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L’eutanasia, pratica già in uso in diversi paesi, da noi è un tema più che attuale, fonte di dibattiti e discussioni.
C’è chi si schiera a favore e chi contro.
Io penso che chi è in fin di vita desideri l’alleviamento del dolore e non la rapida risoluzione della sua esistenza.
Eugenio Milza
L’eutanasia

Vëdrì, chèr la mé geint,
che arrivrà un mumeint,
che ‘l malè “ terminèl “,
il vurrann pö, a l’uspedèl.

I dirann: "L’è un pazient
che 's pö pö fèg gneint.
L’è inütil seguitè la cüra,
bisogna fèg una puntüra.

La so vita urmäi l’è finì,
an ga rèsta che suffrì.
Al farum indurmintè,
tsè al lassrà lé da tribülè".

I farann finì la vita,
co’ la mort “ assistita “.
La sariss “l’eutanasia“.
In vëdan l’ura che l'ac sia.
L’eutanasia

Vedrete, cara la mia gente,
che arriverà un momento,
che il malato “ terminale “,
lo vorranno più, all’ospedale.

Diranno: "E' un paziente
a cui si può più far niente.
E’ inutile continuare la cura,
bisogna fargli una puntura.

La sua vita ormai è finita,
non gli resta che soffrire.
Lo faremo addormentare,
così lascerà lì da tribolare".

Faranno finire la vita,
con la morte “ assistita “.
Sarebbe “l’eutanasia“.
Non vedono l’ora che ci sia.
 
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