Conoscete la leggenda di Re Mida?
Egli era desideroso di ricchezze, avido di denaro.
Avrebbe voluto che tutto ciò che toccava
diventasse oro.
E fu esaudito.
Che fortunato, penserà qualcuno. Che disgraziato
invece!
Con gioia egli vide che se prendeva in mano una
pietra, questa gli diventava fra le dita un massello
d'oro. Con esultanza vide che se toccava un pezzo
di legno, questo si trasformava immediatamente in
una verga d'oro.
- Sono l'uomo più ricco del mondo! - esclamò
Mida. E si dette a toccar tutto, stoffe, muri, piante
e tutto si trasformava in oro. Il trono sul quale
sedeva era diventato tutto d'oro; i tappeti sui
quali camminava si facevano d'oro, gli oggetti che
accarezzava, oro; i fogli che toccava, oro; i fiori
che odorava, oro.
Ma venne il momento di mangiare. I piatti diventarono
d'oro, e d'oro si fecero le stoviglie. Ma anche
il pane, appena toccato, si trasformò in
un pezzo d'oro; e la carne si induriva in bocca
e diventava immangiabile. L'acqua e il vino, appena
toccate le labbra del Re, si mutavano in un liquido
denso, d'oro fuso che non era possibile ingoiare.
Così la gioia di Re Mida durò poco
e poco durò la sua ricchezza, perché
in mezzo a tutto quell'oro egli morì nel
giro di poche ore, di fame.
Giugno somiglia un po' al Re Mida. Egli giunge,
accarezza con le sue calde mani le messi, e i campi
dal color verde, trapassano rapidamente nel color
giallo. Sono diventati d'oro?
Egli tocca con le sue dita luminose gli alberi,
e i frutti dal colore acerbo si fanno gialli e rossi.
Diventano forse d'oro?
Anche i fieni umidi e lustri, tagliati e ammontati,
si fanno d'oro al sole di giugno.
-Attento Giugno! - gridano al mese della maturazione
i mesi fratelli, - Attento che non ti accada come
al Re Mida!
Ma Giugno sorride sicuro di sé. Seguita ad
accarezzare le messi; seguita a seccare i fieni;
seguita a riscaldare le frutta.
Questa trasformazione in oro che io opero, - egli
risponde, - non è come quella di Re Mida.
Egli era un avaro; io invece sono generoso, e faccio
maturare le messi perché tutti si possano
sfamare.
Così dicendo affonda la mano calda in un
mucchio di grano, prende un pugnello di granella
e facendola scorrere contro il sole: -Guardate,
- egli dice, - guardate quant'oro lucente! Questo
non dà la morte, ma conserva la vita!
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