» Home
  » Poesie e Pensieri
  » Contatti
 
Ci sono giovani che pretendendo la moto o la macchina ad ogni costo mettono letteralmente “ in croce “ i genitori creando, a volte, difficoltà anche al bilancio economico famigliare.
Se poi perdono disgraziatamente la vita sulla strada, lo strazio che arrecano alle loro famiglie è immenso.
Ho usato toni molto duri per indurli alla prudenza.
Eugenio Milza

La motu

I sò al i' ha fatt dvintè matt
e dopo igh l’hann cumprè.
I’hann fatt di vers da gatt
ma i l’hann propi accoteintè .

Adess puvrein che l’è mort,
seint la geint a murmurè:
"Cus vèl mai anca andè fort,
tütt d’un culp al s’è farmè .

Par mé coint, i genitur,
second me i‘hann sbagliè .
Un po’ 'd culpa l'è anca 'd lur,
a so möd igh hann seimpar lassè fè.

Adess i pianzan , ien dasprè,
igh èvan appeina un fiö
e l’è mort in mezz la strè.
Igh hann seimpar lassè fè cmé 'l vö!".

La moto

I suoi li ha fatti diventare matti
e dopo glie l’hanno comperata.
Hanno fatto versi da gatto,
ma l’hanno proprio accontentato.

Adesso poverino che è morto,
sento la gente a mormorare:
"Cosa vale mai anche andar forte,
tutto d’un colpo s’è fermato.

Per mio conto, i genitori,
secondo me hanno sbagliato.
Un po’ di colpa è anche di loro,
a suo modo gli hanno sempre lasciato fare

Adesso piangono, sono disperati,
avevano appena un figlio
ed è morto in mezzo la strada.
Gli hanno sempre lasciato fare come vuole!".

   
   
 
Stampa la pagina  
Tutto il materiale pubblicato, anche se non indicato, è di proprietà dell'autore.
Ne è pertanto vietato l'utilizzo a qualsiasi titolo.
Sito ottimizzato per una risoluzione 800*600 e per Internet Explorer 4 o superiori.
Dimensione carattere: medio
Per una migliore visualizzazione premere F11