21
1 Sicut rivi aquarum cor regis in manu Domini:
quocumque voluerit, inclinabit illud.
2 Omnis via viri recta sibi videtur; appendit autem corda Dominus.
3 Facere misericordiam et iudicium magis placet Domino quam
victimae.
4 Exaltatio oculorum et dilatatio cordis, lucerna impiorum:
peccatum.
5 Cogitationes sollertis semper in abundantiam;
omnis autem festinus semper in egestate est.
6 Qui congregat thesauros lingua mendacii,
vento impingetur ad laqueos mortis.
7 Violentia impiorum detrahet eos, quia noluerunt facere iudicium.
8 Perversa via viri aliena est; qui autem mundus est, rectum
opus eius.
9 Melius est sedere in angulo domatis quam cum muliere litigiosa
et in domo communi.
10 Anima impii desiderat malum; non miserebitur proximo suo.
11 Multato derisore sapientior erit parvulus;
et, si instruatur sapiens, sumet scientiam.
12 Excogitat Iustus de domo impii, ut praecipitet impios in
malum.
13 Qui obturat aurem suam ad clamorem pauperis,
et ipse clamabit, et non exaudietur.
14 Munus absconditum exstinguit iras, et donum in sinu indignationem
maximam.
15 Gaudium iusto est facere iudicium, et ruina operantibus iniquitatem.
16 Vir, qui erraverit a via prudentiae, in coetu umbrarum commorabitur.
17 Qui diligit convivia, in egestate erit; qui amat vinum et
pinguia, non ditabitur.
18 Redemptio pro iusto impius, et pro rectis iniquus.
19 Melius est habitare in terra deserta quam cum muliere rixosa
et iracunda.
20 Thesaurus desiderabilis et pinguis in habitaculo sapientis,
et imprudens homo dissipabit illum.
21 Qui sequitur iustitiam et misericordiam, inveniet vitam et
iustitiam et gloriam.
22 Civitatem fortium ascendit sapiens et destruit robur fiduciae
eius.
23 Qui custodit os suum et linguam suam, custodit ab angustiis
animam suam.
24 Superbus et arrogans vocatur derisor, qui operatur in ira
superbiae.
25 Desideria occidunt pigrum; noluerunt enim quidquam manus
eius operari:
26 tota die concupiscit et desiderat; qui autem iustus est,
tribuet et non parcit.
27 Hostiae impiorum abominabiles, eo magis quia offeruntur ex
scelere.
28 Testis mendax peribit; vir oboediens loquetur in victoriam.
29 Vir impius obfirmat vultum suum; qui autem rectus est, corrigit
viam suam.
30 Non est sapientia, non est prudentia, non est consilium contra
Dominum.
31 Equus paratur ad diem belli, Dominus autem salutem tribuit.
21
1 Il cuore del re è un canale d`acqua in mano al Signore: lo
dirige dovunque egli vuole.
2 Agli occhi dell`uomo tutte le sue vie sono rette, ma chi pesa
i cuori è il Signore.
3 Praticare la giustizia e l`equità per il Signore vale più
di un sacrificio.
4 Occhi alteri e cuore superbo, lucerna degli empi, è il peccato.
5 I piani dell`uomo diligente si risolvono in profitto, ma chi
è precipitoso va verso l`indigenza.
6 Accumular tesori a forza di menzogne è vanità effimera di
chi cerca la morte.
7 La violenza degli empi li travolge, perché rifiutano di praticare
la giustizia.
8 La via dell`uomo criminale è tortuosa, ma l`innocente è retto
nel suo agire.
9 E` meglio abitare su un angolo del tetto che avere una moglie
litigiosa e casa in comune.
10 L`anima del malvagio desidera far il male e ai suoi occhi
il prossimo non trova pietà.
11 Quando il beffardo vien punito, l`inesperto diventa saggio
e quando il saggio viene istruito, accresce il sapere.
12 Il Giusto osserva la casa dell`empio e precipita gli empi
nella sventura.
13 Chi chiude l`orecchio al grido del povero invocherà a sua
volta e non otterrà risposta.
14 Un regalo fatto in segreto calma la collera, un dono di sotto
mano placa il furore violento.
15 E` una gioia per il giusto che sia fatta giustizia, mentre
è un terrore per i malfattori.
16 L`uomo che si scosta dalla via della saggezza, riposerà nell`assemblea
delle ombre dei morti.
17 Diventerà indigente chi ama i piaceri e chi ama vino e profumi
non arricchirà.
18 Il malvagio serve da riscatto per il giusto e il perfido
per gli uomini retti.
19 Meglio abitare in un deserto che con una moglie litigiosa
e irritabile.
20 Tesori preziosi e profumi sono nella dimora del saggio, ma
lo stolto dilapida tutto.
21 Chi segue la giustizia e la misericordia troverà vita e gloria.
22 Il saggio assale una città di guerrieri e abbatte la fortezza
in cui essa confidava.
23 Chi custodisce la bocca e la lingua preserva se stesso dai
dispiaceri.
24 Il superbo arrogante si chiama beffardo, egli agisce nell`eccesso
dell`insolenza.
25 I desideri del pigro lo portano alla morte, perché le sue
mani rifiutano di lavorare.
26 Tutta la vita l`empio indulge alla cupidigia, mentre il giusto
dona senza risparmiare.
27 Il sacrificio degli empi è un abominio, tanto più se offerto
con cattiva intenzione.
28 Il falso testimone perirà, ma l`uomo che ascolta potrà parlare
sempre.
29 L`empio assume un`aria sfrontata, l`uomo retto controlla
la propria condotta.
30 Non c`è sapienza, non c`è prudenza, non c`è consiglio di
fronte al Signore.
31 Il cavallo è pronto per il giorno della battaglia, ma al
Signore appartiene la vittoria.
22
1 Melius est nomen bonum quam divitiae multae,
super argentum et aurum gratia bona.
2 Dives et pauper obviaverunt sibi: utriusque operator est Dominus.
3 Callidus vidit malum et abscondit se;
simplices pertransierunt et afflicti sunt damno.
4 Praemium modestiae timor Domini, divitiae et gloria et vita.
5 Spinae et laquei in via perversi, custos autem animae suae
longe recedit ab eis.
6 Institue adulescentem iuxta viam suam;
etiam cum senuerit, non recedet ab ea.
7 Dives pauperibus imperat; et, qui accipit mutuum, servus est
fenerantis.
8 Qui seminat iniquitatem, metet mala et virga irae suae consummabitur.
9 Qui bono oculo est, benedicetur, de panibus enim suis dedit
pauperi.
10 Eice derisorem, et exibit cum eo iurgium;
cessabuntque causae et contumeliae.
11 Qui diligit cordis munditiam, propter gratiam labiorum suorum
habebit amicum regem.
12 Oculi Domini custodiunt scientiam, et supplantantur verba
iniqui.
13 Dicit piger: “ Leo est foris, in medio platearum occidendus
sum ”.
14 Fovea profunda os alienae; cui iratus est Dominus, incidet
in eam.
15 Stultitia colligata est in corde pueri, et virga disciplinae
fugabit eam.
16 Opprimis pauperem? Ipse augebit divitias suas.
Donas ditiori? Ipse egebis.
17 Inclina aurem tuam et audi verba sapientium,
appone autem cor ad doctrinam meam,
18 quia pulchra erunt, cum servaveris ea in ventre tuo, et redundabunt
in labiis tuis.
19 Ut sit in Domino fiducia tua, ostendi ea tibi hodie.
20 Nonne descripsi ea tibi nudiustertius in cogitationibus et
scientia,
21 ut ostenderem tibi firmitatem verborum veritatis, ut respondeas
illi, qui misit te?
22 Non facias violentiam pauperi, quia pauper est,
neque conteras egenum in porta,
23 quia iudicabit Dominus causam eorum, et anima spoliabit spoliatores.
24 Noli esse amicus homini iracundo neque ambules cum viro furioso,
25 ne forte discas semitas eius et sumas scandalum animae tuae.
