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Mangiava
sempre l'aglio |
Eugenio
Milza |
Voglio raccontare un fatto un po' singolare.
Prima e dopo il periodo in cui prestai il servizio militare
mi recavo ogni estate presso i nonni materni a Pradello
Colombo, in comune di Bettola, dove li aiutavo a mietere
il grano manualmente e nei lavori di trebbiatura.
Partivo in bicicletta dalla periferia di Vigolzone,
dove allora abitavo e in poco più di un'ora ero lassù
dai miei nonni.
Come ho gia riferito in altra occasione la trebbiatura
sull'aia richiedeva la presenza di numerosa manodopera.
Le massaie ci tenevano molto a far bella figura nel
servire il pranzo a tutti coloro che avevano collaborato.
Ricordo che verso la fine del pranzo Maria, mia nonna,
spesso così si rivolgeva ai presenti: " Vi sentite di
mangiare ancora qualche cosa ? Volete che vi porti un
po' di formaggio o altro " ? A quel punto un signore
anziano alzava la mano e con parlare lento e cadenzato
rispondeva in dialetto : " Maria- portam-una-
pulissa- d'äi " Maria portami uno spicchio
d'aglio. Poi con cura toglieva la pellicina attorno,
lo metteva in bocca, pian piano lo masticava e l'ingeriva
quasi fosse una pastiglia prescritta dal medico, da
prendersi dopo ogni pasto principale.
La cosa si ripeteva successivamente anche in casa dei
vicini, presso cui si andava sempre per la trebbiatura:
" Rasdura-portam-un- po'- d'äi " era
il ritornello.
Un giorno, incuriosito da questa sua predilezione per
l'aglio gli chiesi come mai alla fine di ogni pranzo
ne facesse sempre richiesta.
La risposta fu la seguente: " Da giovane emigrai in
Francia dove poi trovai lavoro come garzone da muratore".
Mi diceva che là si lavorava molto e per far presto
intonacavano i muri dando la prima mano d' intonaco
nientemeno che con il badile. " Col badile " ? ripetevo
e mi mettevo a ridere.
Il muratore francese che serviva abitualmente, un giorno
gli chiese quanti fratelli e sorelle avesse. " Eravamo
una famiglia molto numerosa "rispose" Avevo diversi
fratelli e sorelle ma molti sono morti di tisi e anch'io
temo di fare la stessa fine ".
" Garçon" proseguì il muratore, " Da ora in poi fai
come ti dico" : " Alla fine di ogni pasto mangia sempre
uno spicchio d'aglio". Così tenne sempre a mente il
consiglio ricevuto e vi si attenne anche dopo essere
tornato al proprio paese, per tutta la vita. Visse sempre
in buona salute e morì dopo aver superato brillantemente
gli ottanta. Non sono certo io a poter affermare che
la sua longevità è da attribuirsi al quotidiano consumo
di aglio che probabilmente lo proteggeva da eventuali
attacchi di virus o batteri.
I francesi non erano gli unici a conoscere i benefici
dell'aglio nei confronti della salute.
I cinesi, quattromila anni avanti Cristo, gia curavano
i tumori con l'aglio.
Gli egiziani somministravano aglio e cipolla agli schiavi
addetti alla costruzione delle piramidi affinché si
mantenessero sempre in buona salute.
Forse se tornassimo a farne uso nelle nostre pietanze,
anche adesso potremmo trarne giovamento.
Certo dovremmo soprassedere al caratteristico odore
che assume l'alito, dovuto all'allicina.
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