Sutor, ne supra crepidam...!
Verba movent, exempla trahunt:
Le parole smuovono, ma gli esempi trascinano (Anonimo).
Agli effetti educativi l'esempio è sempre stato considerato
di grande efficacia promuovendo nei giovani un reale ed effettivo
giudizio critico sul valore morale dei fatti o delle persone
additate come riferimento e ,difficilmente, un educatore avrà
seguito se le sue azioni non saranno coerenti con quanto insegnato.
Ricordiamo personaggi del calibro di Albert Schweitzer
o di madre Teresa di Calcutta che ai malati di lebbra e ai
poveri dell'India, hanno sacrificato la vita in un continuo
esempio di dedizione al prossimo.
Detto segnalato da Alberto Di S.
Verba volant, scripta manent:
Le parole volano, ma gli scritti rimangono.
Proverbio antico che insinua la prudenza nello scrivere, perchè,
se le parole facilmente si dimenticano, gli scritti possono
sempre formare, specialmente nelle mani di malintenzionati,
documenti spesso nocivi.
Verbum Domini manet in aeternum:
La parola del Signore resta in eterno (Nuovo Testam. Atti,
1Pt. 1,25).
L'espressione tratta dagli "Atti degli Apostoli"
ci riporta ai fondamenti stessi della fede. Di fronte al trascorrere
del tempo e ai continui rivolgimenti della storia, la rivelazione
che Dio ci ha offerto in Cristo rimane stabile per sempre
ed apre sul nostro cammino terreno un orizzonte di eternità.
Veritas filia temporis:
La verità è figlia del tempo (Aulo Gellio Noctes Atticae Liber
XII - 11,7)
Il detto viene riportato con queste parole ma la frase scritta
da Gellio suona "Alius quidam veterum poetarum, cuius
nomen mihi nunc memoriae non est, veritatem temporis filiam
esse dixit." (=Un vecchio poeta, di cui non ricordo
il nome, affermò che la verità è figlia
del tempo). La storiografia ci abitua a continui approfondimenti
che inevitabilmente ribaltano le prospettive di lettura. Quanti
esempi abbiamo di personaggi rivalutati: Galileo, Savonarola,
Martin Lutero... o di avvenimenti storici quali le Crociate
o le tante conquiste in nome della religione, che ora viste
sotto una nuova luce appaiono spesso spedizioni militari allo
scopo di conquistare nuove terre e depredarne la popolazione.
Veritas odium parit:
La verità partorisce l'odio. (Terenzio, Andria,
1, 1, 68).
Anche questa è una verità molto antica, illustrata spesso
dagli scrittori e dai poeti.
In questi ultimi anni poi basta guardare al nostro Parlamento!
Veritatis simplex oratio est:
Il linguaggio della verità è semplice (Seneca,
Lettere Morali a Lucilio, Libro V, XLIX, 12).n
Sembra una espressione ripresa dal Nuovo Testamento
(Mt. 5,37) quando Gesù afferma:"Sit autem
sermo vester: “Est, est”, “Non, non; quod
autem his abundantius est, a malo est" (=Sia invece
il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più
viene dal maligno).
Come sarebbe bello se esistessero solo persone dal parlar
netto, decise, che non ti fanno perder tempo in inutili giri
di parole. Persone per le quali la parola ha ancora un senso,
un valore, una credibilità, ma forse, se così
fosse, non esisterebbero il politici!
(Verum) est aviditas dives et pauper pudor:
Ma è l'avidità che trionfa, e la modestia è
disprezzata (Fedro, Favole, Libro II, 1, 12).
Sentenza amara, ma anche troppo vera. Spesso si apprezza solo
chi sa vantare le cose sue, mentre i modesti, gli uomini di
valore che non si mettono in mostra, non sono stimati affatto.
Verum severissima fronte dicere:
Dire la verità con fronte severa - Avere la verità
scritta in fronte
Ripresa e modificata da un'orazione di Cicerone
(Pro Rabirio Postumo, XII, 35) il cui testo originale
dice:" At si verum, tum severissima fronte dixerunt,
nunc mentiuntur" (=Ma se allora
dissero la verità con fronte severa, ora mentono).