26 Noli esse cum his, qui iungunt manus suas
et qui vades se offerunt pro debitis:
27 si enim non habes unde restituas,
quid causae est ut tollat lectum tuum subter te?
28 Ne transferas terminos antiquos, quos posuerunt patres tui.
29 Vidisti virum velocem in opere suo: coram regibus stabit
nec erit ante ignobiles
22
1 Un buon nome val più di grandi ricchezze e la benevolenza
altrui più dell`argento e dell`oro.
2 Il ricco e il povero si incontrano, il Signore ha creato l`uno
e l`altro.
3 L`accorto vede il pericolo e si nasconde, gli inesperti vanno
avanti e la pagano.
4 Frutti dell`umiltà sono il timore di Dio, la ricchezza, l`onore
e la vita.
5 Spine e tranelli sono sulla via del perverso; chi ha cura
di se stesso sta lontano.
6 Abitua il giovane secondo la via da seguire; neppure da vecchio
se ne allontanerà.
7 Il ricco domina sul povero e chi riceve prestiti è schiavo
del suo creditore.
8 Chi semina l`ingiustizia raccoglie la miseria e il bastone
a servizio della sua collera svanirà.
9 Chi ha l`occhio generoso sarà benedetto, perché egli dona
del suo pane al povero.
10 Scaccia il beffardo e la discordia se ne andrà e cesseranno
i litigi e gli insulti.
11 Il Signore ama chi è puro di cuore e chi ha la grazia sulle
labbra è amico del re.
12 Gli occhi del Signore proteggono la scienza ed egli confonde
le parole del perfido.
13 Il pigro dice: "C`è un leone là fuori: sarei ucciso in mezzo
alla strada".
14 La bocca delle straniere è una fossa profonda, chi è in ira
al Signore vi cade.
15 La stoltezza è legata al cuore del fanciullo, ma il bastone
della correzione l`allontanerà da lui.
16 Opprimere il povero non fa che arricchirlo, dare a un ricco
non fa che impoverirlo.
17 Porgi l`orecchio e ascolta le parole dei sapienti e applica
la tua mente alla mia istruzione,
18 perché ti sarà piacevole custodirle nel tuo intimo e averle
tutte insieme pronte sulle labbra.
19 Perché la tua fiducia sia riposta nel Signore, voglio indicarti
oggi la tua strada.
20 Non ti ho scritto forse trenta tra consigli e istruzioni,
21 perché tu sappia esprimere una parola giusta e rispondere
con parole sicure a chi ti interroga?
22 Non depredare il povero, perché egli è povero, e non affliggere
il misero in tribunale,
23 perché il Signore difenderà la loro causa e spoglierà della
vita coloro che li hanno spogliati.
24 Non ti associare a un collerico e non praticare un uomo iracondo,
25 per non imparare i suoi costumi e procurarti una trappola
per la tua vita.
26 Non essere di quelli che si fanno garanti o che s`impegnano
per debiti altrui,
27 perché, se poi non avrai da pagare, ti si toglierà il letto
di sotto a te.
28 Non spostare il confine antico, posto dai tuoi padri.
29 Hai visto un uomo sollecito nel lavoro? Egli si sistemerà
al servizio del re, non resterà al servizio di persone oscure.
23
1 Quando sederis, ut comedas cum principe,
diligenter attende, quae apposita sunt ante faciem tuam,
2 et statue cultrum in gutture tuo, si avidus es.
3 Ne desideres de cibis eius, quia est panis mendacii.
4 Noli laborare, ut diteris, sed in prudentia tua acquiesce.
5 Si erigas oculos tuos ad opes, iam non sunt;
quia facient sibi pennas quasi aquilae et volabunt in caelum.
6 Ne comedas cum homine invido et ne desideres cibos eius;
7 quoniam sicut aestimavit in animo suo, ita ipse est. “
Comede et bibe ” dicet tibi, et mens eius non est tecum.
8 Buccellam, quam comederas, evomes et perdes pulchros sermones
tuos.
9 In auribus insipientium ne loquaris, quia despicient doctrinam
eloquii tui.
10 Ne attingas terminos viduae
et agrum pupillorum ne introeas:
11 redemptor enim illorum fortis est,
et ipse iudicabit contra te causam illorum.
12 Introduc ad doctrinam cor tuum
et aures tuas ad verba scientiae.
13 Noli subtrahere a puero disciplinam;
si enim percusseris eum virga, non morietur:
14 tu virga percuties eum
et animam eius de inferno liberabis.
15 Fili mi, si sapiens fuerit cor tuum,
gaudebit tecum et cor meum,
16 et exsultabunt renes mei,
cum locuta fuerint rectum labia tua.
17 Non aemuletur cor tuum peccatores,
sed in timore Domini esto tota die,
18 quia est tibi posteritas,
et praestolatio tua non auferetur.
19 Audi, fili mi, et esto sapiens
et dirige in via animum tuum.
20 Noli esse in conviviis potatorum
nec in comissationibus carnis,
21 quia vacantes potibus et comissatores consumentur, et vestietur
pannis dormitatio.
22 Audi patrem tuum, qui genuit te,
et ne contemnas, cum senuerit mater tua.
23 Veritatem eme et noli vendere;
sapientiam eme et doctrinam et intellegentiam.
24 Exsultat gaudio pater iusti;
qui sapientem genuit, laetabitur in eo;
25 gaudeat pater tuus et mater tua,
et exsultet, quae genuit te.
26 Praebe, fili mi, cor tuum mihi,
et oculi tui vias meas custodiant.
27 Fovea enim profunda est meretrix,
et puteus angustus aliena,
28 nam insidiatur ipsa in via quasi latro
et iniquos in hominibus addet.
29 Cui “ Vae ”? Cui “ Eheu ”?
Cui rixae? Cui querela?
Cui sine causa vulnera? Cui suffusio oculorum?
30 His, qui commorantur in vino
et eunt, ut scrutentur mixtum.
31 Ne intuearis vinum, quando flavescit, cum splenduerit in
calice color eius: ingreditur blande,
32 sed in novissimo mordebit ut coluber
et sicut regulus vulnerat.
33 Oculi tui videbunt extranea,
et cor tuum loquetur perversa;
34 et eris sicut dormiens in medio mari
et quasi sopitus ad malum navis:
35 “ Verberaverunt me, sed non dolui,
percusserunt me, et ego non sensi;
quando evigilabo et rursus illud requiram? ”.
23
1 Quando siedi a mangiare con un potente, considera bene che
cosa hai davanti;
2 mettiti un coltello alla gola, se hai molto appetito. 3 Non desiderare le sue ghiottonerie,
sono un cibo fallace.
4 Non affannarti per arricchire, rinunzia a un simile pensiero;
5 appena vi fai volare gli occhi sopra, essa già non è più:
perché mette ali come aquila e vola verso il cielo.
6 Non mangiare il pane di chi ha l`occhio cattivo e non desiderare
le sue ghiottonerie,
7 perché come chi calcola fra di sé, così è costui; ti dirà:
"Mangia e bevi", ma il suo cuore non è con te.
8 Il boccone che hai mangiato rigetterai e avrai sprecato
le tue parole gentili.
9 Non parlare agli orecchi di uno stolto, perché egli disprezzerà
le tue sagge parole.
10 Non spostare il confine antico, e non invadere il campo
degli orfani,
11 perché il loro vendicatore è forte, egli difenderà la loro
causa contro di te.
12 Piega il cuore alla correzione e l`orecchio ai discorsi
sapienti.
13 Non risparmiare al giovane la correzione, anche se tu lo
batti con la verga, non morirà;
14 anzi, se lo batti con la verga, lo salverai dagli inferi.
15 Figlio mio, se il tuo cuore sarà saggio, anche il mio cuore
gioirà.
16 Esulteranno le mie viscere, quando le tue labbra diranno
parole rette.
17 Il tuo cuore non invidi i peccatori, ma resti sempre nel
timore del Signore,
18 perché così avrai un avvenire e la tua speranza non sarà
delusa.
