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Sutor, ne supra crepidam...!
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Lavabo
Lavandino, lavamani. Nei tempi in cui la pulizia personale
era ben lontana dall'essere considerata una priorità, la
Chiesa inserì durante la celebrazione della santa messa l'obbligo,
per il celebrante, di detergere le mani prima della Consacrazione
Eucaristica. Con il passare dei secoli e con la trasformazione delle
abitudini igieniche l'atto del lavare le mani perse il significato
primitivo acquistando quello, più spirituale, di desiderio
di purezza interiore: se ne conservava la gestualità variandone
notevolmente il contenuto. Mentre compiva il gesto della lavanda,
rimasto peraltro in uso fino al Concilio Vaticano II, il celebrante
recitava il salmo 25 il cui incipit era "Lavabo inter innocentes
manus meas" e dalla prima parola "Lavabo"
(=laverò) prende il nome l'attuale lavamani. In tempi più
recenti infatti vennero chiamati "lavabo", per
associazione, i lavandini posti nelle sacrestie e il termine in
seguito passò ad indicare tutti quei sanitari utilizzati
per l'igiene della parte superiore del corpo.
Legenda
Espressione che compare spesso in calce ad una cartina
geografica o comunque ad un documento in cui le spiegazioni non
sono in chiaro ma vengono fatte per ideogrammi. Anche questo vocabolo
altro non è che il gerundivo del verbo "legere"
(=leggere) e indica "cosa si deve leggere" cioè
come deve essere interpretato l'ideogramma stampato sulla mappa
o sul documento in oggetto.
Letame
Nonostante la bravura che nei secoli dimostreranno nell'arte
della guerra i romani furono, almeno agli inizi, un popolo la cui
economia fu prevalentemente agricola. Come ogni buon contadino impararono
che i campi per continuare a dar frutto devono essere concimati
e poichè, come dice il proverbio, il bisogno aguzza l'ingegno,
scoprirono che lo sterco degli animali sparso sui campi rendeva
il terreno fertile e le messi lussureggianti. In latino, lo sterco
animale, venne chiamato "laetamen" (=che allieta)
dal verbo "laetor" (=rallegrarsi, godere) della
stessa radice di "laetus" (=fertile, copioso
di frutti, lussureggiante) Così come un buon piatto di zuppa
fumante allietava il contadino affamato così il "laetamen"
(=sterco) fertilizzava il terreno e rendeva felice il contadino
al pensiero del futuro raccolto.
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