Vestigia terrent:
Le orme mi preoccupano (Orazio, Epistole, Libro I, 74)
Le bugie hanno le gambe corte. Orazio ricorda la favola
di Esopo del leone ormai troppo vecchio vecchio ed incapace
di cacciare per mancanza di forze. Fingendosi ammalato uccide,
per cibarsene, tutti gli animali che vanno nella sua tana
a rendergli visita. Solo la volpe, nella la sua ormai proverbiale
astuzia, si chiede come mai tutte le orme portino al Leone
ma nessuna se ne allontani. Come la voce
si sparge nel bosco al leone non resta che morire di fame.
Vexata quaestio:
Questione dibattuta.
Il verbo latino "vexo" intensivo
di"veho" (=trasportare)
significa "agitare, scuotere" ed il detto
si riferisce appunto a quelle questioni che fanno scorrere
fiumi di inchiostro. "Vexata quaestio"
potrebbe essere la priorità tra uovo o gallina, la
paternità della radio tra Marconi e Popov, la superiorità
atletica tra Bartali e Coppi...!
Via Crucis:
La via della croce.
Per la Chiesa cattolica questa espressione ricorda i momenti
salienti della Passione di Gesù Cristo: dalla condanna
a morte, alla salita sul Golgota per terminare con la crocifissione
e la deposizione nel sepolcro. Sono 14 episodi rappresentati
con disegni o bassorilievi che troviamo solitamente distribuiti
lungo le navate esterna delle chiese quasi ad indicare simbolicamente
ai fedeli un percorso da compiere ad imitazione di Cristo.
Interessante sotto il profilo artistico e per l'ambientazione
la "Via crucis" che troviamo al Sacro Monte
di Varese con opere di Dionigi Bussola scultore milanese della
seconda metà del '600 e in val Camonica a Cerveno (BS)
dovute in gran parte all'opera dello scultore settecentesco
Beniamino Simoni di Fresine.
Vicisti Galilaee!
Galileo ha vinto.
Si racconta siano le parole indirizzate, in punto di
morte dall'imperatore Claudio Flavio Giuliano (331-363) nipote
dell'imperatore Costantino e meglio noto come Giuliano l'Apostata,
a Gesù il Galileo dopo aver inutilmente tentato di
restaurare la religione pagana. La storiografia moderna ne
ha rivalutato la figura sia come imperatore, amministratore
attento, letterato , filosofo e persona tollerante verso le
varie religioni.
Victoria nobis vita:
Per noi la vittoria rappresenta la vita.
Era il motto dell'incrociatore leggero "Emanuele
Filiberto duca d'Aosta" e meno male che è prevalso
il buon senso di non usare il nome completo e precisamente:
"Emanuele Filiberto Vittorio Eugenio Genova Giuseppe
Maria di Savoia" perchè non sarebbe bastata
la fiancata della nave per scriverlo tutto.
Victrix causa diis placuit, sed victa Catoni:
Gli dei parteggiarono per il vincitore, ma Catone per il vinto
(Marco Anneo Lucano Pharsalia 1,128).
Racconta Lucano che Marco Porcio Catone (era il pronipote
del più famoso Catone il Censore quello per intenderci
che quando era a corto di argomenti di discussione esclamava:
Ceterum censeo Carthaginem esse delendam) allo scoppio
della guerra civile causata da Cesare che con le legioni in
armi aveva oltrepassato il Rubicone pronunciando un'altra
famosa frase "alea iacta est" si schierò
con Pompeo ritenendo che meglio rappresentasse il Senato contro
le aspirazioni del conquistatore della Gallia. Sconfitto Pompeo
a Farsalo, Catone continuò in Africa la guerra contro
Cesare ma alla notizia della sconfitta a Tapso, senza più
speranze, si diede la morte nel 46 a.C. ad Utica.
Videant consules :
Provvedano i consoli.
Parte iniziale di una formula con la quale il senato conferiva
ai consoli pieni poteri in caso di estrema emergenza; la locuzione
è usata oggi in tono scherzoso per rimandare a chi
ne ha competenza la soluzione di ardui problemi.
Vedi anche "caveant consules"
Detto segnalato e commentato da Carlo T.