19 Ascolta, figlio mio, e sii saggio e indirizza il cuore
per la via retta.
20 Non essere fra quelli che s`inebriano di vino, né fra coloro
che son ghiotti di carne,
21 perché l`ubriacone e il ghiottone impoveriranno e il dormiglione
si vestirà di stracci.
22 Ascolta tuo padre che ti ha generato, non disprezzare tua
madre quando è vecchia.
23 Acquista il vero bene e non cederlo, la sapienza, l`istruzione
e l`intelligenza.
24 Il padre del giusto gioirà pienamente e chi ha generato
un saggio se ne compiacerà.
25 Gioisca tuo padre e tua madre e si rallegri colei che ti
ha generato.
26 Fà bene attenzione a me, figlio mio, e tieni fisso lo sguardo
ai miei consigli:
27 una fossa profonda è la prostituta, e un pozzo stretto
la straniera.
28 Essa si apposta come un ladro e aumenta fra gli uomini
il numero dei perfidi.
29 Per chi i guai? Per chi i lamenti? Per chi i litigi? Per
chi i gemiti? A chi le percosse per futili motivi? A chi gli
occhi rossi?
30 Per quelli che si perdono dietro al vino e vanno a gustare
vino puro.
31 Non guardare il vino quando rosseggia, quando scintilla
nella coppa e scende giù piano piano;
32 finirà con il morderti come un serpente e pungerti come
una vipera.
33 Allora i tuoi occhi vedranno cose strane e la tua mente
dirà cose sconnesse.
34 Ti parrà di giacere in alto mare o di dormire in cima all`albero
maestro.
35 "Mi hanno picchiato, ma non sento male. Mi hanno bastonato,
ma non me ne sono accorto. Quando mi sveglierò? Ne chiederò
dell`altro".
24
1 Ne aemuleris viros malos
nec desideres esse cum eis,
2 quia rapinas meditatur mens eorum,
et perniciem labia eorum loquuntur.
3 Sapientia aedificabitur domus,
et prudentia roborabitur.
4 In doctrina replebuntur cellaria,
universa substantia pretiosa et pulcherrima.
5 Vir sapiens fortis est, et vir doctus firmat robur.
6 Quia cum dispositione parabis tibi bellum,
et erit salus, ubi multa consilia sunt.
7 Excelsa stulto sapientia,
in porta non aperiet os suum.
8 Qui cogitat mala facere, vir perniciosus vocabitur.
9 Cogitatio stulti peccatum est, et abominatio hominum detractor.
10 Si fueris lassus in die angustiae, coartabitur fortitudo
tua.
11 Erue eos, qui ducuntur ad mortem; et, qui trahuntur ad interitum,
retine.
12 Si dixeris: “ Nesciebamus hoc ”; nonne qui ponderator
est cordis, ipse intellegit, et servatorem animae tuae nihil
fallit reddetque homini iuxta opera sua?
13 Comede, fili mi, mel, quia bonum est
et favum dulcissimum gutturi tuo.
14 Sic, scito, est sapientia animae tuae; quam cum inveneris,
erit tibi posteritas, et spes tua non peribit.
15 Ne insidieris, o nequam, domui iusti neque vastes requiem
eius.
16 Septies enim cadet iustus et resurget; impii autem corruent
in malum.
17 Cum ceciderit inimicus tuus, ne gaudeas, et in ruina eius
ne exsultet cor tuum,
18 ne forte videat Dominus, et displiceat ei et auferat ab eo
iram suam.
19 Ne succendas ira in pessimos nec aemuleris impios,
20 quoniam non erit posteritas maligno, et lucerna impiorum
exstinguetur.
21 Time Dominum, fili mi, et regem et cum nova sectantibus non
commiscearis,
22 quoniam repente consurget perditio eorum, et ruinam utriusque
quis novit?
23 Haec quoque sapientibus: Dignoscere personam in iudicio non
est bonum.
24 Qui dicit impio: “ Iustus es ”, maledicent ei
populi, et detestabuntur eum tribus.
25 Qui vero arguunt eum, laudabuntur, et super ipsos veniet
benedictio boni.
26 Labia deosculatur, qui recta verba respondet.
27 Praepara foris opus tuum et diligenter exerce illud in agro
tuo, ut postea aedifices domum tuam.
28 Ne sis testis frustra contra proximum tuum
nec decipias quemquam labiis tuis.
29 Ne dicas: “ Quomodo fecit mihi, sic faciam ei,
reddam viro secundum opus suum ”.
30 Per agrum hominis pigri transivi et per vineam viri sensu
carentis:
31 et ecce totum repleverant urticae, et operuerant superficiem
eius spinae, et maceria lapidum destructa erat;
32 quod cum vidissem, posui in corde meo, vidi, didici disciplinam:
33 “ Parum dormies, modicum dormitabis,
pauxillum manus conseres, ut quiescas,
34 et veniet tibi quasi cursor egestas, et mendicitas quasi
vir armatus ”.
24
1 Non invidiare gli uomini malvagi, non desiderare di stare
con loro;
2 poiché il loro cuore trama rovine e le loro labbra non esprimono
che malanni.
3 Con la sapienza si costruisce la casa e con la prudenza la
si rende salda;
4 con la scienza si riempiono le sue stanze di tutti i beni
preziosi e deliziosi.
5 Un uomo saggio vale più di uno forte, un uomo sapiente più
di uno pieno di vigore,
6 perché con le decisioni prudenti si fa la guerra e la vittoria
sta nel numero dei consiglieri.
7 E` troppo alta la sapienza per lo stolto, alla porta della
città egli non potrà aprir bocca.
8 Chi trama per fare il male si chiama mestatore.
9 Il proposito dello stolto è il peccato e lo spavaldo è l`abominio
degli uomini.
10 Se ti avvilisci nel giorno della sventura, ben poca è la
tua forza.
11 Libera quelli che sono condotti alla morte e salva quelli
che sono trascinati al supplizio.
12 Se dici: "Ecco, io non ne so nulla", forse colui che pesa
i cuori non lo comprende? Colui che veglia sulla tua vita lo
sa; egli renderà a ciascuno secondo le sue opere.
13 Mangia, figlio mio, il miele, perché è buono e dolce sarà
il favo al tuo palato.
14 Sappi che tale è la sapienza per te: se l`acquisti, avrai
un avvenire e la tua speranza non sarà stroncata.
15 Non insidiare, o malvagio, la dimora del giusto, non distruggere
la sua abitazione,
16 perché se il giusto cade sette volte, egli si rialza, ma
gli empi soccombono nella sventura.
17 Non ti rallegrare per la caduta del tuo nemico e non gioisca
il tuo cuore, quando egli soccombe,
18 perché il Signore non veda e se ne dispiaccia e allontani
da lui la collera.
19 Non irritarti per i malvagi e non invidiare gli empi,
20 perché non ci sarà avvenire per il malvagio e la lucerna
degli empi si estinguerà.
21 Temi il Signore, figlio mio, e il re; non ribellarti né all`uno
né all`altro,
22 perché improvvisa sorgerà la loro vendetta e chi sa quale
scempio faranno l`uno e l`altro?
23 Anche queste sono parole dei saggi. Aver preferenze personali
in giudizio non è bene.
24 Se uno dice all`empio: "Tu sei innocente", i popoli lo malediranno,
le genti lo esecreranno,
25 mentre tutto andrà bene a coloro che rendono giustizia, su
di loro si riverserà la benedizione.
26 Dá un bacio sulle labbra colui che risponde con parole rette.
27 Sistema i tuoi affari di fuori e fatti i lavori dei campi
e poi costruisciti la casa.
28 Non testimoniare alla leggera contro il tuo prossimo e non
ingannare con le labbra.
29 Non dire: "Come ha fatto a me così io farò a lui, renderò
a ciascuno come si merita".
30 Sono passato vicino al campo di un pigro, alla vigna di un
uomo insensato:
31 ecco, ovunque erano cresciute le erbacce, il terreno era
coperto di cardi e il recinto di pietre era in rovina.
