7
1 Melius est nomen bonum quam unguenta pretiosa,
et dies mortis die nativitatis.
2 Melius est ire ad domum luctus quam ad domum convivii; in
illa enim finis cunctorum hominum,
et vivens hoc conferet in corde.
3 Melior est tristitia risu, quia per tristitiam vultus corrigitur
animus.
4 Cor sapientium in domo luctus, et cor stultorum in domo laetitiae.
5 Melius est a sapiente corripi quam laetari stultorum canticis,
6 quia sicut sonitus spinarum ardentium sub olla,
sic risus stulti. Sed et hoc vanitas.
7 Quia calumnia stultum facit sapientem,
et munus cor insanire facit.
8 “ Melior est finis negotii quam principium,
melior est patiens arrogante ”.
9 Ne sis velox in animo ad irascendum, quia ira in sinu stulti
requiescit.
10 Ne dicas: “Quid, putas, causae est quod priora tempora
meliora fuere quam nunc sunt? ”. Non enim ex sapientia
interrogas de hoc.
11 Bona est sapientia cum divitiis et prodest videntibus solem.
12 Sicut enim protegit sapientia, sic protegit pecunia; hoc
autem plus habet eruditio, quod sapientia vitam tribuit possessori
suo.
13 Considera opera Dei: quod nemo possit corrigere, quod ille
curvum fecerit.
14 In die bona fruere bonis et in die mala considera: sicut
hanc, sic et illam fecit Deus, ita ut non inveniat homo quidquam
de futuro.
15 Cuncta vidi in diebus vanitatis meae: est iustus, qui perit
in iustitia sua, et impius, qui multo vivit tempore in malitia
sua.
16 Noli esse nimis iustus neque sapiens supra modum! Cur te
perdere vis?
17 Ne agas nimis impie et noli esse stultus!
Cur mori debeas in tempore non tuo?
18 Bonum est ut, quod habes, teneas, sed et ab illo ne subtrahas
manum tuam, quia qui timet Deum, utrumque devitat.
19 Sapientia confortabit sapientem super decem principes civitatis.
20 Nullus enim homo iustus in terra, qui faciat bonum et non
peccet.
21 Sed et cunctis sermonibus, qui dicuntur, ne accommodes cor
tuum, ne forte audias servum tuum maledicentem tibi;
22 scit enim conscientia tua, quia et tu crebro maledixisti
aliis.
23 Cuncta tentavi in sapientia, dixi: “ Sapiens efficiar
”.
24 Et ipsa longius recessit a me. Longe est, quod fuit; et alta
est profunditas. Quis inveniet eam?
25 Lustravi universa animo meo, ut scirem et considerarem et
quaererem sapientiam et rationem et ut cognoscerem impietatem
esse stultitiam et errorem imprudentiam.
26 Et invenio amariorem morte mulierem, quae laqueus venatorum
est, et sagena cor eius, vincula sunt manus illius. Qui placet
Deo, effugiet eam; qui autem peccator est, capietur ab illa.
27 Ecce hoc inveni, dixit Ecclesiastes, unum et alterum, ut
invenirem rationem,
28 quam adhuc quaerit anima mea, et non inveni:
Hominem de mille unum repperi,
mulierem ex omnibus non inveni.
29 Ecce solummodo hoc inveni: Quod fecerit Deus hominem rectum,
et ipsi quaesierint infinitas quaestiones.
7
1 Un buon nome è preferibile all`unguento profumato e il giorno
della morte al giorno della nascita.
2 E` meglio andare in una casa in pianto che andare in una casa
in festa; perché quella è la fine d`ogni uomo e chi vive ci
rifletterà.
3 E` preferibile la mestizia al riso, perché sotto un triste
aspetto il cuore è felice.
4 Il cuore dei saggi è in una casa in lutto e il cuore degli
stolti in una casa in festa.
5 Meglio ascoltare il rimprovero del saggio che ascoltare il
canto degli stolti:
6 perché com`è il crepitio dei pruni sotto la pentola, tale
è il riso degli stolti. Ma anche questo è vanità.
7 Il mal tolto rende sciocco il saggio e i regali corrompono
il cuore.
8 Meglio la fine di una cosa che il suo principio; è meglio
la pazienza della superbia.
