|
Sutor, ne supra crepidam...!
P=8
Palazzo
Il vocabolo che inizialmente indicava una dimora sontuosa
di re o principi e, solo in seguito prese anche il significato di
edificio privato o pubblico di notevoli proporzioni, deriva da "Palatium"
(=colle Palatino). Il nome di questo colle, il primo su cui sorse
Roma, inizialmente luogo di pascoli, deriva da Pale, divinità
campestre dell'antica Italia. In suo onore venne infatti istituita
una festa campestre che si celebrava il 21 aprile, anniversario
della fondazione di Roma. Fu con Cesare Augusto che il Palatino
che i romani chiamavano "Palatium" divenne il
colle romano su cui si iniziarono a costruire le magnifiche dimore
imperiali.
Pànico
Il termine utilizzato per indicare uno sgomento improvviso
di intensità tale da togliere, a chi ne è colpito,
ogni capacità di reazione deriva dal nome del mitologico
dio Pan (=dal greco Paon - colui che pascola). Considerato protettore
delle greggi , dei boschi, cacciatori e pescatori, non doveva essere
un granchè quanto a bellezza se viene descritto con le corna,
il naso camuso, la barbetta, i piedi caprini, coda e corpo peloso.
Così conciato aveva deciso di non frequentare il bel mondo
e si era ridotto ad abitare nelle grotte sui monti o nascondendosi
nei boschi. Passatempo prederito era inseguire le ninfe anche se
i risultati non erano quelli da lui sperati, tant'è che una
di queste, che si chiamava "Siringa", preferì essere
mutata in una canna palustre. Pan pur di farsi... una canna la tagliò
e la trasformo in uno strumento a fiato a cui diede il nome di "siringa".
Torniamo al "Panico". Il termine deriva dall'altro passatempo
di questo dio, strano ed atipico, che consisteva nell'incutere,
con terrificanti rumori o grida, una folle paura ai viandanti che
sfortunatamente si trovavano a passare nei boschi di cui lui era
protettore.
Peculiare
Con questo termine si intende ciò che, soprattutto
in senso morale, caratterizza ed è intrinseco ad una determinata
persona o cosa. Derica dal latino "peculiaris"
(= patrimonio, cosa appartenente ai beni privati) derivato a sua
volta da "peculium" che ha come radice "pecus"
(vedi sotto pecunia). "Peculium" (=sostanze)
indica il complesso di certi beni particolari separati da un bene
comune. Praticamente erano sostanze possedute dalla padrona di casa
(portate oltre alla dote ), dal figlio (acquistate con soldi suoi
o avute in eredità), dallo schiavo (guadagnati con lavori
extra) ma separate da quelle del "pater familias"
e di cui potevano disporne liberamente.
Pecunia
Sinonimo di "denaro" poco usato mentre troviamo
frequentemente l'aggettivo "pecuniario" soprattutto in
abbinamento al sostantivo "pena". Tra gli antichi popoli,
dediti alla pastorizia, unica fonte di ricchezza erano gli armenti.
Valga come esempio quanto leggiamo nella Bibbia (Gen 32,43) dove
Giacobbe, che con il fratello Esaù aveva "un piccolo
problema famigliare" in sospeso, invia come dono riparatore
"capras ducentas hircos viginti oves ducentas arietes viginti
camelos fetas cum pullis suis triginta vaccas quadraginta et tauros
viginti asinas viginti et pullos earum decem" (=duecento
capre e venti capri, duecento pecore e venti montoni, venti cammelle
che avevano appena partorito con i loro piccoli, quarante mucche
con venti tori e venti asine con dieci asinelli). Questo insieme
di... "oves et boves" veniva definito dai romani
con il termine generico "pecus" (= bestiame).
Da "pecus" derivarono il sostantivo "pecunia"
(=ricchezza, averi). Con l'introduzione della moneta e la eliminazione
conseguente del baratto fu la quantità di denaro posseduta
e non più solamente i beni in natura a definire i nuovi ricchi.
Predica
Nella accezione comune con questo termine si indica il
discorso tenuto da un ministro del culto per spiegare all'uditorio
argomenti di carattere religioso o morale. Deriva
dal verbo latino "praedico" composto dall'avverbio
"prae" (=davanti) e il verbo "dico"
(=esporre, dire) che possiamo quindi tradurre con "annunciare,
far noto, bandire pubblicamente e ad alta voce). "...Et
dixit eis: euntes in mundum universum praedicate evangelium omni
creaturae..." (Mc 16,15.16) (=...e disse loro:andate in
tutto il mondo e predicate la buona novella a tutte le creature...).
Sono le parole con cui Gesù al termine della sua vita terrena
diede agli Apostoli il mandato di diffondere la sua parola a tutti
gli uomini.
Per estensione ed in senso dispregiativo il termine ha
assunto il significato di ammonimento o correzione, per sua stessa
natura, noioso.
Premio
Abituati ad usare il vocabolo ad indicare una ricompensa,
un dono conferito per meriti, una indennità speciale in funzione
di un obbiettivo raggiunto ci chiediamo per quale strano motivo
la lingua italiana lo utilizzi per indicare la "quota che il
cliente deve all'assicuratore". Il vocabolo deriva dal latino
"praemium"
Composto dalla preposizione "prae" (=in
anticipo)e dal verbo "emo" (=prendere, comprare
dietro pagamento). E' quindi corretto che venga definito "premio"
la cifra che sborsiamo "in anticipo" per assicurare
l'auto o quant'altro si desideri. Solo successivamente il termine
è passato ad indicare un guadagno o una ricompensa che si
ottiene a preferenza d'altri.
Profano
Con questo termine derivato dall'unione della preposizione
"pro" (=davanti) e il sostantivo "fanum"
(=tempio), i romani indicavano tutto cio che si trovava al di fuori
del recinto del tempio e che quindi poteva essere considerato non
sacro.
Proletario
Era detto anche "capite census" (=colui che nell'antica
Roma veniva censito solo per la sua persona e non per i suoi averi).
Secondo la costituzione di Servio Tullio, infatti, chi a Roma non
aveva neppur un pezzetto di terra e non aveva altra fonte di reddito
che le braccia della prole era considerato un paria, esentato dal
servizio militare e dalle spese connesse.
|