32 Osservando, riflettevo e, vedendo, ho tratto questa lezione:
33 un pò dormire, un pò sonnecchiare, un pò incrociare le braccia
per riposare
34 e intanto viene passeggiando la miseria e l`indigenza come
un accattone.
25
1 Hae quoque parabolae Salomonis, quas transcripse runt viri
Ezechiae regis Iudae.
2 Gloria Dei est celare verbum,
et gloria regum investigare sermonem.
3 Caelum prae altitudine et terra prae profunditate,
et cor regum inscrutabile.
4 Aufer scorias de argento,
et egredietur vas pro argentario.
5 Aufer impium de conspectu regis,
et firmabitur iustitia thronus eius.
6 Ne gloriosus appareas coram rege
et in loco magnorum ne steteris.
7 Melius est enim ut dicatur tibi: “ Ascende huc ”,
quam ut humilieris coram principe.
8 Quae viderunt oculi tui,
ne proferas in iurgio cito,
quoniam quid facies postea,
cum dehonestaverit te amicus tuus?
9 Causam tuam tracta cum amico tuo
et secretum extranei ne reveles,
10 ne forte insultet tibi, cum audierit,
et contumelia tua revocari non poterit.
11 Mala aurea in ornatibus argenteis,
verbum prolatum in tempore suo.
12 Inauris aurea et margaritum fulgens
sapiens, qui arguit super aurem audientem.
13 Sicut frigus nivis in die messis,
ita legatus fidelis ei, qui misit eum:
animam ipsius recreat.
14 Nubes et ventus et pluviae non sequentes
vir gloriosus et promissa non complens.
15 Patientia lenietur princeps,
et lingua mollis confringet ossa.
16 Mel invenisti? Comede, quod sufficit tibi,
ne forte satiatus evomas illud.
17 Subtrahe pedem tuum de domo proximi tui,
ne quando satiatus oderit te.
18 Malleus et gladius et sagitta acuta homo, qui loquitur contra
proximum suum falsum testimonium.
19 Dens putridus et pes vacillans,
qui sperat super infideli in die angustiae.
20 Sicut exuens pallium in die frigoris,
sicut acetum in nitro,
qui cantat carmina cordi tristi.
21 Si esurierit inimicus tuus, ciba illum;
si sitierit, pota illum:
22 prunas enim congregabis super caput eius,
et Dominus reddet tibi.
23 Ventus aquilo parturit pluvias,
et faciem tristem lingua detrahens.
24 Melius est sedere in angulo domatis
quam cum muliere litigiosa et in domo communi.
25 Aqua frigida animae sitienti
et nuntius bonus de terra longinqua.
26 Fons turbatus pede et vena corrupta
iustus cadens coram impio.
27 Mel nimium comedere non est bonum,
nec quaestus gloriae est gloria.
28 Urbs diruta et absque muro
vir, qui non potest cohibere spiritum suum.
25
Anche questi sono proverbi di Salomone, trascritti dagli uomini
di Ezechia, re di Giuda.
2 E` gloria di Dio nascondere le cose, è gloria dei re investigarle.
3 I cieli per la loro altezza, la terra per la sua profondità
e il cuore dei re sono inesplorabili.
4 Togli le scorie dall`argento e l`orafo ne farà un bel vaso;
5 togli il malvagio dalla presenza del re e il suo trono si
stabilirà sulla giustizia.
6 Non darti arie davanti al re e non metterti al posto dei grandi,
7 perché è meglio sentirsi dire: "Sali quassù" piuttosto che
essere umiliato davanti a uno superiore. Quanto i tuoi occhi
hanno visto
8 non metterlo subito fuori in un processo; altrimenti che farai
alla fine, quando il tuo prossimo ti svergognerà?
9 Discuti la tua causa con il tuo vicino, ma non rivelare il
segreto altrui;
10 altrimenti chi ti ascolta ti biasimerebbe e il tuo discredito
sarebbe irreparabile.
11 Come frutti d`oro su vassoio d`argento così è una parola
detta a suo tempo.
12 Come anello d`oro e collana d`oro fino è un saggio che ammonisce
un orecchio attento.
13 Come fresco di neve al tempo della mietitura, è un messaggero
verace per chi lo manda; egli rinfranca l`animo del suo signore.
14 Nuvole e vento, ma senza pioggia, tale è l`uomo che si vanta
di regali che non fa.
15 Con la pazienza il giudice si lascia persuadere, una lingua
dolce spezza le ossa.
16 Se hai trovato il miele, mangiane quanto ti basta, per non
esserne nauseato e poi vomitarlo.
17 Metti di rado il piede in casa del tuo vicino, perché non
si stanchi di te e ti prenda in odio.
18 Mazza, spada e freccia acuta è colui che depone il falso
contro il suo prossimo.
19 Qual dente cariato e piede slogato tale è la fiducia dell`uomo
sleale nel giorno della sventura,
20 è togliersi le vesti in un giorno rigido. Aceto su una piaga
viva, tali sono i canti per un cuore afflitto.
21 Se il tuo nemico ha fame, dagli pane da mangiare, se ha sete,
dagli acqua da bere;
22 perché così ammasserai carboni ardenti sul suo capo e il
Signore ti ricompenserà.
23 La tramontana porta la pioggia, un parlare in segreto provoca
lo sdegno sul volto.
24 Abitare su un angolo del tetto è meglio di una moglie litigiosa
e una casa in comune.
25 Come acqua fresca per una gola riarsa è una buona notizia
da un paese lontano.
26 Fontana torbida e sorgente inquinata, tale è il giusto che
vacilla di fronte all`empio.
27 Mangiare troppo miele non è bene, né lasciarsi prendere da
parole adulatrici.
28 Una città smantellata o senza mura tale è l`uomo che non
sa dominare la collera.
26
1 Quomodo nix in aestate et pluvia in messe,
sic indecens est stulto gloria.
2 Sicut avis ad alia transvolans et hirundo volitans,
sic maledictum frustra prolatum non superveniet.
3 Flagellum equo et camus asino et virga dorso stultorum.
4 Ne respondeas stulto iuxta stultitiam suam,
ne tu quoque efficiaris ei similis;
5 responde stulto iuxta stultitiam suam,
ne sibi sapiens esse videatur.
6 Amputat sibi pedes et iniuriam bibit,
qui mittit verba per manum stulti.
7 Quomodo molles claudo tibiae, sic in ore stultorum parabola.
8 Sicut qui celat lapidem in acervo, ita qui tribuit insipienti
honorem.
9 Spina crescens in manu temulenti, sic parabola in ore stultorum.
10 Sagittarius, qui conicit ad omnia, ita qui stultum conducit
et qui vagos conducit.
11 Sicut canis, qui revertitur ad vomitum suum, sic stultus,
qui iterat stultitiam suam.
12 Vidisti hominem sapientem sibi videri? Magis illo spem habebit
stultus.
13 Dicit piger: “ Leaena est in via, et leo in plateis".
14 Ostium vertitur in cardine suo,
et piger in lectulo suo.
15 Abscondit piger manum in catino et laborat, si ad os suum
eam converterit.
16 Sapientior sibi piger videtur septem viris respondentibus
sententias.
17 Apprehendit auribus canem, qui transiens commiscetur rixae
alterius.
18 Sicut insanit, qui mittit sagittas et lanceas in mortem,
19 ita vir, qui decipit amicum suum et dicit: “ Nonne
ludens feci? ”.
20 Cum defecerint ligna, exstinguetur ignis, et, susurrone subtracto,
iurgia conquiescent.
21 Sicut carbones ad prunas et ligna ad ignem,
sic homo litigiosus ad inflammandas rixas.
22 Verba susurronis quasi dulcia et ipsa perveniunt ad intima
ventris.
23 Sicut argentum sordidum ornans vas fictile,
sic labia levia et cor malum.
24 Labiis suis se dissimulabit inimicus,
cum in corde tractaverit dolos:
25 quando mollierit vocem suam, ne credideris ei,
quoniam septem abominationes sunt in corde illius;
26 operiet odium fraudulenter,
revelabitur autem malitia eius in concilio.