Videbis, fili mi, quam parva sapientia regitur mundus:
Vedrai figlio mio con quanta poca sapienza si possa governare
il mondo .
Sembra che l'espressione sia di Axel Gustafsson Oxenstierna
politico svedese del 1600 in una lettera al figlio Giovanni
incaricato delle trattative nella Pace di Westfalia ed angosciato
per la propria incapacità: Esiste anche una seconda
versione con analogo significato e attribuita a papa Giulio
III 1487-1555()"An nescis, mi fili, quantilla prudentiia
mundus regatur" (=Forse tu non
sai, o filio mio, quanta poca intelligenza sia necessaria
per governare il mondo).
Video barbam et pallium, philosophum nondum video:
Scorgo la barba e il mantello ma non il filosofo (Aulo Gellio
Noctes Atticae libro IX cap.II,v.4).
Racconta Aulo Gellio che questa espressione, molto simile
al nostro proverbio "l'abito non fa il monaco",
venne pronunciata da Erode Attico quando durante un convito
gli si presentò un tizio che, atteggiandosi a filosofo,
pretendeva soldi. A Erode, che gli chiedeva chi fosse, lo
pseudofilosofo, offeso, rispose che bastava guardarlo per
capire; fu a questo punto che Erode rispose:"Video...."
Erode Attico (104-180), di cui Gellio fu grande amico, nacque
ad Atene, fu buon oratore ed insegnante di retorica, venne
scelto da Antonino il Pio come precettore dei due figli adottivi
Marco Aurelio e Lucio Vero, nel 143
fu console e successivamente governatore della Grecia.
Video lupum:
Vedo il lupo.
Analoga alla frase:"Lupus in fabula". Si
cita allorché una persona che si teme o della quale
si sta parlando, appare all’ improvviso.
Video meliora proboque, deteriora sequor:
Vedo le cose migliori e le approvo, ma seguo le peggiori.
(Ovidio, Metamorfosi, VII, 20).
Verso che rende bene la debolezza, e le cattive inclinazioni
dell’ umanità.
Vigilavi et factus sum sicut passer solitarius in tecto
:
Ho vegliato (tutta la notte) e sono diventato come un
passero solitario sul tetto (Antico testam. Salmo 101, 8).
L'immagine del passero solitario verrà successivamente
ripreso sia dal Petrarca (Canzoniere, sonetto CCXXVI) "Passer
mai solitario in alcun tetto" che dal Pulci "La
passer pensierosa e solitaria" ma certamente "Il
passero solitario" a tutti più noto resta
quello cantato dal Leopardi nell'omonima poesia della quale
riporto i versi iniziali "D'in su la vetta della
torre antica, passero solitario, alla campagna cantando vai
finchè non more il giorno, ed erra l'armonia per questa
valle".
Vim vi repellere licet:
E' lecito respingere la forza con la forza (Ulpiano, Digesto,
XLIII.16.1.27 ).
Esiste anche un'analoga sentenza di Paolo "Vim
vi defendere, omnes leges, omniaque iura permittunt"
(=Tutte le leggi e tutti i diritti permettono di difendersi
dalla forza con la forza). E' il principio comunemente ammesso
della legittima difesa. Secondo l'art. 52 del codice penale,
l'aggressione deve essere oggettivamente ingiusta e il ricorso
alla legittima difesa deve essere necessario e inevitabile
e la reazione all'offesa.
Vincere scis Hannibal, victoria uti nescis:
Sai vincere,Annibale, ma non sai sfruttare la vittoria (Tito
Livio Ab Urbe condita libro XXII, 51,4).
La sera del 2 agosto dell'anno 216 a.C. a Canne la battaglia
si è appena conclusa con una incredibile disfatta romana,
almeno 50.000 morti e 28.000 prigionieri. Ad Annibale sarebbe
sufficiente marciare su Roma, e la città, senza più
difesa alcuna, sarebbe alla mercè dei Cartaginesi,
ma preferisce dirigersi con l'esercito a Capua dove decide
di svernare. Scrive Tito Livio che fu proprio questo atteggiamento
rinunciatario del generale Cartaginese a far pronunciare a
Maarbale, comandante della cavalleria leggera numidica, questa
famosa frase:"Tum Maharbal: "non omnia nimirum
eidem di dedere. Vincere scis, Hannibal; victoria uti nescis."
