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Am arcord... di nonna Mariuccia

La novella del coniglio rosso (Renato Fucini)

C'era una volta un coniglio; e questo coniglio, perché aveva il pelo rosso, lo chiamavano tutti il coniglio rosso. A vederlo pareva contento, ma invece era un disgraziato da far pietà.
Un giorno che piangeva, il gallo gli domandò:.
- Oh di che piangi?
- Ho paura.
- Oh di che hai paura?,
- D'ogni cosa!
- Uh, vergogna!
- Già! tu discorri bene perché hai il becco e codesti belli unghioni in fondo alle zampe, per difenderti da chi ti dà noia.
- E allora - disse il gallo - fa una cosa. Vai da quella vecchina che sta di casa in fondo al bosco, e chiedi soccorso a lei. Vedrai che lei non ti dice di no.
E allora il coniglio andò dalla vecchina.
-Dice la vecchina:
- Che volevi, coniglino bello?
- Ho paura.
- Oh, di che hai paura?
- D'ogni cosa.
- Uh, vergogna. O perché hai paura?
- Ho paura perché tutti mi fanno il prepotente; tutti mi beffeggiano; tutti mi rincorrono; e io bisogna che scappi perché non ho armi per difendermi
- E allora - disse la vecchina - siccome vedo che sei un animalino buono, dimmi che arma desideri, e io te la darò.
- Voglio le corna.
E non l'aveva neanche finito di dire, che gli spuntarono in mezzo alla fronte due corna affilate, sottili e lustre, che parevano d'acciaio.
Pazzo dalla contentezza, il coniglio rosso, senza neanche ricordarsi di ringraziare la vecchina, prese l'uscio e... via.
Non aveva ancora fatto cinquanta passi in mezzo al bosco, che trovò una pecora vecchia e incimurrita, che aveva smarrito il branco perché non aveva fiato da tenergli dietro. Appena il coniglio l'ebbe vista con quelle corna nere e arricciolate, gambe mie, non è vergogna fuggir quando bisogna!
E va a gran carriera dalla vecchina.
- Che è accaduto? - gli domandò la vecchina.
- È accaduto, - rispose il coniglio - che le corna non mi bastano. Mi ci vorrebbe almeno una ventina d'unghie per mettermele in fondo alle zampe.
E la vecchina prese tanti pezzetti di filo di ferro, li appuntì ben bene con una lima, e gliene mise uno per dito ai piedi davanti e a quelli di dietro.
Appena avute l'unghie, il coniglio rosso, senza neanche dir grazie alla vecchina, prese l'uscio e, via a rotta di collo per il bosco.
Ma il coniglio rosso, dopo neanche cinque minuti, era già tornato dalla vecchina a raccomandarsi che gli facesse col filo di ferro anche il becco.
Il coniglio andò via come le altre volte, ma come le altre volte, tornò spaurito dalla vecchia a chiedere qualche altra arma perché con quelle che aveva non era possibile difendersi da tutti i birbanti che trovava per la strada.
E la vecchina, allora, gli mise due ferri ai piedi dietro, perché si difendesse coi calci come i cavalli. Ma fu lo stesso.
E la vecchina gli dette allora due zanne lunghe come l'hanno i cinghiali per difendersi dai cani. Ma fu lo stesso.
la vecchina, allora lo vestì tutto di penne come gl'istrici.
Ma fu lo stesso.
E allora la vecchina gli dette un pungiglione e del veleno, perché potesse difendersi dai suoi nemici, pungendo e avvele
nando come fanno le vespe. Ma fu lo stesso.
- E allora, caro coniglino mio, - gli disse la vecchina non c'è che da provarne un'altra.
Dice il coniglio:
- Proviamone un'altra.
Dice la vecchina:
- Non c'è altro, caro mio, che levarti la paura da dosso.
Io mi ci posso provare, ma... avrai paura.
- Io! - rispose il coniglio rosso, battendo in terra le zampe di dietro, come per dare ad intendere che lui non aveva paura neanche di un esercito di leoni.
Dice la vecchina:
- E allora proviamo. Se la paura l'hai negli orecchi, a tagliarteli ti deve andar via subito.
Prese un paio di forbici e ziffe; glieli tagliò di netto tutt'e due.
Gli orecchi se ne andarono, ma la paura non se ne andò.
Dice la vecchina:
- Se la paura l'hai nelle gambe, a tagliartele ti dovrebbeandar via subito.
Prese un coltello di ruota e za, za, za, za, in quanto si dice amen gliele tagliò tutt'e quattro.
Le gambe se ne andarono, ma la paura non se ne andò.
E nello stesso modo, la vecchina gli tagliò la coda, eppoi gli cavò gli occhi, eppoi la pelle, eppoi le budella, eppoi il fegato, eppoi i polmoni... lo fece, insomma, a pezzetti minuti, come quando si vuol fare un pollo in fricassea; ma la paura non se ne andò.
Finalmente la vecchina gli cava il cuore.
E quando l'ha in mano si stropiccia gli occhi, si mette gli occhiali e vede che la paura del coniglio rosso era tutta lì dentro.
- Come si fa? - pensava la vecchina. - Se lo butto via il coniglio muore, se glielo rimetto a posto il coniglio resta pauroso come prima. Come si deve fare coniglino mio?
Ma il coniglio rosso non rispose nulla, perché era già morto.

   
 
 
 
 
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Ultimo aggiornamento: 02.10.2015  
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