Sutor, ne supra crepidam...!
Qui parcit virgae odit filium suum:
Chi risparmia le nerbate al proprio figlio lo odia (Antico
Testamento Proverbi cap. 13 v. 24)
"Qui autem diligit illum instanter erudit"
chi invece lo ama, lo corregge immediatamente. Così
conclude il re Salomone a cui la tradizione attribuisce gran
parte di questo patrimonio di saggezza popolare rappresentato
dal libro dei Proverbi. Simile consiglio pedagogico, oggi
inammissibile, ha avuto fino a non molti anni or sono numerosi
seguaci nelle famiglie e nelle scuole. Il noto proverbio:
"Il medico pietoso rende la piaga purulenta"
può essere la traduzione di questo detto biblico purché
visto in questa nuova ottica: ogni punizione non sia mai umiliante
ed avvilente per chi la subisce, ma data spiegandone le motivazioni;
esattamente come l'ammalato capisce che il medico, pur di
salvarlo, si trova costretto ad amputargli un arto in cancrena.
Detto segnalato da Raffaello S.
Qui pretium meriti ab improbis desiderat, peccat:
Chi vuole farsi pagare i favori fatti ai cattivi, sbaglia
due volte.(Fedro, Favole, Libro 1, 8, 1).
E' la morale della favola esopiana: Il Lupo e la Gru: Il lupo
con un osso infilato nella gola prometteva un premio a chi
glielo avesse estratto: la gru gli fece la difficile operazione,
ma quando chiese una ricompensa si sentì rispondere: "Ingrata,
dopo aver ritirata la testa incolume dalla mia bocca hai ancora
il coraggio di fare simili richieste ?"
Qui pro quo:
Scambiare "il quale" con "dal
quale".
L'espressione che sembra risalire al medioevo e che
col tempo è divenuta "sic et simpliciter"
sinonimo di equivoco, in origine altro non indicava che un
errore ortografico nella trascrizione dei testi latini. Trascrizione
fatta dagli amanuensi la cui paziente opera di copiatura ha
permesso la conoscenza di testi altrimenti perduti. Contrariamente
a quanto avviene nella lingua italiana, il latino non usa
nè articoli nè preposizioni articolate, ma ricorre
ai "casi". Esattamente come nella lingua tedesca,
ogni vocabolo viene declinato, cioè la sua parte finale
subisce delle variazioni indispensabili per indicare le diverse
funzioni nel discorso. Quindi: "Qui" (=il
quale) nominativo maschile singolare, "Pro"
(=al posto di) avverbio "Quo" (=dal quale)
ablativo maschile singolare, significa dire o scrivere una
cosa per un'altra.
Quis custodiet ipsos custodes?:
Chi sorveglierà i sorveglianti (D. G. Giovenale, Satira VI,
vv. 347,348)
Tra le sedici satire che compongono l'opera di Giovenale,
la VI è forse la più nota per l'argomento: rappresenta
un feroce attacco ai vizi delle donne romane e non, ricche
e povere, nobili e plebee, tutte corrotte e depravate, e Messalina
era una di queste. Il verso completo suona così: "Pone
seram, cohibe, sed quis custodiet ipsos custodes? Cauta est
et ab illis incipit uxor." (=Spranga la porta impedisci
di uscire, ma chi sorveglierà i sorveglianti? La moglie
è astuta e comincerà da quelli). Dal momento
che i romani, come pure i greci, preferivano la compagnia
maschile a quella femminile, anche le mogli si inventavano....
qualche distrazione! Da sempre la frase risulta attuale per
il nostro sistema politico dove assistiamo, da un lato, al
varo di severi provvedimenti per risanare le finanze in eterno
"deficit" e contemporaneamente gli stessi si raddoppiano
le "prebende" e si aumentano i privilegi.
Qui se committit homini tutandum improbo, auxilia
dum requirit, exitium invenit:
Chi si rivolge ad un uomo improbo per avere un aiuto, nel
cercare soccorso trova la sua rovina.
(Fedro, Libro I, 31, vv.1,2)
Tratta dalla favola delle Colombe che, per evitare ogni pericolo,
eleggono a loro re il Nibbio che però, montato sul
trono, incomincia a mangiarsele ad una ad una?" Merito
plectimur" (=Ce la siam voluta!) dice una delle sopravissute;
ma ormai è troppo tardi. La favola insegna che è da
stolti fidarsi di persone note per la loro conclamata disonestà.
Qui se laudari gaudet verbis subdolis sera dat poenas turpes
poenitentia:
Chi gode sentirsi esaltare con parole adulatrici, ne porta
poi la pena con pentimento e vergogna. (Fedro, Libro I, vv.1,2).