27 Qui fodit foveam, incidet in eam;
et, qui volvit lapidem, revertetur ad eum.
28 Lingua fallax non amat veritatem,
et os lubricum operatur ruinas.
26
1 Come la neve d`estate e la pioggia alla mietitura, così l`onore
non conviene allo stolto.
2 Come il passero che svolazza, come la rondine che vola, così
una maledizione senza motivo non avverrà.
3 La frusta per il cavallo, la cavezza per l`asino e il bastone
per la schiena degli stolti.
4 Non rispondere allo stolto secondo la sua stoltezza per non
divenire anche tu simile a lui.
5 Rispondi allo stolto secondo la sua stoltezza perché egli
non si creda saggio.
6 Si taglia i piedi e beve amarezze chi invia messaggi per mezzo
di uno stolto.
7 Malferme sono le gambe dello zoppo, così una massima sulla
bocca degli stolti.
8 Come chi lega il sasso alla fionda, così chi attribuisce onori
a uno stolto.
9 Una spina penetrata nella mano d`un ubriaco, tale è una massima
sulla bocca degli stolti.
10 Arciere che ferisce tutti i passanti, tale è chi assume uno
stolto o un ubriaco.
11 Come il cane torna al suo vomito, così lo stolto ripete le
sue stoltezze.
12 Hai visto un uomo che si crede saggio? E` meglio sperare
in uno stolto che in lui.
13 Il pigro dice: "C`è una belva per la strada, un leone si
aggira per le piazze".
14 La porta gira sui cardini, così il pigro sul suo letto.
15 Il pigro tuffa la mano nel piatto, ma dura fatica a portarla
alla bocca.
16 Il pigro si crede saggio più di sette persone che rispondono
con senno.
17 Prende un cane per le orecchie chi si intromette in una lite
che non lo riguarda.
18 Come un pazzo che scaglia tizzoni e frecce di morte,
19 così è quell`uomo che inganna il suo prossimo e poi dice:
"Ma sì, è stato uno scherzo!".
20 Per mancanza di legna il fuoco si spegne; se non c`è il delatore,
il litigio si calma.
21 Mantice per il carbone e legna per il fuoco, tale è l`attaccabrighe
per rattizzar le liti.
22 Le parole del sussurrone sono come ghiotti bocconi, esse
scendono in fondo alle viscere.
23 Come vernice d`argento sopra un coccio di creta sono le labbra
lusinghiere con un cuore maligno.
24 Chi odia si maschera con le labbra, ma nel suo intimo cova
il tradimento;
25 anche se usa espressioni melliflue, non ti fidare, perché
egli ha sette abomini nel cuore.
26 L`odio si copre di simulazione, ma la sua malizia apparirà
pubblicamente.
27 Chi scava una fossa vi cadrà dentro e chi rotola una pietra,
gli ricadrà addosso.
28 Una lingua bugiarda odia la verità, una bocca adulatrice
produce rovina.
27
1 Ne glorieris in crastinum
ignorans, quid superventura pariat dies.
2 Laudet te alienus et non os tuum,
extraneus et non labia tua.
3 Grave est saxum et onerosa arena,
sed ira stulti utroque gravior.
4 Saevitas et erumpens furor,
et coram zelo consistere quis poterit?
5 Melior est manifesta correptio quam amor absconditus.
6 Veriora sunt vulnera diligentis
quam fraudulenta oscula odientis.
7 Anima saturata calcabit favum, et anima esuriens etiam amarum
pro dulci sumet.
8 Sicut avis transmigrans de nido suo, sic vir errans longe
a loco suo.
9 Unguento et ture delectatur cor et dulcedine amici in consilio
ex animo.
10 Amicum tuum et amicum patris tui ne dimiseris
et domum fratris tui ne ingrediaris in die afflictionis tuae.
Melior est vicinus iuxta quam frater procul.
11 Stude sapientiae, fili mi, et laetifica cor meum,
ut possim exprobranti mihi respondere sermonem.
12 Astutus videns malum absconditus est;
simplices transeuntes multati sunt.
13 Tolle vestimentum eius, qui spopondit pro extraneo, et pro
alienis aufer ei pignus.
14 Qui benedicit proximo suo voce grandi mane consurgens, maledictio
reputabitur ei.
15 Tecta perstillantia in die frigoris
et litigiosa mulier comparantur;
16 qui retinet eam, quasi qui ventum teneat,
et oleum dextera sua tenere reperietur.
17 Ferrum ferro exacuitur, et homo exacuit faciem amici sui.
18 Qui servat ficum, comedet fructus eius;
et, qui custos est domini sui, glorificabitur.
19 Quomodo in aqua facies prospicit ad faciem,
sic cor hominis ad hominem.
20 Infernus et Perditio numquam implentur,
similiter et oculi hominum insatiabiles.
21 Quomodo probatur in conflatorio argentum et in fornace aurum,
sic probatur homo ore laudantis.
22 Si pilo contuderis stultum in pila quasi ptisanas,
non auferetur ab eo stultitia eius.
23 Diligenter agnosce vultum pecoris tui; appone cor tuum ad
greges,
24 non enim habebis iugiter divitias. Num corona tribuetur in
generationem et generationem?
25 Nudata sunt prata, et apparuerunt herbae virentes, et collecta
sunt fena de montibus;
26 agni ad vestimentum tuum,
et haedi ad agri pretium;
27 sufficiat tibi lac caprarum in cibum tuum
et in cibum domus tuae et ad victum ancillis tuis.
27
1 Non ti vantare del domani, perché non sai neppure che cosa
genera l`oggi.
2 Ti lodi un altro e non la tua bocca, un estraneo e non le
tue labbra.
3 La pietra è greve, la sabbia è pesante, ma più dell`una e
dell`altra lo è il fastidio dello stolto.
4 La collera è crudele, l`ira è impetuosa; ma chi può resistere
alla gelosia?
5 Meglio un rimprovero aperto che un amore celato.
6 Leali sono le ferite di un amico, fallaci i baci di un nemico.
7 Gola sazia disprezza il miele; per chi ha fame anche l`amaro
è dolce.
8 Come un uccello che vola lontano dal nido così è l`uomo che
va errando lontano dalla dimora.
9 Il profumo e l`incenso allietano il cuore, la dolcezza di
un amico rassicura l`anima.
10 Non abbandonare il tuo amico né quello di tuo padre, non
entrare nella casa di tuo fratello nel giorno della tua disgrazia.
Meglio un amico vicino che un fratello lontano.
11 Sii saggio, figlio mio, e allieterai il mio cuore e avrò
di che rispondere a colui che mi insulta.
12 L`accorto vede il pericolo e si nasconde, gli inesperti vanno
avanti e la pagano.
13 Prendigli il vestito perché si è fatto garante per uno straniero
e tienilo in pegno per gli sconosciuti.
14 Benedire il prossimo di buon mattino ad alta voce gli sarà
imputato come una maledizione.
15 Il gocciolar continuo in tempo di pioggia e una moglie litigiosa,
si rassomigliano:
16 chi la vuol trattenere, trattiene il vento e raccoglie l`olio
con la mano destra.
17 Il ferro si aguzza con il ferro e l`uomo aguzza l`ingegno
del suo compagno.
18 Il guardiano di un fico ne mangia i frutti, chi ha cura del
suo padrone ne riceverà onori.
19 Come un volto differisce da un altro, così i cuori degli
uomini differiscono fra di loro.
20 Come gli inferi e l`abisso non si saziano mai, così non si
saziano mai gli occhi dell`uomo.
21 Come il crogiuolo è per l`argento e il fornello per l`oro,
così l`uomo rispetto alla bocca di chi lo loda.
22 Anche se tu pestassi lo stolto nel mortaio tra i grani con
il pestello, non scuoteresti da lui la sua stoltezza.
23 Preòccupati del tuo gregge, abbi cura delle tue mandrie,
24 perché non sono perenni le ricchezze, né un tesoro si trasmette
di generazione in generazione.
