Sutor, ne supra crepidam...!
Habeas corpus:
Ci sia il corpo, ci sia documentato motivo (Dall'Abeas
corpus Act)
Nel diritto inglese è l'ordine con cui il magistrato,
per tutelare dagli arresti illegali, ordina a chi detiene
un prigioniero di dichiarare quando e perchè lo ha
arrestato: prende nome dalle parole iniziali dell'atto
Habeas corpus ad suspiciendum.
Habemus confitentem reum:
Abbiamo il reo confesso. (Cicerone Pro Ligario,I,2).
La confessione dell'imputato ha un valore decisivo riguardo
al verdetto del giudice. Nulla può essere più
allettante per un pubblico ministero quanto un un reo confesso.
Ricorda l'atteggiamento del notaio al Cap. XV de "I Promessi
Sposi" che sottovalutando Renzo sperava di poterlo portare
in prigione facendo confessare così "extra
formam" tutte le supposte malefatte. Talora invece
si adduce come attenuante per il colpevole che ha confessato.
Habemus Pontificem:
Abbiamo il Pontefice.
Parole con le quali viene annunziata al popolo, dalla Loggia
del Vaticano, l’elezione del nuovo Papa.
Habent insidias hominis blanditiae mali:
Le carezze dell'uomo malvagio nascondono insidie. (Fedro,
Favole, Libro I, 19,1).
Si può riassumere anche nel proverbio: "Chi t’accarezza
più di quel che suole, o ti ha ingannato o ingannar ti vuole".
Habent sua fata libelli:
Anche i libri hanno il loro destino. (Terenziano Mauro, De
Literis, 258).
Alcuni libri, come gli uomini, nascono morti; altri incominciano
a morire dal giorno della nascita; pochi, infine, hanno in
sorte dal Fato una vita prospera e duratura.
Habitat:
Egli abita
Si usa per indicare il complesso di fattori che caratterizzano
l'ambiente in cui un a specie animale o vegetale trova le
condizioni ideali per vivere.
Habitus:
L'abito
Si usa normalmente tale espressione per indicare
una abitudine quasi fosse un abito che si porta addosso.
L'habitus è la nostra seconda natura.
Haec mutatio dexterae Excelsi:
Questa conversione è opera della mano di Dio (Antico
Testam. Salmo 76, v.11).
Il versetto completo "Et dixi: “ Hoc vulnus
meum: mutatio dexterae Excelsi” (=E ho detto: "Questo
è il mio tormento: è mutata la destra dell`Altissimo")
esprime la pena del salmista nel vedere come sia cambiata
la condotta di Dio nei suoi confronti vedendosi, ora, abbandonato
da lui. L'espressione si usa per indicare ogni cambiamento
sia in meglio che in peggio, quando non se ne conoscono le
cause.
Il Manzoni al cap. XXIII de "I Promessi Sposi" la
mette sulle labbra del cappellano crocifero del Card. Borromeo,
annunciando la conversione dell' Innominato. -Lui, con
la bocca tuttavia aperta, col viso ancor tutto dipinto di
quell'estasi, alzando le mani, e movendole per aria, disse:"signori!
signori! haec mutatio dexterae Excelsi". E stette un
momento senza dir altro-.
Haeret lateri lethalis arundo:
Il dardo mortale resta attaccato al suo fianco. (Virgilio
Eneide, libro IV, v. 73)
Paragona Didone, che cerca di combattere la sua passione per
Enea, ad una cerva ferita da una freccia che inutilmente
cerca di sfuggire al cacciatore . Eccovi la traduzione di
Annibal Caro: qual ne' boschi di Creta incauta cerva d'insidïoso
arcier fugge lo strale che l'ha già colta; e seco,
ovunque vada, lo porta al fianco infisso. Inutile dire
che ben si addice agli innamorati quando la ragione viene
sopraffatta dal sentimento.
Hannibal ad portas!:
Annibale è alle nostre porte. (Cicerone, De finibus,
IV, 9. e Tito Livio, XXIII, 16).
È il disperato grido dei Romani dopo la battaglia di Canne,
quando s’ aspettavano di vedere il grande nemico alle porte
della Città Eterna. Si usa ripetere in occasione d’ un grande
pericolo imminente, o all’arrivo di qualche grande personaggio
che ha intenzioni poco favorevoli.
Haud mihi vita est opus hac, valeas:
Stammi bene, questa non è la vita che fa per me (Orazio,
Satire, libro II sat.6 , v. 115).
Vedi anche "Carpe viam, mihi crede,comes
!". Nel bel mezzo delle gozzoviglie
i due topi, quello di città e quello di campagna, vengono
spaventati dai latrati dei molossi e, con il cuore in gola
impauriti e tremanti fuggono per paura di essere uccisi. E'
a questo punto che il topo di campagna, andandosene, saluta
l'amico che resta in città con la frase soprariportata
aggiungendo che la sicurezza della sua tana nel bosco è
buona ricompensa del suo umile cibo.
Heu fuge, nate dea , teque his - ait - eripe flammis:
Fuggi , nato da dea - disse - e salva te e i tuoi dalle fiamme
(Virgilio Eneide libro II v 289-290).
Parole che lo spirito di Ettore rivolge ad Enea dormiente
invitandolo a svegliarsi e fuggire da Troia in fiamme salvando
sè stesso i suoi cari ed i Penati.
Heus ! Etiam mensas consumimus:
Accidenti! Stiamo mangiando anche le mense (Virgilio Eneide
Libro VII v. 116). Secondo una profezia Anchise i Troiani
avrebbero finalmente trovato la terra a loro assegnata dagli
dei il giorno che per sfamarsi sarebbero stati costretti a
divorare anche le mense. Enea ed i suoi compagni finalmente
approdati alle rive del Tevere, stanchi ed affamati pongono
su sottili focacce il poco cibo rimasto. Il poco cibo e l'appetito
gagliardo fanno si che mangino anche le focacce facendo esclamare
a Iulo "Heus ! Etiam mensas consumimus", al
che Enea capisce di essere finalmente arrivato.
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