9 Non esser facile a irritarti nel tuo spirito, perché l`ira
alberga in seno agli stolti.
10 Non domandare: "Come mai i tempi antichi erano migliori del
presente?", poiché una tale domanda non è ispirata da saggezza.
11 E` buona la saggezza insieme con un patrimonio ed è utile
per coloro che vedono il sole;
12 perché si sta all`ombra della saggezza come si sta all`ombra
del denaro e il profitto della saggezza fa vivere chi la possiede.
13 Osserva l`opera di Dio: chi può raddrizzare ciò che egli
ha fatto curvo?
14 Nel giorno lieto stá allegro e nel giorno triste rifletti:
"Dio ha fatto tanto l`uno quanto l`altro, perché l`uomo non
trovi nulla da incolparlo".
15 Tutto ho visto nei giorni della mia vanità: perire il giusto
nonostante la sua giustizia, vivere a lungo l`empio nonostante
la sua iniquità.
16 Non esser troppo scrupoloso né saggio oltre misura. Perché
vuoi rovinarti?
17 Non esser troppo malvagio e non essere stolto. Perché vuoi
morire innanzi tempo?
18 E` bene che tu ti attenga a questo e che non stacchi la mano
da quello, perché chi teme Dio riesce in tutte queste cose.
19 La sapienza rende il saggio più forte di dieci potenti che
governano la città.
20 Non c`è infatti sulla terra un uomo così giusto che faccia
solo il bene e non pecchi.
21 Ancora: non fare attenzione a tutte le dicerie che si fanno,
per non sentir che il tuo servo ha detto male di te,
22 perché il tuo cuore sa che anche tu hai detto tante volte
male degli altri.
23 Tutto questo io ho esaminato con sapienza e ho detto: "Voglio
essere saggio!", ma la sapienza è lontana da me!
24 Ciò che è stato è lontano e profondo, profondo: chi lo può
raggiungere?
25 Mi son applicato di nuovo a conoscere e indagare e cercare
la sapienza e il perché delle cose e a conoscere che la malvagità
è follia e la stoltezza pazzia.
26 Trovo che amara più della morte è la donna, la quale è tutta
lacci: una rete il suo cuore, catene le sue braccia. Chi è gradito
a Dio la sfugge ma il peccatore ne resta preso.
27 Vedi, io ho scoperto questo, dice Qoèlet, confrontando una
ad una le cose, per trovarne la ragione.
28 Quello che io cerco ancora e non ho trovato è questo: Un
uomo su mille l`ho trovato: ma una donna fra tutte non l`ho
trovata.
29 Vedi, solo questo ho trovato: Dio ha fatto l`uomo retto,
ma essi cercano tanti fallaci ragionamenti.
8
1 Quis talis, ut sapiens est? Et quis cognovit solutionem re
rum? Sapientia hominis illuminat vultum eius, et durities faciei
illius commutatur.
2 Os regis observa et propter iuramenta Dei
3 ne festines recedere a facie eius neque permaneas in re mala,
quia omne, quod voluerit, faciet.
4 Quia sermo illius potestate plenus est, nec dicere ei quisquam
potest: “ Quare ita facis? ”.
5 Qui custodit praeceptum, non experietur quidquam mali; tempus
et iudicium cor sapientis intellegit.
6 Omni enim negotio tempus est et iudicium, et multa hominis
afflictio;
7 ignorat enim quid futurum sit, nam quomodo sit futurum, quis
nuntiabit ei?
8 Non est in hominis potestate dominari super spiritum nec cohibere
spiritum, nec habet potestatem supra diem mortis, nec ulla remissio
est ingruente bello, neque salvabit impietas impium.
9 Omnia haec consideravi et dedi cor meum cunctis operibus,
quae fiunt sub sole, quo tempore dominatur homo homini in malum
suum.
10 Et ita vidi impios sepultos, discedentes de loco sancto;
in oblivionem cadere in civitate, quod ita egerunt: sed et hoc
vanitas est.
11 Etenim, quia non profertur cito sententia contra opera mala,
ideo cor filiorum hominum repletur, ut perpetrent mala.