(=Allora Maarbale disse: Gli dei non hanno elargito tutti
i doni alla stessa persona. Tu Annibale sai vincere, ma non
sai sfruttare la vittoria).
Vino vendibili suspensa hedera non opus est:
Il vino sincero non ha bisogno di frasche appese.
Per comprendere questo detto occorre rifarsi all'abitudine
degli osti di appendere una frasca sopra la porta dell'osteria
per indicare che lì era possibile rifocillarsi e bere
del buon vino. Troviamo simile vocabolo usato al cap. XVI
dei Promessi sposi durante la fuga di Renzo da Milano"
(Renzo) Mentre cerca la maniera di pescar tutte quelle
notizie, senza sospetto, vede pendere una frasca da una casuccia
solitaria, fuori d'un paesello... ...gli fu offerto un po'
di stracchino e del vin buono...". Immagino che
l'idea di esporre simile richiamo sia legata alla iconografia
di Bacco che sempre veniva raffigurato tra grappoli d'uva
e adorno di pampini.
Vinum et mulieres apostatare faciunt sensatos:
Il vino e le donne traviano i saggi (Antico Testam., Siracide,
19,2).
Riporto anche il versetto che precede quanto citato:
"Operarius ebriosus non locupletabitur; et, qui spernit
modica, paulatim decidet. Vinum et mulieres apostatare faciunt
sensatos".(=Un operaio ubriacone non diventerà
mai ricco e chi disprezza il poco andrà lentamente
in rovina. Vino e donne traviano anche i saggi).
Nessun commento da parte mia anche se noto una certa
dose di maschilismo in quanto la donna è presentata
come pericolo e come seduzione a cui il sapiente deve sottrarsi.
Sembra che il luogo di composizione di questo libro sapienziale
sia Gerusalemme attorno al 166 a.C. Intenzione dell'autore,
unico ad aver dato il proprio nome ad un libro della Bibbia,
è tentare di applicare la saggezza tradizionale di
Israele ai problemi e alle esigenze della società a
lui contemporanea.
Vinum laetificat cor hominis:
Il vino allieta il cuore dell'uomo.(Antico Testamento Salmo
103,15).
Nell'Antico Testamento (Genesi cap.9,20) si dice che
fu Noè, primo tra tutti , a piantare una vigna, a pigiare
l'uva e ... ad ubriacarsi bevendo il vino ottenuto! Roba da
guinness dei primati! D'altra parte, dopo tutta l'acqua vista
durante il diluvio non se la sentiva proprio di... allungare
il vino. Tante sono le espressioni che invogliano all'uso,
ancorché moderato, del vino anche se ultimamente l'Organizzazione
Mondiale della sanità lo ha assimilato alle droghe
che creano dipendenza. Così scopriamo che un prodotto
, intrinseco alla nostra cultura e alla nostra storia, diventa
una cosa da evitare per incapacità nostra di servircene
nel modo corretto.
Vinum merum placentinum laetificat:
Il vino schietto dei colli piacentini allieta
il cuore.
Il termine schietto, nel dialetto piacentino, in
questo contesto, indica che "non è allungato con
acqua". Che Licinio Sestulo, a cui la frase è
attribuita, sia esistito o no, (io propendo per il no sempre
che non mi si indichi un autore a lui contemporaneo che ne
parla), non ha alcuna importanza perchè i vini piacentini,
per le loro qualità hanno da anni varcato i confini
della penisola.
Vir bonus dicendi peritus:
Uomo probo, bravo nella capacita di esprimersi (Catone Libri
ad Marcum framm. 14).
"Orator est , Marce fili, vir bonus dicendi peritus"
(=Caro figlio Marco, l'oratore deve soprattutto essere
un buon cittadino probo e retto, esperto nell'arte oratoria).
Per Catone ancor prima della capacità oratoria l'uomo
deve possedere una assoluta integrità morale ponendo
al si sopra di ogni interesse personale il bene della Repubblica.
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