E' la favola della Volpe che, per godersi il cacio che il
Corvo tiene in bocca, lo adula, invitandolo a cantare per
fare sfoggio della sua voce. Dar retta alle lodi dei furbi
e dei bricconi è da sciocchi, perchè fanno ciò
solamente per il loro tornaconto e la lode ricevuta viene
poi pagata a caro prezzo. E' preferibile una critica costruttiva
ad un apprezzamento falso.
Qui sine peccato est vestrum, primus lapidem mittat:
Chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra.
( Nuovo Testam., Gv. 8, 7).
Parole dette da Gesù Cristo a coloro che gli avevano condotta
la donna adultera, con la speranza che egli ordinasse di lapidarla.
Ma, alla risposta di Gesù, tutti uscirono dal tempio, cominciando
dai più vecchi.
Quis novus hic nostris successit sedibus hospes?:
Chi è il nuovo ospite entrato sotto il nostro tetto?(Virgilio
Eneide libro IV v. 10).
Si tratta sempre di Didone che accorgendosi dell'amore che
prova per Enea si confida con la sorella Anna chiedendo chi
sia quello straniero così forte e bello, certo di stirpe
divina che ha cercato rifugio nel suo palazzo
Qui spernit modica, paulatim decidet:
Chi disprezza le piccole cose è destinato a
una lenta rovina (Antico testam. Sir. 19,1).
Modica (=le piccole cose) è una espressione
figurata che l'autore del testo biblico usa quasi ad indicare
i mattoncini della quotidianità, che presi singolarmente
sembrano avere scarsa importanza ma quando sono cementati
costituiscono l'ossatura della nostra esistenza e ne determinano
il flusso regolare. Quando una casa non viene più accudita
e non si presta più attenzione alla manutenzione, inevitabilmente
poco alla volta il degrado prenderà possesso e la struttura
finirà per crollare.
Il libro della Bibbia da cui il detto è preso è
conosciuto sia come "Ecclesiastico" sia come "
Siracide".
Mentre il termine Ecclesiastico" risale al III secolo
quando nella chiesa cattolica tale testo veniva utilizzato
nelle adunanze (ecclesia) per la istruzione dei catecumeni,
quello di Siracide prende il nome dal patronimico dell'autore.
Al Cap. 50, v.29 infatti leggiamo che il libro è stato
scritto da Gesù figlio di Sirach.
Detto segnalato da Alberto M. e
commentato da Pietro V.
Quisque de populo:
Uno preso dalla folla.
Possiamo comunque tradurre anche con "l'uomo
della strada", "un non addetto ai lavori",
"il cittadino medio" e
scomodando un film di Steno, "Banana
Giò" interpretato dal bravissimo Bud Spencer,
anche con "un pinco pallino qualunque".
Si tratta comunque di espressione
quasi esclusivamente usata in ambito giuridico.
Detto segnalato da Maurizio F.
Quis, quid, ubi, quibus auxiliis, cur, quomodo,
quando?:
Chi, che cosa, dove, con quali mezzi, perché, in qual
modo, quando? (Albertano da Brescia).
Esametro nel quale sono contenute le principali fonti alle
quali si può attingere nello svolgimento di un tema o di un
discorso. Considerare la persona che agisce (quis); l’azione
che fa (quid); il luogo in cui la esegue (ubi); i mezzi che
adopera nell’eseguirla (quibus auxiliis); lo scopo che si
prefigge (cur); il modo con cui la fa (quomodo); il tempo
che vi impiega e nel quale la compie (quando).
Quis tulerit Gracchos de seditione querentes?:
Chi avrebbe potuto sopportare i Gracchi quando si lamentavano
di una sedizione? (Giovenale, Satire, Il, 24).
Il significato fondamentale della frase è che non bisogna
condannare negli altri i mezzi che noi stessi abbiamo adoperato,
o i difetti che non riusciamo a correggere in noi stessi.
Quis ut Deus?:
Chi come Dio?
E' possibile trovare simile scritta sullo scudo nelle raffigurazioni
dell'arcangelo san Michele. Il nome di questo arcangelo in
lingua ebraica sarebbe ( il condizionale è d'obbligo
per chi l'ebraico non lo conosce e deve affidarsi ad internet)
"Mi-ka-El?" che significherebbe "chi
è come Dio?" dalla frase pronunciata mentre
cacciava all'inferno gli angeli ribelli , capitanati da Satana.
La devozione a questo arcangelo rimase tra le più sentite
durante l'intero regno longobardo. La loro opera di conversione
fu avviata dalla regina Teodolinda e da san Colombano fondatore
dell'abbazia di Bobbio nel piacentino e a questo arcangelo,
dalle indubbie virtù guerriere, vennero dedicate innumerevoli
"Pievi" non ultima quella di Revigozzo.
Quivis unus ex populo:
Uno qualunque del popolo (Cicerone, Philosophia, Brutus
320).
Come segnalato da Luciano G. simile epressione è
da preferirsi a "Quisque de populo" anche
se meno conosciuta ed usata. Come significato ed utilizzo
vale quanto già scritto.
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