Sutor, ne supra crepidam...!
In pectore:
Nel petto, nel segreto del cuore.
Nato come termine "curiale" per indicare un cardinale,
che il papa annuncia di avere creato, ma di cui si riserva
di rendere noto il nome, successivamente, per traslato, passa
ad indicare cosa che si tiene nascosta, che non si rivela
o designazione non ancora ufficiale ad un incarico.
In praetoris leones, in castris lepores:
Nei consigli di guerra leoni, negli accampamenti
lepri. (Caio Sollio Modesto Apollinare Sidonio Ep. 5, 7, 5).
Chissà se già al tempo di Sidonio Apollinare,
scrittore latino cristiano (Lione 431 ca. - Clermont-Ferrand
486) che per luogo di origine quasi poteva essere "padano"
i maggiorenti dell'Impero Romano dicevano tante p......te
come quelli attuali!. Leggete quanto scritto per: “In
pace leones, in proelio cervos” ed auguriamoci
per il loro bene che le lepri siano tanto agili e camaleontiche
da sfuggire ai cacciatori e ai cervi non capiti quanto riferito
da Fedro:
Vedi: Laudatis utiliora, quae contempseris, saepe inveniri...
asserit narratio!
In primis:
Soprattutto.
Si usa quando, fra varie cose, se ne vuol mettere in evidenza
una di particolare importanza, oppure, in un ragionamento,
quando si mette un argomento come base di tutti gli altri.
In principatu commutando saepius nil, praeter domini nomen,
mutant pauperes:
Nei mutamenti di governo i poveri spesso non cambiano che
il nome del padrone. (Fedro, Favole, Libro I, 15, 1-2).
Conseguenza tratta dalla favola L’ Asino e il pastore: Un
pastore che pascolava un asinello, atterrito dalle grida dei
ladri sopravvenienti, consigliò al paziente animale di fuggire.-
Forse - domandò l’asino mi metteranno due basti? - Oh, no!
- E allora che m’ importa di cambiar padrone?
In rerum natura:
Nella natura delle cose.
Un fatto si verifica in rerum natura quando avviene
secondo il consueto svolgersi degli avvenimenti, senza cioè
alterare l’ordine delle cose naturali. Il motto è tanto comune,
che lo adoperò anche il letterato don Ferrante, al cap. XXXVII
dei Promessi Sposi.
In sacris:
Negli Ordini sacri.
Frase del linguaggio ecclesiastico designante una persona
già legata a Dio con i vincoli derivanti dagli Ordini sacri.
Qualche volta si adopera semplicemente con significato opposto
a "in profanis".
In saecula saeculorum:
Per i secoli dei secoli.
Espressione liturgica cristiana con la quale terminano preghiere
o invocazioni. In modo figurato significa una cosa che si
trascina a tempo indeterminato e di cui non se ne prevede
il termine.
Insalutato hospite:
Senza salutare il padrone di casa.
Il termine "hospes"
indicava, per i romani, sia la persona ospitata o l'invitato
sia il padrone di casa, cioè l'ospitante. Sono tanti
i modi di esprimere un concetto ed un comportamento diffuso
in tutto il mondo e che già a Roma era ben noto: Andarsene
alla chetichella, filarsela all'inglese, congedarsi alla francese
! L'espressione viene normalmente usata nella forma più
corrente "insalutato hospite".
In se magna ruunt:
La grandezza precipita su se stessa (M. A. Lucano,
De bello civili sive Pharsalia, Libro I, v.82).
Per meglio comprendere il senso della frase la riporto nella
sua completezza: "In se magna ruunt :laetis hunc
numina rebus crescendi posuerunt modum" (= La grandezza
crolla su se stessa:questo è il limite che gli dei
hanno posto al crescere della prosperità). Per Lucano,
Roma e il suo impero sono talmente cresciuti, arricchiti,
da essere incapaci di reggere il proprio peso. Gli sconvolgimenti
politici che costituiscono la materia del poema, pur essendo
piccole cose di questo mondo, vengono dal poeta paragonate
a una futura e certa dissoluzione dell'universo. Considerando
la nostra attuale condizione economica e situazione politica
direi che da allora nulla sia cambiato.
In silvam non ligna feras insanius:
Non esser così insensato da portar legna in una foresta.
(Orazio, Satire, I, 10, 34).
Vuoi dire: non far una cose inutili. In italiano abbiamo vari
proverbi analoghi: "Noctuas Athenas afferre"
(=Portar civette ad Atene), portare vasi a Samo , portare
acqua al mare ... Ma il frasario moderno è cambiato
e simili auliche espressioni sono state sostituite da:
“Non siamo qui a pettinare le bambole, a smacchiarei
giaguari..."!
In solo vivendi causa palato est:
La ragione del loro vivere sta nel palato (Giovenale,
Satira XI, 11).
"Voi cittadini mi chiamaste Ciacco: per la dannosa
colpa della gola, come tu vedi, alla pioggia mi fiacco"
(Dante, Inferno, Libro VI, 52-54).
Instar montis equum:
Cavallo enorme come una montagna. (Virgilio, Eneide, lib. II,
v. 15).