12 Nam peccator centies facit malum et prolongat sibi dies;
verumtamen novi quod erit bonum timentibus Deum, qui verentur
faciem eius.
13 Non sit bonum impio, nec prolongabit dies suos quasi umbram,
qui non timet faciem Domini.
14 Est vanitas, quae fit super terram: sunt iusti, quibus mala
proveniunt, quasi opera egerint impiorum, et sunt impii, quibus
bona proveniunt, quasi iustorum facta habeant; sed et hoc vanissimum
iudico.
15 Laudavi igitur laetitiam quod non esset homini bonum sub
sole, nisi quod comederet et biberet atque gauderet et hoc solum
secum auferret de labore suo in diebus vitae suae, quos dedit
ei Deus sub sole.
16 Cum apposui cor meum, ut scirem sapientiam et intellegerem
occupationem, quae versatur in terra, quod diebus et noctibus
somnum non capit oculis,
17 ecce intellexi quod omnium operum Dei nullam possit homo
invenire rationem eorum, quae fiunt sub sole; et quanto plus
laboraverit homo ad quaerendum, tanto minus inveniet; etiamsi
dixerit sapiens se nosse, non poterit reperire.
8
1 Chi è come il saggio? Chi conosce la spiegazione delle cose?
La sapienza dell`uomo ne rischiara il volto, ne cambia la durezza
del viso.
2 Osserva gli ordini del re e, a causa del giuramento fatto
a Dio, 3 non allontanarti in fretta da lui e non persistere
nel male; perché egli può fare ciò che vuole.
4 Infatti, la parola del re è sovrana; chi può dirgli: "Che
fai?".
5 Chi osserva il comando non prova alcun male; la mente del
saggio conosce il tempo e il giudizio.
6 Infatti, per ogni cosa vi è tempo e giudizio e il male dell`uomo
ricade gravemente su chi lo fa.
7 Questi ignora che cosa accadrà; chi mai può indicargli come
avverrà?
8 Nessun uomo è padrone del suo soffio vitale tanto da trattenerlo,
né alcuno ha potere sul giorno della sua morte, né c`è scampo
dalla lotta; l`iniquità non salva colui che la compie.
9 Tutto questo ho visto riflettendo su ogni azione che si compie
sotto il sole, quando l`uomo domina sull`altro uomo, a proprio
danno.
10 Frattanto ho visto empi venir condotti alla sepoltura; invece,
partirsene dal luogo santo ed essere dimenticati nella città
coloro che avevano operato rettamente. Anche questo è vanità.
11 Poiché non si dá una sentenza immediata contro una cattiva
azione, per questo il cuore dei figli dell`uomo è pieno di voglia
di fare il male;
12 poiché il peccatore, anche se commette il male cento volte,
ha lunga vita. Tuttavia so che saranno felici coloro che temono
Dio, appunto perché provano timore davanti a lui,
13 e non sarà felice l`empio e non allungherà come un`ombra
i suoi giorni, perché egli non teme Dio.
14 Sulla terra si ha questa delusione: vi sono giusti ai quali
tocca la sorte meritata dagli empi con le loro opere, e vi sono
empi ai quali tocca la sorte meritata dai giusti con le loro
opere. Io dico che anche questo è vanità.
15 Perciò approvo l`allegria, perché l`uomo non ha altra felicità,
sotto il sole, che mangiare e bere e stare allegro. Sia questa
la sua compagnia nelle sue fatiche, durante i giorni di vita
che Dio gli concede sotto il sole.
16 Quando mi sono applicato a conoscere la sapienza e a considerare
l`affannarsi che si fa sulla terra - poiché l`uomo non conosce
riposo né giorno né notte -
17 allora ho osservato tutta l`opera di Dio, e che l`uomo non
può scoprire la ragione di quanto si compie sotto il sole; per
quanto si affatichi a cercare, non può scoprirla. Anche se un
saggio dicesse di conoscerla, nessuno potrebbe trovarla.
9
1 Omnia haec contuli in corde meo, ut curiose intellegerem quod
iusti atque sapientes et opera eorum sunt in manu Dei. Utrum
amor sit an odium, omnino nescit homo: coram illis omnia.
2 Sicut omnibus sors una: iusto et impio, bono et malo, mundo
et immundo, immolanti victimas et non immolanti. Sicut bonus
sic et peccator;
ut qui iurat, ita et ille qui iuramentum timet.
