Home Revigozzo Valnure Castelli S.P.Q.R. Autori Gastronomia Contatti Link
   
   
  » Am arcord...
  » Matilde
  » Presepio
  » ...????...
   
   
   
  E-mail
  » Catia
  » Luca
  » Antonio
  » Mariuccia
Am arcord... di nonna Mariuccia

Il mese ingannato

Ottobre tornava verso casa con un paniere di fichi ben maturi in capo, e con le mani piene di bei penzoli d’uva.
Incontrò per via la vecchia Estate ospite dell’Autunno.
Veramente essa doveva essere già partita dal 21 settembre, ma ghiotta dei bei frutti che ancora dovevano maturare, si era raccomandata all’Autunno.

“Tiemmi ancora con te “ gli aveva detto supplicando, “ cercherò di esserti utile ti regalerò qualche sperata di sole tra i tuoi giorni piovosi”.

L’Autunno, bonario e anche un po’ indolente, aveva acconsentito;
”Resta pure, ma non ti far troppo vedere, altrimenti la gente crederà le leggi del calendario siano sovvertite. Sta sull’aia e prenditi cura di queste pannocchie tardive”.
Ma l’Estate ogni tanto faceva qualche scappata nei campi, ghiotta dell’uva e dei fichi.

Quando incontrò Ottobre carico di questi frutti, senti venirsi l’acquolina in bocca,
“Ottobrino caro” disse con la sua voce calda e persuasiva, “mi regali codesto paniere di fichi e i penzoli d’uva che hai in mano?”.
”Mi dispiace, “rispose Ottobre soffermandosi, “ ma devo portare questa roba a casa. Tu sai come queste frutta siano le ultime dell’anno. Bisogna pensare ai giorni magri. Con i fichi faremo la conserva per le merende e i penzoli li attaccheremo al palco perché durino a lungo”.
“ Ottobrino caro, non mi dire di no. Vedi come sono vecchia. Ho bisogna di nutrimento. Tu invece sei giovane e bello.
Ottobre sapeva di non essere bello, anzi credeva di essere bruttino,
“Non mi fare complimenti fuori luogo, “disse alla vecchia Estate, la quale si fece più insinuante e continuò: “Tu saresti invece un mese bellissimo. Sai perché non brilli sui tuoi fratelli? Perché sei vestito male; L’Autunno ti manda come uno straccione, scalzo, motoso e rattoppato ma se tu mi regalassi i tuoi frutti, io ti farei in compenso un bel vestito nuovo. Hai visto come sono ornati i miei mesi? Hai visto Luglio vestito tutto d’oro? E Agosto ricoperto di damasco viola? E Settembre vestito di raso celeste? Con poco farei anche a te un vestito bellissimo, se tu fossi gentile con me”.

Ottobre era un contadinello inesperto. Credette alle parole della vecchia Estate e fu preso dall’ambizione di un bel vestito nuovo. .
“Tieni ” disse passando nelle mani dell’Estate i penzoli d’uva. “ Bada però, che voglio un vestito meraviglioso”.
Così dicendo si tolse dal capo la cesta dei fichi e la donò all’Estate.
“ Stanotte, “gli promise la vecchia stagione, “lavorerò per te”.

Ma durante la notte invece di cucirgli un vestito nuovo,l’Estate ritinse all’Ottobre i suoi poveri cenci. Li tuffò in un bel color giallo arancione, poi in un rosso sangue, in un viola caldo.Prese dei vecchi pampani, li seccò e quando ebbero preso un colore di fuoco ne fece una bella bavera. Con le foglie gialle dei pioppi compose una trina; con quelle rugginose delle querci fece risvolte e gale.

Quando Ottobre svegliandosi vide ai piedi del letto quel vestito pieno di bei colori credette davvero che fosse nuovo. Lo indossò in fretta e uscì fuori impaziente di farsi vedere.
Cosi rivestito pareva una fiamma. I colori erano anche troppo accesi, ma Ottobre preferiva i colori violenti a quelli smorti.
“ Che bel vestito! “cantavano gli uccelli di passo, ma seguitavano il loro viaggio.
“ Perché non vi fermate? “gridò Ottobre. “ Vedete come sono bello!”.
“ Il tuo vestito é bello, ma non dura, “ gli risposero gliuccelli migratori rigando il cielo.
“ Come non dura? E nuovo. Me lo ha fatto l’Estate stanotte”.
Gli uccelli non risposero, perché impegnati a lottare contro il vento che scendeva dai monti.
“Vieni pure, vento, “ disse Ottobre gonfiando il petto. “Non ti temo. Ho il mio vestito nuovo”.

Ma quando il vento lo investì, le foglie secche volarono via,i piccioli aridi si staccarono. Con un rumore aspro il vecchio vestito ritinto andò in pezzi e il povero Ottobre rimase nudo a tremare e a piangere dell’inganno che gli era stato fatto.
Corse a cercare la vecchia Estate. Era partita per sempre, lasciando i campi spogli e senza frutta, gialli di foglie morte, rossi di foglie secche.

   
 
 
 
 
» Poesie e Racconti...
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Home Revigozzo Valnure Castelli S.P.Q.R. Autori Gastronomia Contatti Link
Grazie per la visita:
pagine viste dal 20.02.06
Ultimo aggiornamento: 02.10.2015  
Diritti riservati come da
Creative Commons License 2.5
CreativeCommons License
Realizzato da Luca, Catia, Mariuccia e Antonio.
Ottimizzato per Internet Explorer e Mozilla Firefox, risoluzione consigliata 800*600 - 1024*768 pixel.
Tutti i diritti riservati.