25 Si toglie il fieno, apparisce l`erba nuova e si raccolgono
i foraggi dei monti;
26 gli agnelli ti danno le vesti e i capretti il prezzo per
comprare un campo,
27 le capre latte abbondante per il cibo e per vitto della tua
famiglia. e per mantenere le tue schiave.
28
1 Fugit impius, nemine persequente;
iustus autem quasi leo confidens.
2 Propter peccata terrae multi principes eius;
et propter hominem intellegentem et sapientem
rectus ordo longior erit.
3 Vir pauper et calumnians pauperes
similis est imbri vehementi, in quo paratur fames.
4 Qui derelinquunt legem, laudant impium;
qui custodiunt, succenduntur contra eum.
5 Viri mali non intellegunt iudicium; qui autem requirunt Dominum,
animadvertunt omnia.
6 Melior est pauper ambulans in simplicitate sua
quam perversus in viis suis, quamquam dives.
7 Qui custodit legem, filius sapiens est;
qui autem comissatores pascit, confundit patrem suum.
8 Qui coacervat divitias suas usuris et fenore,
liberali in pauperes congregat eas.
9 Qui declinat aures suas, ne audiat legem,
oratio quoque eius erit exsecrabilis.
10 Qui decipit iustos in via mala, in interitu suo corruet,
et simplices possidebunt bona eius.
11 Sapiens sibi videtur vir dives,
pauper autem prudens scrutabitur eum.
12 In exsultatione iustorum multa gloria est,
et, cum exaltantur impii, abscondit se homo.
13 Qui abscondit scelera sua, non prosperabit;
qui autem confessus fuerit et reliquerit ea,
misericordiam consequetur.
14 Beatus homo, qui semper est pavidus;
qui vero indurat cor suum, corruet in malum.
15 Leo rugiens et ursus esuriens
princeps impius super populum pauperem.
16 Dux indigens prudentia multos opprimet;
qui autem odit avaritiam, longi fient dies eius.
17 Hominem, animae cuiusdam sanguine gravatum, si usque ad lacum
fugerit, nemo sustineat.
18 Qui ambulat simpliciter, salvus erit;
qui perversis graditur viis, subito concidet.
19 Qui operatur terram suam, satiabitur panibus;
qui autem sectatur otium, replebitur egestate.
20 Vir fidelis multum laudabitur; qui autem festinat ditari,
non erit innocens.
21 Qui dignoscit in iudicio faciem, non benefacit;
et pro buccella panis praevaricatur homo.
22 Festinat ditari vir invidus,
ignorat quod egestas superveniet ei.
23 Qui corripit hominem, gratiam postea inveniet
magis quam ille, qui lingua blanditur.
24 Qui abripit aliquid a patre suo et a matre
et dicit: “ Hoc non est peccatum ”,
particeps homicidae est.
25 Qui desiderium dilatat, iurgia concitat;
qui vero sperat in Domino, impinguabitur.
26 Qui confidit in corde suo, stultus est;
qui autem graditur sapienter, ipse salvabitur.
27 Qui dat pauperi, non indigebit;
qui autem occultat oculos, abundabit maledictis.
28 Cum surrexerint impii, abscondentur homines;
cum illi perierint, multiplicabuntur iusti.
28
1 L`empio fugge anche se nessuno lo insegue, mentre il giusto
è sicuro come un giovane leone.
2 Per i delitti di un paese molti sono i suoi tiranni, ma
con un uomo intelligente e saggio l`ordine si mantiene.
3 Un uomo empio che opprime i miseri è una pioggia torrenziale
che non porta pane.
4 Quelli che violano la legge lodano l`empio, ma quanti osservano
la legge gli muovono guerra.
5 I malvagi non comprendono la giustizia, ma quelli che cercano
il Signore comprendono tutto. 6 Meglio un povero dalla condotta
integra che uno dai costumi perversi, anche se ricco.
7 Chi osserva la legge è un figlio intelligente, chi frequenta
i crapuloni disonora suo padre.
8 Chi accresce il patrimonio con l`usura e l`interesse, lo
accumula per chi ha pietà dei miseri.
9 Chi volge altrove l`orecchio per non ascoltare la legge,
anche la sua preghiera è in abominio.
10 Chi fa traviare gli uomini retti per una cattiva strada,
cadrà egli stesso nella fossa, mentre gli integri possederanno
fortune. 11 Il ricco si crede saggio, ma il
povero intelligente lo scruta bene.
12 Grande è la gioia quando trionfano i giusti, ma se prevalgono
gli empi ognuno si nasconde.
13 Chi nasconde le proprie colpe non avrà successo; chi le
confessa e cessa di farle troverà indulgenza.
14 Beato l`uomo che teme sempre, chi indurisce il cuore cadrà
nel male.
15 Leone ruggente e orso affamato, tale è il malvagio che
domina su un popolo povero.
16 Un principe privo di senno moltiplica le vessazioni, ma
chi odia la rapina prolungherà i suoi giorni.
17 Un uomo perseguitato per omicidio fuggirà fino alla tomba:
nessuno lo soccorre.
18 Chi procede con rettitudine sarà salvato, chi va per vie
tortuose cadrà ad un tratto.
19 Chi lavora la sua terra si sazierà di pane, chi insegue
chimere si sazierà di miseria.
20 L`uomo leale sarà colmo di benedizioni, chi si arricchisce
in fretta non sarà esente da colpa.
21 Non è bene essere parziali, per un pezzo di pane si pecca.
22 L`uomo dall`occhio cupido è impaziente di arricchire e
non pensa che gli piomberà addosso la miseria.
23 Chi corregge un altro troverà in fine più favore di chi
ha una lingua adulatrice.
24 Chi deruba il padre o la madre e dice: "Non è peccato",
è compagno dell`assassino.
25 L`uomo avido suscita litigi, ma chi confida nel Signore
avrà successo.
26 Chi confida nel suo senno è uno stolto, chi si comporta
con saggezza sarà salvato.
27 Per chi dá al povero non c`è indigenza, ma chi chiude gli
occhi avrà grandi maledizioni.
28 Se prevalgono gli empi, tutti si nascondono,se essi periscono,
sono potenti i giusti.
29
1 Vir, qui correptiones dura cervice contemnit,
subito conteretur absque sanatione.
2 In multiplicatione iustorum laetabitur vulgus;
et in dominatione impii gemet populus.
3 Vir, qui amat sapientiam, laetificat patrem suum;
qui autem nutrit scorta, perdet substantiam.
4 Rex in iustitia erigit terram;
vir acceptor donorum destruet eam.
5 Homo, qui blanditur amico suo,
rete expandit gressibus eius.
6 In peccato vir iniquus irretitur laqueo,
et iustus exsultabit atque gaudebit.
7 Novit iustus causam pauperum,
impius ignorat scientiam.
8 Homines pestilentes dissipant civitatem;
sapientes vero avertunt furorem.
9 Vir sapiens, si cum stulto iudicio contenderit,
sive irascatur sive rideat, non inveniet requiem.
10 Viri sanguinum oderunt simplicem;
iusti autem quaerunt animam eius.
11 Totum spiritum suum profert stultus;
sapiens mitigat eum in posterum.
12 Princeps, qui libenter audit verba mendacii,
omnes ministros habet impios.
13 Pauper et oppressor obviaverunt sibi,
utriusque oculorum illuminator est Dominus.
14 Rex, qui iudicat in veritate pauperes,
thronus eius in aeternum firmabitur.
15 Virga atque correptio tribuit sapientiam;
puer autem, qui dimittitur voluntati suae, confundit matrem
suam.
16 In multiplicatione impiorum multiplicabuntur scelera,
et iusti ruinas eorum videbunt.
17 Erudi filium tuum, et refrigerabit te
et dabit delicias animae tuae.
18 Cum visio defecerit, dissipabitur populus;
qui vero custodit legem, beatus est.
19 Servus verbis non potest erudiri,
quia intellegit et respondere contemnit.
20 Vidisti hominem velocem ad loquendum?
Magis illo spem habebit insipiens.