3 Hoc est pessimum inter omnia, quae sub sole fiunt, quia sors
eadem cunctis; unde et corda filiorum hominum implentur malitia
et stultitia in vita sua, et novissima eorum apud mortuos.
4 Qui enim sociatur omnibus viventibus, habet fiduciam: melior
est canis vivus leone mortuo.
5 Viventes enim sciunt se esse morituros; mortui vero nihil
noverunt amplius nec habent ultra mercedem, quia oblivioni tradita
est memoria eorum.
6 Amor quoque eorum et odium et invidiae simul perierunt, nec
iam habent partem in hoc saeculo et in opere, quod sub sole
geritur.
7 Vade ergo et comede in laetitia panem tuum
et bibe cum gaudio vinum tuum,
etenim iam diu placuerunt Deo opera tua.
8 Omni tempore sint vestimenta tua candida,
et oleum de capite tuo non deficiat.
9 Perfruere vita cum uxore, quam diligis, cunctis diebus vitae
instabilitatis tuae, qui dati sunt tibi sub sole omni tempore
vanitatis tuae: haec est enim pars in vita et in labore tuo,
quo laboras sub sole.
10 Quodcumque facere potest manus tua, instanter operare, quia
nec opus nec ratio nec sapientia nec scientia erunt apud inferos,
quo tu properas.
11 Verti me ad aliud et vidi sub sole nec velocium esse cursum
nec fortium bellum nec sapientium panem nec doctorum divitias
nec prudentium gratiam, sed tempus casumque in omnibus.
12 Insuper nescit homo finem suum, sed sicut pisces capiuntur
sagena mala, et sicut aves laqueo comprehenduntur, sic capiuntur
homines in tempore malo, cum eis extemplo supervenerit.
13 Hanc quoque sub sole vidi sapientiam et probavi maximam:
14 civitas parva, et pauci in ea viri; venit contra eam rex
magnus et vallavit eam exstruxitque munitiones magnas per gyrum.
15 Inventusque est in ea vir pauper et sapiens et liberavit
urbem per sapientiam suam; et nullus deinceps recordatus est
hominis illius pauperis.
16 Et dicebam ego meliorem esse sapientiam fortitudine,
sed sapientia pauperis contemnitur,
et verba eius non sunt audita.
17 Verba sapientium cum lenitate audiuntur
plus quam clamor principis inter stultos.
18 Melior est sapientia quam arma bellica;
sed unus, qui peccaverit, multa bona perdet.
9 1 Infatti ho riflettuto su tutto questo e
ho compreso che i giusti e i saggi e le loro azioni sono nelle
mani di Dio. L`uomo non conosce né l`amore né l`odio; davanti
a lui tutto è vanità.
2 Vi è una sorte unica per tutti, per il giusto e l`empio, per
il puro e l`impuro, per chi offre sacrifici e per chi non li
offre, per il buono e per il malvagio, per chi giura e per chi
teme di giurare.
3 Questo è il male in tutto ciò che avviene sotto il sole: una
medesima sorte tocca a tutti e anche il cuore degli uomini è
pieno di male e la stoltezza alberga nel loro cuore mentre sono
in vita, poi se ne vanno fra i morti.
4 Certo, finché si resta uniti alla società dei viventi c`è
speranza: meglio un cane vivo che un leone morto.
5 I vivi sanno che moriranno, ma i morti non sanno nulla; non
c`è più salario per loro, perché il loro ricordo svanisce.
6 Il loro amore, il loro odio e la loro invidia, tutto è ormai
finito, non avranno più alcuna parte in tutto ciò che accade
sotto il sole.
7 Và, mangia con gioia il tuo pane, bevi il tuo vino con cuore
lieto, perché Dio ha già gradito le tue opere.
8 In ogni tempo le tue vesti siano bianche e il profumo non
manchi sul tuo capo.
9 Godi la vita con la sposa che ami per tutti i giorni della
tua vita fugace, che Dio ti concede sotto il sole, perché questa
è la tua sorte nella vita e nelle pene che soffri sotto il sole.
