Home Revigozzo Valnure Castelli S.P.Q.R. Autori Gastronomia Contatti Link
Aggiornamenti
Antiquitatis analecta
Curiosità...
D. M. Ausonio
Detti latini
Disticha Catonis
Favole di Fedro
Motti e meridiane
Proverbi latini
Publilio Siro
.
Ego sum Qui sum
Antico Testamento
Nuovo Testamento
.
Nisi Dominus...
Ante colligationem
Itinerarium
Preghiere comuni
.
 
    A    
    B    
    C    
    D    
    E    
    F    
    G    
    H    
    I    
    L    
    M    
    N    
    O    
    P    
    Q    
    R    
    S    
    T    
    U    
    V    
 
dam-de la dele-de pro der-de v dic-dixi doc-dux
 
Sutor, ne supra crepidam...!

Docendo discitur:
Insegnando s'impara.
L'espressione è ripresa da Seneca che nelle Lettere Morali a Lucilio libro I, VII scrive:"Homines dum docent discunt" (=Gli uomini mentre insegnano imparano).

Doctor in utroque (iure)
:
Dottore nell'uno e nell'altro (diritto).
Si dice di persona che ha ottenuto il dottorato sia nel diritto civile che nel diritto canonico.

Doctum doces
:
Insegni a uno che già sa
(Maccio Tito Plauto Poenulus scena 4.2 vers.800).
"Stai perdendo il tuo tempo dice il servo Sincerasto a Milfione", "perchè mai?" chiede quest'ultimo, Perchè" doctum doces" risponde il servo. Verrebbe da pensare ad un detto italiano che suona così: Chi sa fa e chi non sa...insegna!

Doctus cum libro
:
Sapiente con un libro davanti.
Espressione usata per indicare persone incapaci di esprimere una idea propria e che si appoggiano a quanto altri hanno già detto o scritto.

Doloris medicinam a philosophia peto
:
Cerco nella filosofia il rimedio al dolore (Cicerone, Rhetorica, Academica, libro I, 3).
Nunc vero et fortunae gravissimo percussus vulnere et administratione rei publicae liberatus doloris medicinam a philosophia peto et otii oblectationem hanc honestissimam iudico.

Dolus an virtus quis in hoste requirat?
:
Astuzia o coraggio, che importanza ha contro il nemico? (Virgilio, Eneide, lib.II, ).

E' la frase che Corebo, giovane guerriero innamorato di Cassandra, pronuncia la notte in cui Troia viene espugnata: avendo ucciso con facilità una pattuglia di soldati greci che nell'oscurità li hanno scambiati per commilitoni, esorta i compagni a fingersi soldati greci indossando le loro armature per meglio combatterli.

D.O.M.
:
A Dio Ottimo Massimo
Quante volte ci sarà capitato di leggere sul frontone di una chiesa queste tre lettere. Altro non sono che l'acronimo di "Deo Optimo Maximo"

Domus Dei et porta caeli
:
La casa di Dio è la porta del cielo (Antico Testam. Gn 28,17).
Sono le parole pronunciate da Giacobbe dopo la visione avuta in sogno mentre era in viaggio per il paese di Labano fratello di sua madre Rebecca. " Quam terribilis est, inquit, locus iste! Non est hic aliud nisi domus Dei et porta caeli” (= Quanto è terribile questo luogo disse ! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo).

Domum servavit, lanam fecit
:
Custodì la propria casa, filò la lana.
Iscrizione funeraria di Claudia, matrona romana. Il massimo elogio rivolto dai Romani alla donna, vista come moglie e madre era infatti: "Casta fuit, lanam fecit, domum servavit" (= Fu fedele al marito, filò la lana custodì la propria casa). Elogi in uso fino ai nostri tempi. Senza scomodare i romani, ricordo infatti che, anche nel piccolo cimitero di Pieve di Revigozzo, troviamo una lapide con la seguente curiosa e simpatica iscrizione: "Qui riposa Maria Rocca morta a 86 anni. Fu donna profondamente cristiana abile nei lavori donneschi, spesso chiamata dalle famiglie. Morì quasi dimenticata lasciando alle nubili preclari esempi di virtù. Requiescat in pace".

Donec corrigatur
:
Fino a quando non sarà corretto.
Espressione di condanna temporanea che compariva sui frontespizi dei libri ritenuti non conformi alla ortodossia teologica e morale della Chiesa cattolica dalla "Sacra Congregazione dell'indice". L'"indice" di questi libri proibiti venne abolito con il Concilio Vaticano II.

