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nam-nec mo nec plu-nigro nihil-noli me nolit-non pa non pl-nov nox-nunc
 
Sutor, ne supra crepidam...!

Noxa caput sequitur:
La colpa segue il colpevole
.
Norma del diritto romano che puo essere più facilmente spiegata con un esempio. Un danno causato da uno schiavo poteva essere ripagato dal proprietario dello stesso cedendo lo schiavo all'offeso o cancellando la colpa con soldi "luere pecunia noxa". Nella eventualità in cui il danno venisse accertato dopo che lo schiavo era stato venduto ad un altro "dominus" toccava a quest' ultimo accollarsi ogni responsabilità.

Nudatio mimarum
:
Spogliarello delle mime.

Il popolo romano ha sempre apprezzato il teatro... anche perché era assolutamente gratuito. Gli attori, almeno all'inizio di questa moda letteraria importata dai greci, erano tutti di sesso maschile e solo il colore delle maschere, scura per gli uomini e chiara per le donne, ne identificava il sesso. Ad un certo punto però interviene una novità: le donne finalmente possono interpretare se stesse e come sempre avviene quando cade un tabù si passa all'estremo opposto. I romani, entusiasti della cosa, al termine della rappresentazione anzichè invocare il bis, iniziarono a pretendere dalle attrici lo spogliarello.

Nulla dies sine linea
:
Nessun giorno senza una linea. (Plinio, Storia Nat., 35)
.
La frase è riferita al celebre pittore Apelle, che non lasciava passar giorno senza tratteggiare col pennello qualche linea. Nel significato comune vuol inculcare la necessità dell’ esercizio quotidiano per raggiungere la perfezione e per progredire nel bene senza permettere che passi giorno senza aver compiuto un passo, sia pur piccolo verso la meta prefissata.

Nullam adhibuit memoriam contumeliae
:
Non si ricordò affatto dell'offesa(subita). (Cornelio Nepote, Epaminonda, VII).

Cornelio loda Epaminonda di non essersi vendicato di chi l’aveva offeso. Per un pagano è già una bella lode 

Nulla reparabilis arte laesa pudicitia est: deperit illa semel
:
Non esiste modo di ripristinare una castità violata: la si perde una volta sola, oppure
Non c'è modo di ricuperare l'integrità morale una volta persa (Ovidio, Eroides, V, v.104).
Ovidio, attraverso le parole di Enone, sostiene che non è possibile rifarsi una verginità (cosa che i nostri politici, manager levantini e galoppini vari ancora non hanno assimilato) e, per meglio esprimere il concetto, si rifà all'atteggiamento di Elena: stando ai vari racconti mitologici, infatti, sembra ci trovasse troppo gusto ad essere rapita "Illam de patria Theseus "nisi nomine fallor" nescio quis Theseus abstulit ante sua. A iuvene et cupido credatur reddita virgo? ....... Quae totiens rapta est, praebuit ipsa rapi". (=Prima di te Teseo, se non mi sbaglio sul nome, un certo Teseo la rapì dalla sua patria. Si può credere che uno, giovane e pieno di passione, l'abbia restituita vergine?.... Se è stata rapita tante volte, vuol dire che si è offerta volontariamente al rapimento). Sarà forse questo il motivo per cui Cassandra la definiva "Graia iuvenca" (=Giovenca greca)?.

Nulli nocendum: siquis vero laeserit, multandum simili iure...
:
Non si deve nuocere a nessuno: se qualcuno l'avrà fatto, sarà castigato allo stesso modo.(Fedro, Favole, Libro I, 26,1).

La Volpe aveva invitata la Cicogna, offrendole in una ciotola una bevanda che quella, data la forma del becco, non potè nemmeno assaggiare. Questa a sua volta invitò la Volpe, e le offrì un intruglio liquido in una bottiglia dal lungo collo, che la Volpe dovette guardare solo dal vetro, mentre la Cicogna beveva allegramente. Equivale al "render pan per focaccia". 


Nulli secundus
:
Secondo a nessuno (Apuleio, Florida).
"Florida"
(= florilegio) raccolta in 4 libri di 23 estratti di discorsi tenuti da Apuleio nei suoi viaggi a Roma e Cartagine. Oltre alla varietà di tematiche esposte si nota un notevole interesse per l'aspetto formale.
Parlando del filosofo Ippia di Elide (443 a.C.) scrive :"Et Hippias e numero sophistarum est artium multitudine prior omnibus, eloquentia nulli secundus" (=Anche Ippia è da annoverare tra i sofisti, primo fra tutti per la quantità delle sue arti e secondo a nessuno in eloquenza).

Nulli tacuisse nocet, nocet esse locutum
:
A nessuno ha recato danno l'aver taciuto nuoce l'aver parlato ( Disticha de moribus, Libro I, 12).
Tante sono le espressioni latine che come questa invitano a collegare la lingua al cervello prima di... dare aria ai denti. Dalla Bibbia ai giorni nostri poeti, scrittori e filosofi hanno cercato di spiegare il concetto ma con scarsi risultati. Nemmeno il re Salomone, considerato il sapiente per "antonomasia", è riuscito nell'intento nonstante affermasse che "Mala aurea in ornatibus argenteis, verbum prolatum in tempore suo" (=la parola detta nel momento giusto è come delle mele d'oro su un vassoio d'argento) (Antico Testam., Proverbi, 25,12).
Il detto attribuito, senza troppo fondamento, ad un certo Dionisio Catone fa parte di una raccolta di sentenze morali risalente al secondo secolo d.C. che qui riportiamo per intero "Rumorem fuge, ne incipias novus auctor haberi, nam nulli tacuisse nocet, nocet esse locutum" (=Evita le chiacchiere perchè non ti capiti di essere ritenuto autore di qualche maldicenza, a nessuno infatti nuoce aver taciuto, nuoce l'aver parlato). Molto spesso si usa solo l'espressione abbreviata "Rumores fuge".