10 Tutto ciò che trovi da fare, fallo finché ne sei in grado,
perché non ci sarà né attività, né ragione, né scienza, né sapienza
giù negli inferi, dove stai per andare.
11 Ho visto anche sotto il sole che non è degli agili la corsa,
né dei forti la guerra e neppure dei sapienti il pane e degli
accorti la ricchezza e nemmeno degli intelligenti il favore,
perché il tempo e il caso raggiungono tutti.
12 Infatti l`uomo non conosce neppure la sua ora: simile ai
pesci che sono presi dalla rete fatale e agli uccelli presi
al laccio, l`uomo è sorpreso dalla sventura che improvvisa si
abbatte su di lui.
13 Anche questo fatto ho visto sotto il sole e mi parve assai
grave:
14 c`era una piccola città con pochi abitanti. Un gran re si
mosse contro di essa, l`assediò e vi costruì contro grandi bastioni.
15 Si trovava però in essa un uomo povero ma saggio, il quale
con la sua sapienza salvò la città; eppure nessuno si ricordò
di quest`uomo povero.
16 E io dico: E` meglio la sapienza della forza, ma la sapienza
del povero è disprezzata e le sue parole non sono ascoltate.
17 Le parole calme dei saggi si ascoltano più delle grida di
chi domina fra i pazzi.
18Meglio la sapienza che le armi da guerra, ma uno sbaglio solo
annienta un gran bene.
10
1 Muscae morientes perdunt et corrumpunt oleum unguentarii.
Gravior quam sapientia et gloria est parva stultitia.
2 Cor sapientis in dextera eius, et cor stulti in sinistra illius.
3 Sed et in via stultus ambulans, cum ipse insipiens sit, omnes
stultos aestimat.
4 Si spiritus potestatem habentis ascenderit contra te, locum
tuum ne dimiseris, quia lenitas faciet cessare peccata maxima.
5 Est malum, quod vidi sub sole quasi errorem egredientem a
facie principis:
6 positum stultum in dignitate sublimi et divites sedere deorsum.
7 Vidi servos in equis et principes ambulantes super terram
quasi servos.
8 Qui fodit foveam, incidet in eam;
et, qui dissipat murum, mordebit eum coluber.
9 Qui excidit lapides, affligetur in eis;
et, qui scindit ligna, periclitabitur ex eis.
10 Si retusum fuerit ferrum, et aciem eius non exacueris, labor
multiplicabitur, sed lucrum industriae erit sapientia.
11 Si mordeat serpens incantatione neglecta, nihil lucri habet
incantator.
12 Verba oris sapientis gratia,
et labia insipientis praecipitabunt eum.
13 Initium verborum eius stultitia,
et novissimum oris illius insipientia mala.
14 Stultus verba multiplicat: “ Ignorat homo quid futurum
sit; et, quid post se futurum sit, quis ei poterit indicare?”.
15 Labor stultorum affliget eos,
qui nesciunt in urbem pergere.
16 Vae tibi, terra, cuius rex puer est,
et cuius principes mane comedunt.
17 Beata terra, cuius rex nobilis est,
et cuius principes vescuntur in tempore suo
ad reficiendum et non ad luxuriam.
18 In pigris manibus humiliabitur contignatio,
et in remissis perstillabit domus.
19 In risum faciunt epulas; vinum laetificat vitam,
et pecunia praestat omnia.
20 In cogitatione tua regi ne detrahas
et in secreto cubiculi tui ne maledixeris diviti,
quia et aves caeli portabunt vocem tuam,
et, qui habet pennas, annuntiabit sententiam.
10
1 Una mosca morta guasta l`unguento del profumiere: un pò di
follia può contare più della sapienza e dell`onore.
2 La mente del sapiente si dirige a destra e quella dello stolto
a sinistra.
3 Per qualunque via lo stolto cammini è privo di senno e di
ognuno dice: "E` un pazzo".
4 Se l`ira d`un potente si accende contro di te, non lasciare
il tuo posto, perché la calma placa le offese anche gravi.
5 C`è un male che io ho osservato sotto il sole: l`errore commesso
da parte di un sovrano:
6 la follia vien collocata in posti elevati e gli abili siedono
in basso.
7 Ho visto schiavi a cavallo e prìncipi camminare a piedi come
schiavi.