Donec eris felix, multos numerabis amicos, tempora si fuerint nubila, solus eris
:
Finchè sarai felice avrai molti amici,ma se il tempo ti si oscurerà rimarrai solo.
(Ovidio, Tristia, I, 1, vers. 39-40).
Questo frase si cita nei casi di improvvise disgrazie, ma soprattutto nelle frequenti delusioni prodotte dall' amicizia. E' comprensibile come Ovidio, condannato dall'imperatore Tiberio a Tomi sul Mar Nero dove morirà senza rivedere Roma, soffra vedendosi, ora caduto in disgrazia, abbandonato da tutti.

Do ut des
:
Io do affinchè tu dia.
Il vero dono consiste nel consegnare un bene nelle mani di qualcuno senza attendersi in cambio alcunchè, il dare per essere ricambiati denota una certa dose di egoismo.

Ducere dona iube!
:
Ordina di portare i premi (Virgilio Eneide Libro V v.385).

E' la richiesta che il pugile Darete, sperando in una vittoria a tavolino come si dirà tanti secoli dopo, fa ad Enea. Siamo in Sicilia, e si stanno svolgendo i giochi funebri in onore di Anchise. Nessuno dei presenti osa sfidare Darete nella gara di pugilato ed egli, stanco di aspettare, si rivolge ad Enea pretendendo il premio anche senza aver combattuto. Per conoscere il seguito andare a: "Procumbit humi bos".

Ducunt volentem fata, nolentem trahunt
:
Il fato accompagna chi acconsente, trascina chi resiste. (Seneca, Epistulae Morales Ad Lucilium - Libro XVII-XVIII ,CVII, 11).

In altre parole il destino è irrevocabile e non può mutarsi. E' una visione della vita comune agli scrittori pagani.

Dulce et decorum est pro patria mori
:
E' bello e dolce morire per la patria.
(Orazio, Odi, III, 2, 13).
Con questo celebre verso Orazio stimola i giovani Romani ad imitare le virtù e l’eroismo guerriero dei loro antenati.

Dulces moriens reminiscitur Argos
:
Morendo ricorda la dolce Argo (Virgilio, Eneide, lib. X)
.
La frase ricorda la morte dello sfortunato Antore che partito da Argo s'era unito ad Evandro, fermandosi in Italia. Abbattuto da un colpo di lancia destinato ad Enea in punto di morte ripensa alla sua dolce patria che non rivedrà mai più.

Dulcia linquimus arva
:
Noi abbandoniamo gli amati campi. (Virgilio, Egloghe. I, 3).

Nostalgico rimpianto alla vita salubre dei campi, che il Poeta mette in bocca a Melibeo, il quale, esule dopo la battaglia di Filippi, rievoca appassionatamente i suoi fertili poderi.

Dum fata sinunt iungamus amores
:
Finché la sorte ce lo consente uniamo i nostri amori (Tibullo Elegie Libro I-1-69).
Il pensiero della vecchiaia e della morte, che trova nell'amore un unico rifugio, è comune ad altri poeti, troviamo infatti tra i contemporanei (Properzio Elegie Libro II -XV- 23) "oculos satiamus amore" (=riempiamoci di amore gli occhi) e (Catullo Carmina, Carme 64, v.372) "coniungite amores" (=amatevi).

Dum nihil habemus maius, calamo ludimus
:
Quando non dobbiamo fare cose di maggior importanza, giochiamo con la penna.
(Fedro, Favole, Libro IV, 2,2).
Gli argomenti di poca importanza di cui parla l’autore citato, sono appunto le favole che corrono sotto il suo nome; cosa giocosa e leggera a prima vista, ma sature di alti e reconditi significati e d’una moralità che si può dire comune a tutti i tempi ed a tutti i luoghi.

Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur
:
Mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata.
(Tito Livio, Storie, XXI, 7).
Si usa citare l'espressione nei confronti di quanti perdono giornate intere in consultazioni senza prendere una decisione efficace. Narra Tito Livio che alla morte di Asdrubale, pugnalato in circostanze mai chiarite nel 221 a.C., i soldati acclamarono come loro comandante Annibale. Questi completò in due anni la conquista di tutta la Spagna a sud del fiume Ebro che per un precedente trattato tra le due emergenti potenze rappresentava il confine tra i territori romani e quelli cartaginesi e, per ultimo, pose l'assedio a Sagunto, città alleata di Roma ma situata a sud dell'Ebro e quindi al di fuori del territorio Romano. L'assedio, durato otto mesi, terminò nel 219 a.C. con la conquista della città mentre Roma, impegnata su altri fronti, si limitò a sterili proteste verbali presso Cartagine, che declinò le proprie responsabilità addossandole ad Annibale.