21 Qui delicate a pueritia nutrit servum suum,
postea sentiet eum contumacem.
22 Vir iracundus provocat rixas; et, qui ad indignandum facilis
est, erit ad peccandum proclivior.
23 Superbia hominis humiliabit eum,
et humilis spiritu suscipiet gloriam.
24 Qui cum fure participat, odit animam suam;
adiuramentum audit et non indicat.
25 Timor hominis inducit laqueum;
qui sperat in Domino, sublevabitur.
26 Multi requirunt faciem principis;
et iudicium a Domino egreditur singulorum.
27 Abominantur iusti virum impium;
et abominantur impii eos, qui recta sunt via.
29
1 L`uomo che, rimproverato, resta di dura cervice sarà spezzato
all`improvviso e senza rimedio.
2 Quando comandano i giusti, il popolo gioisce, quando governano
gli empi, il popolo geme.
3 Chi ama la sapienza allieta il padre, ma chi frequenta prostitute
dissipa il patrimonio.
4 Il re con la giustizia rende prospero il paese, l`uomo che
fa esazioni eccessive lo rovina.
5 L`uomo che adula il suo prossimo gli tende una rete per
i suoi passi.
6 Sotto i passi del malvagio c`è un trabocchetto, mentre il
giusto corre ed è contento.
7 Il giusto si prende a cuore la causa dei miseri, ma l`empio
non intende ragione.
8 I beffardi mettono sottosopra una città, mentre i saggi
placano la collera.
9 Se un saggio discute con uno stolto, si agiti o rida, non
vi sarà conclusione.
10 Gli uomini sanguinari odiano l`onesto, mentre i giusti
hanno cura di lui.
11 Lo stolto dá sfogo a tutto il suo malanimo, il saggio alla
fine lo sa calmare.
12 Se un principe dá ascolto alle menzogne, tutti i suoi ministri
sono malvagi.
13 Il povero e l`usuraio si incontrano; è il Signore che illumina
gli occhi di tutti e due.
14 Un re che giudichi i poveri con equità rende saldo il suo
trono per sempre. 15 La verga e la correzione danno
sapienza, ma il giovane lasciato a se stesso disonora sua
madre.
16 Quando governano i malvagi, i delitti abbondano, ma i giusti
ne vedranno la rovina.
17 Correggi il figlio e ti farà contento e ti procurerà consolazioni.
18 Senza la rivelazione il popolo diventa sfrenato; beato
chi osserva la legge.
19 Lo schiavo non si corregge a parole, comprende, infatti,
ma non obbedisce.
20 Hai visto un uomo precipitoso nel parlare? C`è più da sperare
in uno stolto che in lui.
21 Chi accarezza lo schiavo fin dall`infanzia, alla fine costui
diventerà insolente.
22 Un uomo collerico suscita litigi e l`iracondo commette
molte colpe.
23 L`orgoglio dell`uomo ne provoca l`umiliazione, l`umile
di cuore ottiene onori.
24 Chi è complice del ladro, odia se stesso, egli sente l`imprecazione,
ma non denuncia nulla.
25 Il temere gli uomini pone in una trappola; ma chi confida
nel Signore è al sicuro.
26 Molti ricercano il favore del principe, ma è il Signore
che giudica ognuno.
27 L`iniquo è un abominio per i giusti e gli uomini retti
sono in abominio ai malvagi.
30
1 Verba Agur filii Iaces ex Massa. Oraculum hominis ad Itiel,
ad Itiel et Ucal.
2 Quoniam stultissimus sum virorum,
et sapientia hominum non est mecum;
3 et non didici sapientiam et scientiam sanctorum non novi.
4 Quis ascendit in caelum atque descendit?
Quis continuit spiritum in manibus suis? Quis colligavit aquas
quasi in vestimento? Quis statuit omnes terminos terrae? Quod
nomen est eius, et quod nomen filii eius, si nosti?
5 Omnis sermo Dei probatus clipeus est sperantibus in eum.
6 Ne addas quidquam verbis illius: et arguaris inveniarisque
mendax.
7 Duo rogavi te, ne deneges mihi, antequam moriar:
8 vanitatem et verba mendacia longe fac a me,
mendicitatem et divitias ne dederis mihi, tribue tantum victum
demensum mihi,
9 ne forte satiatus illiciar ad negandum et dicam: “ Quis
est Dominus? ” aut egestate compulsus furer
et periurem nomen Dei mei.
10 Ne calumnieris servum ad dominum suum,
ne forte maledicat tibi, et puniaris.
11 Generatio, quae patri suo maledicit et quae matri suae non
benedicit.
12 Generatio, quae sibi munda videtur et non est lota a sordibus
suis.
13 Generatio, cuius oculi quam excelsi sunt, et palpebrae eius
in alta surrectae!
14 Generatio, quae pro dentibus gladios habet,
et cultri molares eius, ut comedat inopes de terra
et pauperes ex hominibus.
15 Sanguisugae duae sunt filiae: “ Affer, affer! ”.
Tria sunt insaturabilia, et quattuor, quae numquam dicunt: “
Sufficit! ”:
16 infernus et venter sterilis, terra, quae non satiatur aqua,
ignis, qui numquam dicit: “ Sufficit!”.
17 Oculum, qui subsannat patrem
et qui despicit obsequium matris suae, effodiant eum corvi de
torrente, et comedant eum filii aquilae.
18 Tria sunt nimis difficilia mihi, et quattuor penitus ignoro:
19 viam aquilae in caelo, viam colubri super petram, viam navis
in medio mari et viam viri in adulescentula.
20 Talis est et via mulieris adulterae, quae comedit et tergens
os suum dicit: “ Non sum operata malum ”.
21 Per tria movetur terra, et quattuor non potest sustinere:
22 per servum, cum regnaverit, per stultum, cum saturatus fuerit
cibo,
23 per odiosam mulierem, cum in matrimonio fuerit assumpta,
et per ancillam, cum fuerit heres dominae suae.
24 Quattuor sunt minima terrae, et ipsa sunt sapientiora sapientibus:
25 formicae populus infirmus, quae praeparant in messe cibum
sibi;
26 hyraces plebs invalida, qui collocant in petra cubile suum;
27 regem locusta non habet et egreditur universa per turmas
suas;
28 stellio manibus nititur et moratur in aedibus regis.
29 Tria sunt, quae bene gradiuntur, et quattuor, quae incedunt
feliciter:
30 leo fortissimus bestiarum ad nullius pavebit occursum,
31 gallus succinctus lumbos et aries et rex, qui secum habet
exercitum.
32 Si stultum te praebuisti, postquam elevatus es in sublime,
et si considerasti, ori impone manum.
33 Qui enim fortiter premit lac, exprimit butyrum,
et, qui vehementer emungit nares, elicit sanguinem, et, qui
provocat iras, producit discordias.
30
1 Detti di Agùr figlio di Iakè, da Massa. Dice quest`uomo:
Sono stanco, o Dio, sono stanco, o Dio, e vengo meno,
2 perché io sono il più ignorante degli uomini e non ho intelligenza
umana;
3 non ho imparato la sapienza e ignoro la scienza del Santo.
4 Chi è salito al cielo e ne è sceso? Chi ha raccolto il vento
nel suo pugno? Chi ha racchiuso le acque nel suo mantello?
Chi ha fissato tutti i confini della terra? Come si chiama?
Qual è il nome di suo figlio, se lo sai?
5 Ogni parola di Dio è appurata; egli è uno scudo per chi
ricorre a lui.
6 Non aggiungere nulla alle sue parole, perché non ti riprenda
e tu sia trovato bugiardo.
7 Io ti domando due cose, non negarmele prima che io muoia:
8 tieni lontano da me falsità e menzogna, non darmi né povertà
né ricchezza; ma fammi avere il cibo necessario,
9 perché, una volta sazio, io non ti rinneghi e dica: "Chi
è il Signore?", oppure, ridotto all`indigenza, non rubi e
profani il nome del mio Dio.
