C'era una volta un coniglio; e questo coniglio,
perché aveva il pelo rosso, lo chiamavano
tutti il coniglio rosso. A vederlo pareva contento,
ma invece era un disgraziato da far pietà.
Un giorno che piangeva, il gallo gli domandò:.
- Oh di che piangi?
- Ho paura.
- Oh di che hai paura?,
- D'ogni cosa!
- Uh, vergogna!
- Già! tu discorri bene perché hai
il becco e codesti belli unghioni in fondo alle
zampe, per difenderti da chi ti dà noia.
- E allora - disse il gallo - fa una cosa. Vai da
quella vecchina che sta di casa in fondo al bosco,
e chiedi soccorso a lei. Vedrai che lei non ti dice
di no.
E allora il coniglio andò dalla vecchina.
-Dice la vecchina:
- Che volevi, coniglino bello?
- Ho paura.
- Oh, di che hai paura?
- D'ogni cosa.
- Uh, vergogna. O perché hai paura?
- Ho paura perché tutti mi fanno il prepotente;
tutti mi beffeggiano; tutti mi rincorrono; e io
bisogna che scappi perché non ho armi per
difendermi
- E allora - disse la vecchina - siccome vedo che
sei un animalino buono, dimmi che arma desideri,
e io te la darò.
- Voglio le corna.
E non l'aveva neanche finito di dire, che gli spuntarono
in mezzo alla fronte due corna affilate, sottili
e lustre, che parevano d'acciaio.
Pazzo dalla contentezza, il coniglio rosso, senza
neanche ricordarsi di ringraziare la vecchina, prese
l'uscio e... via.
Non aveva ancora fatto cinquanta passi in mezzo
al bosco, che trovò una pecora vecchia e
incimurrita, che aveva smarrito il branco perché
non aveva fiato da tenergli dietro. Appena il coniglio
l'ebbe vista con quelle corna nere e arricciolate,
gambe mie, non è vergogna fuggir quando bisogna!
E va a gran carriera dalla vecchina.
- Che è accaduto? - gli domandò la
vecchina.
- È accaduto, - rispose il coniglio - che
le corna non mi bastano. Mi ci vorrebbe almeno una
ventina d'unghie per mettermele in fondo alle zampe.
E la vecchina prese tanti pezzetti di filo di ferro,
li appuntì ben bene con una lima, e gliene
mise uno per dito ai piedi davanti e a quelli di
dietro.
Appena avute l'unghie, il coniglio rosso, senza
neanche dir grazie alla vecchina, prese l'uscio
e, via a rotta di collo per il bosco.
Ma il coniglio rosso, dopo neanche cinque minuti,
era già tornato dalla vecchina a raccomandarsi
che gli facesse col filo di ferro anche il becco.
Il coniglio andò via come le altre volte,
ma come le altre volte, tornò spaurito dalla
vecchia a chiedere qualche altra arma perché
con quelle che aveva non era possibile difendersi
da tutti i birbanti che trovava per la strada.
E la vecchina, allora, gli mise due ferri ai piedi
dietro, perché si difendesse coi calci come
i cavalli. Ma fu lo stesso.
E la vecchina gli dette allora due zanne lunghe
come l'hanno i cinghiali per difendersi dai cani.
Ma fu lo stesso.
la vecchina, allora lo vestì tutto di penne
come gl'istrici.
Ma fu lo stesso.
E allora la vecchina gli dette un pungiglione e
del veleno, perché potesse difendersi dai
suoi nemici, pungendo e avvele
nando come fanno le vespe. Ma fu lo stesso.
- E allora, caro coniglino mio, - gli disse la vecchina
non c'è che da provarne un'altra.
Dice il coniglio:
- Proviamone un'altra.
Dice la vecchina:
- Non c'è altro, caro mio, che levarti la
paura da dosso.
Io mi ci posso provare, ma... avrai paura.
- Io! - rispose il coniglio rosso, battendo in terra
le zampe di dietro, come per dare ad intendere che
lui non aveva paura neanche di un esercito di leoni.
Dice la vecchina:
- E allora proviamo. Se la paura l'hai negli orecchi,
a tagliarteli ti deve andar via subito.
Prese un paio di forbici e ziffe; glieli tagliò
di netto tutt'e due.
Gli orecchi se ne andarono, ma la paura non se ne
andò.
Dice la vecchina:
- Se la paura l'hai nelle gambe, a tagliartele ti
dovrebbeandar via subito.
Prese un coltello di ruota e za, za, za, za, in
quanto si dice amen gliele tagliò tutt'e
quattro.
Le gambe se ne andarono, ma la paura non se ne andò.
E nello stesso modo, la vecchina gli tagliò
la coda, eppoi gli cavò gli occhi, eppoi
la pelle, eppoi le budella, eppoi il fegato, eppoi
i polmoni... lo fece, insomma, a pezzetti minuti,
come quando si vuol fare un pollo in fricassea;
ma la paura non se ne andò.
Finalmente la vecchina gli cava il cuore.
E quando l'ha in mano si stropiccia gli occhi, si
mette gli occhiali e vede che la paura del coniglio
rosso era tutta lì dentro.
- Come si fa? - pensava la vecchina. - Se lo butto
via il coniglio muore, se glielo rimetto a posto
il coniglio resta pauroso come prima. Come si deve
fare coniglino mio?
Ma il coniglio rosso non rispose nulla, perché
era già morto.
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