Enea parla del famoso cavallo di legno che Ulisse, ispirato
da Atena, aveva suggerito di costruire per introdurre i guerrieri
achei all'interno delle mura di Troia, talmente alto che per
farlo entrare in città vennero demolite le porte Scee.
Instaurare omnia in Christo:
Rinnovare ogni cosa in Cristo (Motto di san Pio X).
Il motto, preso dalla lettera di san Paolo agli Efesini
(Ef. 1,10) e che in realtà suona "Recapitulare
omnia in Christo" è contenuto nell'Enciclica
"E supremi apostolatus cathedra" del 1903
con la quale questo papa annunciava il programma del suo pontificato.
Instrumentum laboris:
Strumento di lavoro.
Con simile espressione non si indica lo "strumento"
nell'accezione normale del termine quale potrebbe essere la
pialla per il falegname o il cacciavite per il meccanico,
ma una bozza, una traccia utile a quanti partecipano ad un
incontro, ad una tavola rotonda. Ancora più propriamente
viene così definito il documento risultante da una
serie di incontri e fornito come strumento di lavoro ai collaboratori.
Noto "instrumentum laboris" nelle aziende
è il Manuale della Qualità che fornisce un quadro
d'insieme di come è costituita e come opera l'azienda.
Dovrebbe essere, il condizionale è d'obbligo, l' unico
riferimento operativo ad uso interno valido e accettato da
tutte le funzioni interessate ed è altrettanto ovvio
che affinchè questo avvenga se ne devono capire a fondo
e condividerne i contenuti. Vedi anche "ante lucrum
nomen".
In sudore vultus tui vesceris pane:
Ti guadagnerai il pane con il sudore della fronte (Antico
testam. Genesi 3, 19).
Sono le parole con cui Dio condanna Adamo per avergli disobbedito.
"In sudore vultus tui vesceris pane donec revertaris
ad terram de qua sumptus es quia pulvis es et in pulverem
reverteris"(= Con il sudore della fronte ti guadagnerai
il pane fino al giorno in cui non tornerai alla terra dalla
quale sei stato tratto poichè sei polvere ed in polvere
ritornerai).
In te Domine speravi:
In te o Signore ho creduto (Antico Testam, Salmi, LXX,
1).
Questo versetto, che nella sua completezza suona così
"In te Domine speravi, non confundar in
aeternum" (=In te ho creduto Signore, ch`io non
resti confuso in eterno) era il motto di papa Benedetto XV
ed è anche il versetto che conclude l'inno del "Te
Deum ".
Vedi "Te Deum"
Integer vitae scelerisque purus:
Integro di vita e puro da colpe (Orazio, Odi, Libro I,
XXII, 1).
Chi ha la coscienza pura non teme nulla, racconta
il poeta in questa ode. Racconta infatti che mentre assorto
nei suoi pensieri poetici vaga oltre i confini dei suoi poderi,
un enorme lupo, benchè Orazio fosse indifeso, anzichè
assalirlo fugge.
Intellegisne me esse philosophum?:
Hai capito che io sono un filosofo?
Raccontano che un sedicente filosofo pronunciasse
simili parole al cospetto di Boezio che argutamente rispose:"Intellexeram
si tacuisses" (=L'avrei capito se tu fossi stato
zitto.) Vedi anche con identico significato: "Video
barbam et pallium, philosophum nondum video" (=
Scorgo la barba e il mantello ma non il filosofo).
Intelligenti pauca:
All'intelligente (basta) poco.
A chi contesta un discorso o una relazione, esaustivi e soddisfacenti,
ma in cui il relatore, senza inutili giri di frase dice solo
l'indispensabile si può tranquillamente spiegare che:
intelligenti pauca. Equivale al nostro proverbio:
"A buon intenditor poche parole".
In tempestate securitas:
Sicurezza nella tempesta.
Motto abbbastanza comune che può essere letto
sia su monete che medaglie. E' visibile pure su una meridiana
ad Imperia sulla facciata della Capitaneria di Porto-Guardia
Costiera.
In templo quid facit aurum?:
In una chiesa che ci fa l'oro? (Persio, Satira I, 70).
Pur essendo più conosciuta come sopra riportata
la frase corretta sarebbe, pur con identico significato :
"In sancto quid facit aurum?". Troviamo
un riferimento, a questa citazione di Persio, nel Quaresimale
del gesuita padre Sigismondo Nigrelli. A chi faceva notare
l'eccessiva e smodata quantità di cose preziose nelle
chiese cattoliche così rispondeva: "Dite che c'è
troppo lusso oggi nelle Chiese e che sarebbe preferibile farne
tanta elemosina per i poveri? Vi scandalizzate nel vedere
tante cose preziose sugli altari delle chiese? Perchè
non vi scandalizzate nel vedere tanto oro sulle gualdrappe
dei cavalli o nelle ruote della carrozza che corre nel fango?
E' accettabile vedere l'oro sul fango e non sugli altari?...
etc.
In tenui labor, at tenuis non gloria:
Lavoro di modesto contenuto, ma non di modesta gloria. (Virgilio,
Georgiche, libro. IV, v. 6).
Nel quarto libro delle Georgiche parla delle api e del loro
lavoro che, pur sembrando insignificante, dona all'uomo un
prodotto eccelso come il miele.
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