10 Non calunniare lo schiavo presso il padrone, perché egli
non ti maledica e tu non ne porti la pena.
11 C`è gente che maledice suo padre e non benedice sua madre.
12 C`è gente che si crede pura, ma non si è lavata della sua
lordura.
13 C`è gente dagli occhi così alteri e dalle ciglia così altezzose!
14 C`è gente i cui denti sono spade e i cui molari sono coltelli,
per divorare gli umili eliminandoli dalla terra e i poveri
in mezzo agli uomini.
15 La sanguisuga ha due figlie: "Dammi! Dammi!". Tre cose
non si saziano mai, anzi quattro non dicono mai: "Basta!":
16 gli inferi, il grembo sterile, la terra mai sazia d`acqua
e il fuoco che mai dice: "Basta!". 17 L`occhio che guarda con scherno
il padre e disprezza l`obbedienza alla madre sia cavato dai
corvi della valle e divorato dagli aquilotti.
18 Tre cose mi sono difficili, anzi quattro, che io non comprendo:
19 il sentiero dell`aquila nell`aria, il sentiero del serpente
sulla roccia, il sentiero della nave in alto mare, il sentiero
dell`uomo in una giovane.
20 Tale è la condotta della donna adultera: mangia e si pulisce
la bocca e dice: "Non ho fatto niente di male!".
21 Per tre cose freme la terra, anzi quattro cose non può
sopportare:
22 uno schiavo che diventi re, uno stolto che abbia viveri
in abbondanza,
23 una donna già trascurata da tutti che trovi marito e una
schiava che prenda il posto della padrona.
24 Quattro esseri sono fra le cose più piccole della terra,
eppure sono i più saggi dei saggi:
25 le formiche, popolo senza forza, che si provvedono il cibo
durante l`estate;
26 gli iràci, popolo imbelle, ma che hanno la tana sulle rupi;
27 le cavallette, che non hanno un re, eppure marciano tutte
insieme schierate;
28 la lucertola, che si può prender con le mani, ma penetra
anche nei palazzi dei re.
29 Tre esseri hanno un portamento maestoso, anzi quattro sono
eleganti nel camminare:
30 il leone, il più forte degli animali, che non indietreggia
davanti a nessuno;
31 il gallo pettoruto e il caprone e un re alla testa del
suo popolo.
32 Se ti sei esaltato per stoltezza e se poi hai riflettuto,
mettiti una mano sulla bocca,
33 poiché, sbattendo il latte ne esce la panna, premendo il
naso ne esce il sangue, spremendo la collera ne esce la lite.
31
1 Verba Lamuelis regis Massa, quae erudivit eum mater eius.
2 Quid, fili mi? Quid, fili uteri mei?
Quid, fili votorum meorum?
3 Ne dederis mulieribus substantiam tuam
et vias tuas illis, quae delent reges.
4 Non decet reges, o Lamuel, non decet reges bibere vinum,
nec magistratus desiderare siceram,
5 ne forte bibant et obliviscantur iudiciorum
et mutent causam omnium filiorum pauperis.
6 Date siceram pereunti et vinum his, qui amaro sunt animo:
7 bibat et obliviscatur egestatis suae et doloris sui non recordetur
amplius.
8 Aperi os tuum pro muto et causis omnium filiorum, qui pereunt;
9 aperi os tuum, decerne, quod iustum est, et iudica inopem
et pauperem.
10 Mulierem fortem quis inveniet? Longe super gemmas pretium
eius.
11 Confidit in ea cor viri sui et spoliis non indigebit.
12 Reddet ei bonum et non malum omnibus diebus vitae suae.
13 Quaesivit lanam et linum et operata est delectatione manuum
suarum.
14 Facta est quasi navis institoris de longe portans panem suum.
15 Et de nocte surrexit deditque praedam domesticis suis et
cibaria ancillis suis.
16 Consideravit agrum et emit eum;
de fructu manuum suarum plantavit vineam.
17 Accinxit fortitudine lumbos suos
et roboravit brachium suum.
18 Gustavit et vidit quia bona est negotiatio eius; non exstinguetur
in nocte lucerna eius.
19 Manum suam misit ad colos, et digiti eius apprehenderunt
fusum.
20 Palmas suas aperuit inopi et manum suam extendit ad pauperem.
21 Non timebit domui suae a frigoribus nivis: omnes enim domestici
eius vestiti sunt duplicibus.
22 Stragulatam vestem fecit sibi; byssus et purpura indumentum
eius.
23 Nobilis in portis vir eius, quando sederit cum senatoribus
terrae.
24 Sindonem fecit et vendidit et cingulum tradidit Chananaeo.
25 Fortitudo et decor indumentum eius, et ridebit in die novissimo.
26 Os suum aperuit sapientiae, et lex clementiae in lingua eius.
27 Consideravit semitas domus suae et panem otiosa non comedit.
28 Surrexerunt filii eius et beatissimam praedicaverunt, vir
eius et laudavit eam:
29 “ Multae filiae fortiter operatae sunt,
tu supergressa es universas ”.
30 Fallax gratia et vana est pulchritudo;
mulier timens Dominum ipsa laudabitur.
31 Date ei de fructu manuum suarum,
et laudent eam in portis opera eius.
31
1 Parole di Lemuèl, re di Massa, che sua madre gli insegnò.
2 E che, figlio mio! E che, figlio delle mie viscere! E che,
figlio dei miei voti!
3 Non dare il tuo vigore alle donne, né i tuoi costumi a quelle
che corrompono i re.
4 Non conviene ai re, Lemuèl, non conviene ai re bere il vino,
né ai principi bramare bevande inebrianti,
5 per paura che, bevendo, dimentichino i loro decreti e tradiscano
il diritto di tutti gli afflitti.
6 Date bevande inebrianti a chi sta per perire e il vino a chi
ha l`amarezza nel cuore.
7 Beva e dimentichi la sua povertà e non si ricordi più delle
sue pene.
8 Apri la bocca in favore del muto in difesa di tutti gli sventurati.
9 Apri la bocca e giudica con equità e rendi giustizia all`infelice
e al povero.
10 Una donna perfetta chi potrà trovarla? Ben superiore alle
perle è il suo valore.
11 In lei confida il cuore del marito e non verrà a mancargli
il profitto.
12 Essa gli dá felicità e non dispiacere per tutti i giorni
della sua vita.
13 Si procura lana e lino e li lavora volentieri con le mani.
14 Ella è simile alle navi di un mercante, fa venire da lontano
le provviste.
15 Si alza quando ancora è notte e prepara il cibo alla sua
famiglia e dá ordini alle sue domestiche. 16 Pensa ad un campo
e lo compra e con il frutto delle sue mani pianta una vigna.
17 Si cinge con energia i fianchi e spiega la forza delle sue
braccia.
18 E` soddisfatta, perché il suo traffico va bene, neppure di
notte si spegne la sua lucerna.
19 Stende la sua mano alla conocchia e mena il fuso con le dita.
20 Apre le sue mani al misero, stende la mano al povero.
21 Non teme la neve per la sua famiglia, perché tutti i suoi
di casa hanno doppia veste.
22 Si fa delle coperte, di lino e di porpora sono le sue vesti.
23 Suo marito è stimato alle porte della città dove siede con
gli anziani del paese.
24 Confeziona tele di lino e le vende e fornisce cinture al
mercante.
25 Forza e decoro sono il suo vestito e se la ride dell`avvenire.
26 Apre la bocca con saggezza e sulla sua lingua c`è dottrina
di bontà.
27 Sorveglia l`andamento della casa; il pane che mangia non
è frutto di pigrizia.
28 I suoi figli sorgono a proclamarla beata e suo marito a farne
l`elogio:
29 "Molte figlie hanno compiuto cose eccellenti, ma tu le hai
superate tutte!".
30 Fallace è la grazia e vana è la bellezza, ma la donna che
teme Dio è da lodare.
31 Datele del frutto delle sue mani e le sue stesse opere la
lodino alle porte della città.
Realizzato
da Luca, Catia, Mariuccia e Antonio.
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