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Sutor, ne supra crepidam...!
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Tabulato
Lo conoscevano già gli antichi romani anche se per
le moderne generazioni altro non è che quel modulo continuo
che esce dalle stampanti collegate ad un computer. Deriva da "tabulatum"
(=piano, tavolato) la cui radice "tabula" non
ha solamente il significato di scacchiera, tavola votiva o tavola
per scrivere ma anche tavola su cui scrivere una legge, contratto
nuziale (=tabulae nuptiales), registrazioni varie (=in
tabulas referre): per intenderci alcune delle tante cose che
concorrono a fare un... tabulato.
Tempio
Deriva da "tempulum" (= piccolo spazio)
diminutivo di "tempus, oris" (=parte di tempo,
epoca, limite). Con questo vocabolo veniva
indicata in origine la porzione di terra circoscritta col lituo
(bastone arcuato all'estremità usato dagli auguri etruschi)
dentro i cui limiti gli àuguri osservavano il volo degli
uccelli o altri segni divini. Il tempio inizialmente era quindi
un luogo recinto ma aperto e di libera veduta; più tardi
presero questo nome gli edifici destinati ad importanti funzioni
pubbliche e consacrati con riti religiosi se pur non sempre adibiti
esclusivamente al culto divino. Dal plurale di "tempus"
(tempora) deriva anche il termine "tempia" ad indicare
le ossa che delimitano il volto umano.
Te saluto, alma dea generosa,
O gloria nostra, o veneta regina;
In procelloso turbine funesto
Tu regnasti secura: mille membra
Intrepida prostrasti in pugna acerba.
Per te miser non fui, per te non gemo,
Vivo in pace per te: Regna o beata,
Regna in prospera sorte, in pompa augusta,
In perpetuo splendore, in aurea sede!
Tu severa, tu placida, tu pia,
Tu benigna, me salva, ama, conserva.
Poesia (in latino od in italiano?) di Mattia Butturini
(Salò sul Garda 1752 - Pavia 1817); letterato e professore
universitario di greco e di diritto, che aveva una straordinaria
facilità nello scrivere in latino; ne è prova la precedente
poesia in onore della città di Venezia (un lettore non informato
può credere che essa sia scritta in italiano!!!). Qualcosa
mi dice che non serve la traduzione a fronte e che la si potrebbe
inserire nelle curiosità: forse basta presentare il pezzo
come un esempio di un'espressione "in utroque", da Giano
bifronte.
Concordo con Franco C. che gentilmente ha inviato testo e commento
a questa chicca in perfetto... italico-latino.
Tirocinio
Addestramento per poter svolgere poi, con competenza, una
attività. Deriva dal termine latino "tirocinium"
(=noviziato, ingresso nella vita pubblica) che a sua volta proviene
dal vocabolo "tiro, onis" (=recluta, coscritto, novizio).
"Tirones" erano chiamati infatti le reclute alla
prima campagna militare e i giovani romani che, indossata la toga
virile, entravano con diritto a far parte dei cittadini romani.
Iniziavano a 16 anni la leva militare e per la durata di un anno
che veniva appunto chiamato, per estensione del termine, "tirocinium"
compivano il loro addestramento ginnico militare presso il campo
di Marte.
Tormento:
Con il termine generico di "tormenta" i romani
indicavano tutte quelle macchine da lancio (catapulte, balliste,
onagri...) la cui forza di propulsione, spesso notevolissima, era
data per lo più da un sistema di corde, di nervi o di fibre
tese e ritorte. La radice del termine "tormenta"
è infatti "torqueo" verbo che sognifica
torcere, avvolgere ma che via via ha acquistato anche il senso di
tortura (torcere le membra per dare dolore) ed in senso figurato
di pena morale, di fastidio, di cruccio. I "tormenta"
erano le artiglierie di quei tempi e come sistemi di offesa e difesa
rimasero per lungo tempo gli stessi anche nel medieoevo. Solo le
armi da fuoco portarono una rivoluzione pur se lenta. Le prime artiglierie,
infatti, facevano meno danni e morti dei vecchi strumenti.
Trionfo:
"Triumphus" vocabolo latino composto da "tri"
(per ter) e pus (=pes) e si spiega come "danza trionfale
di tre passi". Inno in onore di Bacco in origine sucessivamente
passò ad indicare l'ingresso solenne in Roma accordato dal
senato al generale e ai suoi soldati in seguito ad una vittoria
importante.
Cito dal Georges-Calonghi: Il generale trionfante, seduto sopra
un carr tirato da cavalli bianchi, vestito d'una "toga
picta*" e d'una "tunica palmata**",
con una corona d'alloro sul capo, uno scetrro d'avorio in manocon
davanti al carro i prigionieri fatti ed il bottino guadagnato e
seguito dai suoi soldati, veniva ricevuto in processione dal senato
e condotto in Campidoglio, mentre i soldati facevano echeggiare
alternativamente il grido di "Io triumphe"
*Toga picta: toga color porpora e strisce d'oro, indossata
dai comandanti delle legioni in occasione della celebrazione del
trionfo e dagli imperatori nel periodo tardo romano.
**Tunica palmata: Sembra che l'aggettivo sia dovuto ai motivi
vegetali che la decoravan
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