Nullius dioceseos:
Di nessuna diocesi.
Vedi anche "In partibus infidelium". Con questa espressione "curiale" dalla Chiesa Cattolica vengono definiti i vescovi non responsabili di alcuna diocesi e le abbazie che dipendono direttamente da Roma.

Nullius in verba
:
Sulle parole di nessuno (Orazio, Epistole, Libro I, 1, v.14).
Questo motto, tratto da una epistola di Orazio venne adottato dalla Royal Society of London, fondata nel 1660, e della quale fu presidente anche Isaac Newton. La frase esatta sarebbe: "Nullius addictus in verba magistri" (= Sottomesso alle parole di nessun maestro). E' l'invito a non dare nulla per scontato e a non accettare supinamente le altrui idee senza averle prima vagliate.

Numera stellas, si potes
:
Conta le stelle se puoi (Antico Testam., Gn, 25, 3).

Parole che Dio disse ad Abramo per annunziargli la moltitudine dei suoi figli e discendenti.  La frase si cita parlando di riunioni molto numerose o anche di cose impossibili a numerarsi completamente.  

Numero Deus impare gaudet
:
Dio ama i numeri dispari. (Virgilio,
Egloghe, VIII, 75).
Credevano gli antichi che i numeri dispari avessero speciali virtù. Dante stesso non riuscì a sottrarsi a questa corrente del tempo, e strutturò la Divina Commedia sul numero tre e i suoi multipli: tre cantiche, tre fiere che gli sbarrano il passo, tutta l’opera in versi legati a tre a tre (terzine), il viaggio oltremondano suddiviso in tre regni, ecc.

Numquam est fidelis cum potente societas
:
L'alleanza con il potente non è mai sicura. (Fedro, Favole, Libro 1, 5, 1).

Primo verso e morale della favola esopiana, nella quale il leone, dopo esser andato alla caccia con altri animali più deboli, nel far le parti, finisce, accampando pretesti di ogni genere , coll’attribuirsi tutta la preda.  

Numquam omnes hodie moriemur inulti
:
Nessuno di noi oggi morirà invendicato (Virgilio Eneide Libro II v. 670).

Vedi anche "una salus victis, nullam sperare salutem". I Greci, entrati a Troia con l'inganno del cavallo, la stanno mettendo a ferro e fuoco. Solo pochi, ormai, resistono alla furia degli attaccanti ai quali anche gli dei dell'Olimpo si sono uniti. In simili condizioni altro non resta che morire con le armi in pugno come Enea dice di voler fare dopo aver visto lo scempio di vite umane fatto da Pirro nel palazzo di Priamo ed il poeta gli fa esclamare "Arma, viri, ferte arma; vocat lux ultima victos" (=Le armi, o uomini portate le armi; l'ultima luce chiama i vinti).

Numquam periclum sine periclo vincitur
:
Il pericolo non lo si vince mai senza pericolo (Publilio Siro, Sententiae 383)

La frase viene riportata anche a Aulo Gellio (Notti Attiche libro XVII p. XIV) dove citando alcune sentenze di Publilio e commentandole dice che le trova "lepidae et ad communem sermonum usum commendatissimae" (=brillanti e adattissime al comune utilizzo nei discorsi).

Nunc dimittis servum tuum, Domine
:
Ora licenzia il tuo servo o Signore. ( Nuovo Testam., Lc, 2, 29)
.
Parole preferite dal santo vecchio Simeone, dopo aver visto il Redentore del mondo. Sono state ripetute da personaggi storici, che con le loro vittorie consideravano concluso il loro ciclo terreno, o da Santi al momento della morte. Scherzosamente si ripete per prender commiato da qualcuno.

Nunc est bibendum
:
Ora finalmente si può bere.
(Orazio, Odi, I, 37, 1).
La frase completa è "nunc est bibendun, nunc pede libero pulsanda tellus" (=Adesso finalmente si può bere e danzare). Ovviamente Orazio non intendeva parlare di acqua ma di buon vino. Trattandosi di celebrare la vittoria di Azio, un brindisi col calice alla mano, era proprio d’occasione. Si può ricordare il motto agli amici, dopo qualche successo, per il tradizionale brindisi.
13.12.10 . Ugo C., che ringraziamo per la segnalazione, ci ricorda che "Bibendun" è il nome con cui è conosciuto il simpatico "Omino Michelin" il cui corpo è fatto dalle camere d'aria degli pneumatici. L'industria francese infatti introdusse, forse prima tra le altre, copertone e camera d'aria in sostituzione delle gomme piene. Nel manifesto creato dall'artista francese O'Galop (pseudonimo di Marius Rossillon), l'omino Michelin è rappresentato mentre solleva una coppa piena di chiodi esclamando : "Nunc est bibendum" c'est-a-dire: a votre santè le pneu Michelin boit l'obstacle! (= Ora finalmente si può festeggiare, cioè: lo pneumatico Michelin si beve l'ostacolo alla vostra salute).
 
nam-nec mo nec plu-nigro nihil-noli me nolit-non pa non pl-nov nox-nunc

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Ultimo aggiornamento: 01.10.2015
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