8 Chi scava una fossa ci casca dentro e chi disfà un muro è
morso da una serpe.
9 Chi spacca le pietre si fa male e chi taglia legna corre pericolo.
10 Se il ferro è ottuso e non se ne affila il taglio, bisogna
raddoppiare gli sforzi; la riuscita sta nell`uso della saggezza.
11 Se il serpente morde prima d`essere incantato, non c`è niente
da fare per l`incantatore.
12 Le parole della bocca del saggio procurano benevolenza, ma
le labbra dello stolto lo mandano in rovina:
13 il principio del suo parlare è sciocchezza, la fine del suo
discorso pazzia funesta.
14 L`insensato moltiplica le parole: "Non sa l`uomo quel che
avverrà: chi gli manifesterà ciò che sarà dopo di lui?".
15 La fatica dello stolto lo stanca; poiché non sa neppure andare
in città.
16 Guai a te, o paese, che per re hai un ragazzo e i cui prìncipi
banchettano fin dal mattino!
17 Felice te, o paese, che per re hai un uomo libero e i cui
prìncipi mangiano al tempo dovuto per rinfrancarsi e non per
gozzovigliare.
18 Per negligenza il soffitto crolla e per l`inerzia delle mani
piove in casa.
19 Per stare lieti si fanno banchetti e il vino allieta la vita;
il denaro risponde a ogni esigenza.
20 Non dir male del re neppure con il pensiero e nella tua stanza
da letto non dir male del potente, perché un uccello del cielo
trasporta la voce e un alato riferisce la parola.
11
1 Mitte panem tuum super transeuntes aquas, quia post tempora
multa invenies illum.
2 Da partem septem necnon et octo, quia ignoras, quid futurum
sit mali super terram.
3 Si repletae fuerint nubes, imbrem super terram effundent;
si ceciderit lignum ad austrum aut ad aquilonem, in quocumque
loco ceciderit, ibi erit.
4 Qui observat ventum, non seminat, et, qui considerat nubes,
numquam metet.
5 Quomodo ignoras, quae sit via spiritus, et qua ratione compingantur
ossa in ventre praegnantis, sic nescis opera Dei, qui fabricator
est omnium.
6 Mane semina semen tuum, et vespere ne cesset manus tua, quia
nescis quid magis prosit, hoc aut illud, et si utrumque simul
melius erit.
7 Dulce lumen, et delectabile est oculis videre solem.
8 Si annis multis vixerit homo et in his omnibus laetatus fuerit,
meminisse debet tenebrosi temporis, quod multum erit: omne,
quod venerit, vanitas.
9 Laetare ergo, iuvenis, in adulescentia tua,
et in bono sit cor tuum in diebus iuventutis tuae,
et ambula in viis cordis tui et in intuitu oculorum tuorum et
scito quod pro omnibus his adducet te Deus in iudicium.
10 Aufer curam a corde tuo et amove malum a carne tua; adulescentia
enim et iuventus vanae sunt.
11
1 Getta il tuo pane sulle acque, perché con il tempo lo ritroverai.
2 Fanne sette od otto parti, perché non sai quale sciagura potrà
succedere sulla terra.
3 Se le nubi sono piene di acqua, la rovesciano sopra la terra;
se un albero cade a sud o a nord, là dove cade rimane.
4 Chi bada al vento non semina mai e chi osserva le nuvole non
miete.
5 Come ignori per qual via lo spirito entra nelle ossa dentro
il seno d`una donna incinta, così ignori l`opera di Dio che
fa tutto.
6 La mattina semina il tuo seme e la sera non dar riposo alle
tue mani, perché non sai qual lavoro riuscirà, se questo o quello
o se saranno buoni tutt`e due.
7 Dolce è la luce e agli occhi piace vedere il sole.
8 Anche se vive l`uomo per molti anni se li goda tutti, e pensi
ai giorni tenebrosi, che saranno molti: tutto ciò che accade
è vanità.
9 Stá lieto, o giovane, nella tua giovinezza, e si rallegri
il tuo cuore nei giorni della tua gioventù. Segui pure le vie
del tuo cuore e i desideri dei tuoi occhi. Sappi però che su
tutto questo Dio ti convocherà in giudizio.
