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Am arcord... di nonna Mariuccia

Il filugello

Alla frontiera cinese, il fraticello fu frugato, in ogni luogo.
- Avete oro? - gli chiesero le guardie.
- No.
- Avete argento?
- No.
- Avete seta?
Il fraticello rimase un istante perplesso. Non voleva dire il falso. Ma poi rispose francamente:
- No.
Infatti egli non aveva indosso neppure un filo di seta, ma...
I cinesi erano molto gelosi della loro seta. Non volevano che gli altri popoli della terra conoscessero il segreto di quel loro preziosissimo filo, col quale fabbricavano un bellissimo tessuto, lucido e morbido.
Il fraticello invece aveva pensato di portare al suo paese questo segreto, nonostante la sorveglianza dei cinesi.
- Passate pure, - gli dissero le guardie.
Il frate raccolse con fare noncurante il suo bastone di bambù e passò la frontiera.
Cammina, cammina, sempre appoggiandosi alla sua canna di bambù, giunge finalmente al suo paese.
- Ho portato un tesoro!
- Dov'è?
Credevano che fosse oro, argento, pietre preziose. Il pellegrino sorrise.
- Questo sarebbe un piccolo tesoro e servirebbe a pochi. Invece ne ho portato uno molto più prezioso, che servirà a tutti e non verrà mai meno, anzi aumenterà sempre più.
Gli abitanti del paese lo guardarono increduli. Egli vestiva il saio della povertà, non aveva bagagli. Pensarono che durante il lungo viaggio avesse smarrito la ragione.
- E dov'è questo sterminato tesoro?
Il frate allora mostrò il suo bastone.
- È qui dentro.
Gli altri risero di lui. Ma il frate con grande cautela ruppe la canna di bambù e mostrò alcuni semini scuri.
- Ecco il tesoro, - disse.
Tutti credettero che si volesse burlare di loro. Gli voltarono le spalle e lo lasciarono solo.
Allora il frate mise i semini in un sacchetto, che si pose in seno perché stessero al caldo.
Dopo pochi giorni dai semini, che erano uova, uscirono alcuni bachini neri.
Il frate li pose con grande cura sopra una foglia tenera di gelso. I bacolini cominciarono a mangiare. Facevano sul tessuto verde delle foglie come tanti forellini, che ingrandivano mangiando attorno attorno . In poco ridussero la foglia alle sole nervature.
Il frate aveva cura di rinnovare loro le foglie di gelso, e i bacolini ingrossarono rapidamente. Diventarono chiari e lucidi e mollicci.
- Venite a vedere il grande tesoro, - diceva la gente. Quattro o cinque bachi che fanno quasi ribrezzo!
Il frate sorrideva:
- Aspettate, - diceva - aspettate e vedrete.
I bachi crescevano sempre più. Quando furono grossi come un fustellino, smisero di mangiare e si misero a dormire.
- Sono morti - disse la gente.
Invece, dopo poco tempo, ripresero a mangiare. Quando furono grossi come un dito mignolo, s'addormentarono ancora.
- Questa volta è finita davvero, - disse la gente. Invece i bachi ripresero a mangiare. Quando furono grossi come un dito indice, s'addomentarono nuovamente.
Intanto il fraticello aveva cercato un rametto di scopa secca.
- Mangiando questi stecchi, chissà come ingrosseranno! -diceva sghignazzando la gente.
Il frate fece salire sul rametto di scopa i suoi bachi e disse ai suoi increduli paesani:
- Ripassate fra qualche giorno e vedrete il portento!
I bachi, appena furono sul rametto di scopa, cominciarono a sbavare, ma il liquido che usciva dalla loro bocca diventava subito solido come un filo d'oro,che le bestiole appiccicavano nei diversi punti dello scopa. Poi, fermi tra una specie di ragnatelo, cominciarono a girarsi su loro stessi, sempre sbavando fili d'oro, e tessendo un fittissimo bozzolo dentro il quale restarono prigionieri.
Quando la gente chiese di vedere il prodigio, il fraticello mostrò il rametto di scopa dal quale pendevano tanti bozzoli d'oro quanti erano i bachi che egli aveva allevati.
S'alzò un grido di meraviglia!
- Sono frutti d'oro?
- No, - rispose il frate, - sono semplicemente bozzoli di seta.
Così anche gli europei allevarono il filugello e produssero come i cinesi preziosi tessuti lucidi e resistenti.

   
 
 
 
 
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Ultimo aggiornamento: 02.10.2015  
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