E.E.Q.V."
(=si vales bene est ego quoque valeo) e
si concludevano con la sigla "D" abbreviazione
di "Data" (=consegnata, affidata) seguita dall'indicazione
del giorno e la località da dove veniva inviata. Da utilizzo
epistolare il vocabolo è passato ad indicare il momento temporale
in cui va collocato un certo avvenimento.
Deliberare
Prendere una decisione dopo
attento esame e dopo aver pesato accuratamente il "pro"
e il "contro". Il verbo latino "delibero"
(=pesare, riflettere, consultare) risulta composto dalla preposizione
latina "de" (=da) e il sostantivo "libra"
(=bilancia) ed indicava l'atto di chi toglie qualche cosa dalla
bilancia dopo averne riconosciuto il peso, e la consegna al compratore
. Successivamente il termine passò ad indicare anche l'aggiudicazione
di una cosa posta all'incanto al miglior offerente.
Denaro
Il vocabolo che per noi indica la moneta in generale prende
il nome da "denarius" unità monetaria
d'argento in uso tra i romani la cui origine si fa risalire al periodo
della prima guerra punica (265-241 a.C.). Fu con Cesare che, per
la prima volta su questa moneta, comparve l'effigie dell'imperator
e fu sempre da allora che venne più volte svalutato dagli
imperatori spendaccioni venuti dopo Augusto. L'ultima modifica venne
fatta da Carlo Magno che ne aumentò il peso e modificò
il tondello per rendere più difficoltosa, ai falsari e ai
ladri, l'asportazione di argento che ne avrebbe alterato il valore.
Per tutto il medioevo fu una moneta comune nel "Sacro romano
impero". Torniamo al nostro "Denarius".
Il vocabolo sottintende il termine "nummus" (=moneta)
e pertanto "nummus denarius" (=moneta fatta di
dieci) era quella il cui valore, almeno inizialmente, equivaleva
a quello di 10 assi. La radice "deni" (=a dieci
a dieci) infatti, da cui il vocabolo "denarius"
deriva, è il numerale distributivo di "decem"
(=dieci). Pagare pertanto un debito di trenta assi con tre "nummus
denarius" equivaleva a spiegare al debitore: " ti
rendo i trenta assi che ti devo, non con trenta monetine come tu
ti aspetteresti, ma a dieci a dieci, con sole tre monete di equivalente
valore).
Derivare
Il verbo risulta composto da "de" e "rivus"
(=dal ruscello). Significa prelevare a da un fiume tramite ruscelli.
In senso figurato significa portare fuori.
Disastro
Composto dalla particella "dis" e dal termine
latino "astrum" (=astro, stella). La particella
"dis" allo stesso modo di "bis" e "bar"
possono dare al termine, che concorrono a formare, un valore peggiorativo:
bistrattato= trattato male, barlume=lume traballante ecc. Poichè
dagli antichi e, a giudicare da quanto sono seguiti gli oroscopi
anche ai nostri giorni, venivano attribuite agli astri influenze
melefiche o benefiche se ne deduce che un "disastro" sia
l'effetto di una cattiva influenza celeste.
Donnola
Nome volgare di un piccolo e grazioso mammifero carnivoro
(nome scientifico Mustela nivalis) a cui gli antichi attribuivano
qualità misteriose e malefiche, di qui la necessità
di rendersela amica usando nei sui confronti espressioni ... romantiche.
Donnola infatti deriva dal termine latino "dominula" (=signorina,
donzella).
|