10 Caccia la malinconia dal tuo cuore, allontana dal tuo corpo
il dolore, perché la giovinezza e i capelli neri sono un soffio.
12
1 Memento Creatoris tui in diebus iuventutis tuae,
antequam veniat tempus afflictionis, et appropinquent anni,
de quibus dicas: “ Non mihi placent ”;
2 antequam tenebrescat sol et lumen et luna et stellae, et revertantur
nubes post pluviam;
3 quando commovebuntur custodes domus,
et nutabunt viri fortissimi, et otiosae erunt molentes imminuto
numero, et tenebrescent videntes per foramina,
4 et claudentur ostia in platea submissa voce molentis, et consurgent
ad vocem volucris,
et subsident omnes filiae carminis;
5 excelsa quoque timebunt et formidabunt in via.
Florebit amygdalus, reptabit locusta, et dissipabitur capparis,
quoniam ibit homo in domum aeternitatis suae, et circuibunt
in platea plangentes,
6 antequam rumpatur funiculus argenteus, et frangatur lecythus
aureus, et conteratur hydria super fontem, et confringatur rota
super cisternam,
7 et revertatur pulvis in terram suam, unde erat,
et spiritus redeat ad Deum, qui dedit illum.
8 Vanitas vanitatum, dixit Ecclesiastes, et omnia vanitas.
9 Cumque esset sapientissimus, Ecclesiastes docuit insuper populum
scientiam; ponderavit et investigans composuit parabolas multas.
10 Quaesivit Ecclesiastes verba delectabilia et conscripsit
sermones rectissimos ac veritate plenos.
11 Verba sapientium sicut stimuli, et quasi clavi defixi sunt
magistri collationum; data sunt a pastore uno.
12 His amplius, fili mi, ne requiras: faciendi plures libros
nullus est finis, frequensque meditatio carnis afflictio est.
13 Finis loquendi, omnibus auditis: Deum time et mandata eius
observa; hoc est enim omnis homo.
14 Et cuncta, quae fiunt, adducet Deus in iudicium circa omne
occultum, sive bonum sive malum.
12
1 Ricòrdati del tuo creatore nei giorni della tua giovinezza,
prima che vengano i giorni tristi e giungano gli anni di cui
dovrai dire: "Non ci provo alcun gusto",
2 prima che si oscuri il sole, la luce, la luna e le stelle
e ritornino le nubi dopo la pioggia;
3 quando tremeranno i custodi della casa e si curveranno i gagliardi
e cesseranno di lavorare le donne che macinano, perché rimaste
in poche, e si offuscheranno quelle che guardano dalle finestre
4 e si chiuderanno le porte sulla strada; quando si abbasserà
il rumore della mola e si attenuerà il cinguettio degli uccelli
e si affievoliranno tutti i toni del canto;
5 quando si avrà paura delle alture e degli spauracchi della
strada; quando fiorirà il mandorlo e la locusta si trascinerà
a stento e il cappero non avrà più effetto, poiché l`uomo se
ne va nella dimora eterna e i piagnoni si aggirano per la strada;
6 prima che si rompa il cordone d`argento e la lucerna d`oro
s`infranga e si rompa l`anfora alla fonte e la carrucola cada
nel pozzo
7 e ritorni la polvere alla terra, com`era prima, e lo spirito
torni a Dio che lo ha dato.
8 Vanità delle vanità, dice Qoèlet, e tutto è vanità. Conclusione
9 Oltre a essere saggio, Qoèlet insegnò anche la scienza al
popolo; ascoltò, indagò e compose un gran numero di massime.
10 Qoèlet cercò di trovare pregevoli detti e scrisse con esattezza
parole di verità.
11 Le parole dei saggi sono come pungoli; come chiodi piantati,
le raccolte di autori: esse sono date da un solo pastore.
12 Quanto a ciò che è in più di questo, figlio mio, bada bene:
i libri si moltiplicano senza fine ma il molto studio affatica
il corpo.
13 Conclusione del discorso, dopo che si è ascoltato ogni cosa:
Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché questo per l`uomo
è tutto.
14 Infatti, Dio citerà in giudizio ogni azione, tutto ciò che
è occulto, bene o male.
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