Con
l'introduzione dell'euro far quadrare il bilancio famigliare
è diventato, per molti, un'impresa. Anche molti
agricoltori, specialmente delle zone di collina e di montagna
faticano a chiudere il bilancio in attivo, sia per accordi
comunitari a noi poco favorevoli, sia per l'ingresso di
prodotti esteri a costi inferiori.
Ho scritto a proposito la seguente poesia . |
L’agricultüra
L’agricultüra
i l’hann ruvinè
e i’agricultur i sann pö cus fè.
La nafta la seguita crëss.
Al ruttür igh en seimpar da spëss.
Dla
malga igh dann gneint,
parlum mia dal furmeint.
Adess al latt i l’hann calè,
igh dann menu dl’ann passè.
Al
cunsorzi, la ditt la signurina:
“ Adesso tutto viene dalla Cina,
il prodotto è buono e costa poco
e poi lo portano qua in loco “.
Basta
che in mantegnan lur,
lavurum pö, fumm i siur.
Par me tsè la va anca bein.
In di camp fumag di giardein !
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L'agricoltura
L‘agricoltura
l’hanno rovinata
e gli agricoltori sanno più cosa fare.
La nafta continua ad aumentare.
I guasti sono sempre frequenti.
Del
granoturco non danno più niente,
non parliamo del frumento.
Adesso il latte l’hanno calato,
gli danno meno dell’anno passato.
Al
consorzio, ha detto la signorina:
“ Adesso tutto viene dalla Cina,
il prodotto è buono e costa poco
e poi lo portano qua in loco”.
Basta
che ci mantengono loro,
lavoriamo più, facciamo i signori.
Per me così va anche bene.
Nei campi facciamo dei giardini !
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