Dum sumus in corpore peregrinamur
:
Finchè rimaniamo nel corpo siamo come dei pellegrini (san Paolo 2Cor 5,6).
Bellisssimo esempio di doppia interpretazione di frase latina. Avulsa dal contesto potrebbe essere un bellissimo slogan pubblicitario per una azienda di... turismo ma ben diverso era il significato voluto da Paolo di Tarso. "...audentes igitur semper et scientes quoniam dum sumus in corpore peregrinamur a Domino..." (=...facendoci pertanto coraggio e sapendo che finchè rimaniamo prigionieri del nostro corpo camminiamo lontani dal Signore...). La citazione è presa infatti dalla seconda lettera ai Corinzi, scritta da san Paolo attorno all'anno 57 mentre si trovava in Macedonia, trovandosi nella necessità di difendere, nei confronti di quella comunità, il proprio ministero dalle accuse di incostanza e orgoglio che gli venivano mosse da alcuni cristiani convertiti dal giudaismo.

Dum vitant stulti vitia in contraria currunt
:
Gli stolti, per evitare i vizi, cadono nell'errore contrario. (Orazio, libro I, sat. II.).
La frase si può applicare a persone prese, come si usa dire, fra due fuochi, quando per evitare un male cadono in uno maggiore. Corrisponde al nostro proverbio: Dalla padella nella brace.

Dura lex, sed lex!
: La legge è dura ma è legge.
In altri termini: anche se la legge importa gravosi sacrifici, bisogna sottomettervisi, poichè tutte le leggi, essendo un freno, comportano un onere.

Durum hoc est sed ita lex scripta est
:
E' duro da accettare ma così è scritto nella legge.
Troviamo anche l'espressione con identico significato:"Dura lex, sed lex" (= La legge è dura da accettare ma va osservata).

Dux agminis
:
Comandante dell'esercito (Livio Ab Urbe Condita Libro II - 13).
Ai romani, almeno a quelli di allora, sembrava bello e didatticamente utile, per le generazioni a venire, inventarsi "primo esempio di propaganda di guerra" atti di coraggio e di amor patrio soprattutto in occasione di clamorose sconfitte. Clelia, giovane romana consegnata come ostaggio a Porsenna con altre dieci ragazze, convince le compagne a fuggire e, come racconta Tacito, "dux agminis virginum inter tela hostium Tiberim tranavit" (=alla testa di questa schiera di vergini, sotto una pioggia di frecce nemiche, attraversò il Tevere a nuoto).

Dux femina facti
:
Donna guida dell'impresa (Virgilio Eneide I v.364 ).

Non si tratta dell'elogio fatto ad una donna da un femminista"ante litteram" però, forse per "par condicio" con le eroine romane Virgilio non può non mettere in risalto il coraggio di Didone . A lei il marito Sicheo, ucciso dal cognato Pigmalione, appare in sogno e le ordina di imbarcarsi con tutti coloro che, come lei, hanno in odio il tiranno. Molto attuale il detto. Ai nostri giorni fortunatamente non mancano personaggi femminili di grande rilievo in ogni settore sia della vita pubblica che privata.
 
dam-de la dele-de pro der-de v dic-dixi doc-dux

Segnala questa pagina ad un amico:

Attenzione: l'utilizzo del presente modulo non comporta la registrazione di alcuna informazione.
Ringraziando quanti, visitando queste pagine, apprezzano i nostri continui sforzi per offrire sempre qualche cosa di nuovo ricordiamo che i commenti e le traduzioni sono proprietà del sito
http://www.pievedirevigozzo.org
Ne consegue che le citazioni restano di pubblico utilizzo ma dei "Commenti e traduzioni" ne viene concesso l'uso solo per scopi non commerciali e/o didattici e solo a condizione venga citata la fonte.
Home Revigozzo Valnure Castelli S.P.Q.R. Autori Gastronomia Contatti Link
Grazie per la visita:
pagine viste dal 20.02.06
Visita Revigozzo
con
"Google Maps Street View"
Latinamente.it
Cicero latin tutor.it
Nuntii latini.fi
Nuntii latini.de
Ultimo aggiornamento: 01.10.2015
Diritti riservati come da
Creative Commons License 2.5
CreativeCommons License
Realizzato da Luca, Catia, Mariuccia e Antonio.
Ottimizzato per Internet Explorer e Mozilla Firefox, risoluzione consigliata 800*600 - 1024*768 pixel.
Tutti i diritti riservati.