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Se in casa d’altri si usa tenere un atteggiamento corretto e dignitoso, a maggior ragione penso lo si debba tenere in chiesa che è la casa del Signore.
Un tempo anche i parroci erano più rigorosi e non mancavano di riprendere chi non si comportava correttamente con un contegno confacente.
Ancor oggi in certe città, davanti alle grandi basiliche, ci sono addetti a vigilare sul buon costume e a volte vietano l’ingresso a chi non è ritenuto degno.
Le due signore di cui parlo, pur essendo in chiesa, erano forse convinte di essere sul mercato o al circolo degli anziani.
Eugenio Milza
In ceza

Du donn, in fond la ceza,
i sen miss a cicciarè,
cmé i fissan a fè la spèza,
in mezz i banc, sal marchè.

Me ho fatt feinta ‘d gneint.
Quand po ‘m sum stüfè,
g’ho ditt: “ Ché, la mé geint,
l’è mia ‘l sit da cicciarè.

Gh‘è da tès e da parghè,
chimò ‘s pèrla col Signur.
Co’ Lü ‘s ga diza i so pchè
e ‘s ga cunfida i so dulur “.

Allura i sen snuccè al pèri
e dop, la pössè cicciarona,
la s’è miss a dì ‘l rusèri,
co’ in man la so curona.

In chiesa

Due signore, in fondo alla chiesa,
si sono messe a chiacchierare,
come fossero a far la spesa,
in mezzo ai banchi, sul mercato.

Io ho fatto finta di niente.
Quando poi mi sono stancato,
gli ho detto: “ Qui, la mia gente,
non è il posto per chiacchierare.

C’è da tacere e da pregare,
qui si parla col Signore.
A Lui si dicono i nostri peccati
e si confidano i nostri dolori “.

Allora si sono inginocchiate vicine
e dopo, la più chiacchierona,
si è messa a recitare il rosario,
con in mano la sua corona.

 
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