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Am arcord... di nonna Mariuccia

Ordine

Ogni oggetto deve avere il suo posto; e ogni posto avere il suo oggetto. Ecco in che cosa consiste l'ordine.
Ogni oggetto deve avere il suo posto, solo quello e sempre quello. Un libro deve stare nel palchetto, non sulla seggiola, e tantomeno nella cassetta delle posate! Un pettine deve stare sul cassettone, non sul davanzale della finestra, e tantomeno nella madia del pane! Una tazza deve stare dentro la dispensa, non sul comodino, e tantomeno dentro l'armadio dei panni!
Vi immaginate le lamentele della gente se per esempio una mattina tutte le cose fossero fuori posto, e gli alunni invece che a scuola si trovassero nei campi, i contadini sui palchi di un edificio in costruzione, i meccanici in uno stabilimento chimico e gli impiegati in una stalla? Tutti griderebbero : - Ma questo non è il mio posto!
Se gli oggetti avessero la voce li sentiresti strillare continuamente in una casa disordinata. Di dentro un quaderno uscirebbe una vocina acuta, e griderebbe : - Questo non è il mio posto. Io sono un ago e voglio stare nella mia cassettina, che si chiama agoraio!
Di sotto il letto verrebbe una voce aspra di chiodi irati.
- Noi non vogliamo stare qua sotto! Siamo scarpe e il nostro posto è sull'asse all'asciutto!
Di sulla seggiola si sentirebbe piangere un paio di calzoni.
- Siamo tutti spiegazzati e indolenziti! Perché non ci appendete nell’armadio?
Ma gli oggetti non hanno voce. Se ne stanno zitti zitti, dove si mettono. Non protestano mai.
Però nelle case disordinate non c'è pace lo stesso. Se gli oggetti stanno zitti, urlano spesso le persone.
Dov'è il mio berretto! - grida un bambino, buttando all'aria i piumini, rovesciando le seggiole, aprendo e chiudendo i cassetti. - Dov'è il mio berretto?
- Dov'è il mio pettinino? - grida una bambina, frugando nel comodino e scompigliando i quaderni sulla tavola.
- Dov'è il mio bastone? - grida un nonno rovistando dietro tutti gli usci.
- Dov'è il barattolo dello zucchero? - grida la mamma tramenando nella dispensa.
- Oh, allora come sarebbe comodo se le cose avessero la voce e potessero rispondere:
- Son qua, - direbbe il berretto di sotto la cartella.
- Son qua, - direbbe il pettinino di dietro il comodino.
- Son qua, - direbbe il bastone, di dentro una cassa.
- Son qua, - direbbe il barattolo dello zucchero, di sull'armadio.
Ma poiché essi stanno zitti, le persone si inquietano. L'ordine è anche pace; e il disordine invece è causa di scontentezza e di litigi.

................................................................Non solo mettere, ma rimettere!

Leonardo aveva capito bene in che cosa consistesse l'ordine, Per essere più sicuro di non sbagliare fece tanti cartellini e li applicò nei vari posti. Poiché ogni posto doveva avere il suo oggetto, egli scrisse su ogni posto il nome dell'oggetto che vi doveva stare.
Passò così tutto il pomeriggio della domenica, mettendo in ordine il suo angolo di camera.
- Che cosa stai facendo? - gli chiese la sorella maggiore.
- Sto facendo l'ordine, - spiegò Leonardo. - Vedrai, di qui innanzi non smarrirò più nulla, e non perderò tanto tempo a cercare la mia roba.
- Bravo, - fece la sorella con un sorriso di incredulità. - Così mi piaci.
- Vedi, - proseguì Leonardo. - Sotto questo gancio vicino al tavolino ho segnato il nome di “cartella”. E qui dovrà stare sempre la cartella. Dentro alla cartella ho messo l'astuccio. E dentro l'astuccio ho messo la penna e la matita. Quando avrò bisogno della matita, non perderò tanto tempo. Correrò vicino al tavolino, aprirò la cartella, ne toglierò l'astuccio dal quale estrarrò la matita.
- Meraviglioso! - esclamò la sorella.
- Vedrai, vedrai, - continuò Leonardo incoraggiato. - Sarà un piacere cercare la roba, senza un attimo d'incertezza!
Proseguì il suo lavoro. In poche ore la camera sembrava uno specchio. Poi fece le lezioni e dopo cena andò a letto soddisfatto.
Ma la mattina dopo la sorella lo sentì strillare: - Dove si è cacciata la matita?
Accorse e lo trovò carponi sotto il letto.
- Guarda dove è andata a finire, - borbottava con la voce soffocata.
La sorella non gli disse nulla, ma quando fu uscito, si mise al tavolino e scrisse questa letterina :
“ Caro Leonardo, ieri sera mi spiegasti bene come si fa a trovare la matita senza perdere tempo. Si va al tavolino, s'apre la cartella, se ne toglie l'astuccio, dal quale finalmente si estrae la matita. E fino a qui tutto bene. Ti dimenticasti però di dirmi clic cosa accade dopo avere usata la matita. Non basta, caro Leonardo, fare la strada di andata. Bisogna fare anche quella di ritorno. Quando si è adoperata la matita occorre rifare tutte le operazioni a ritroso, cioè occorre rimettere la matita nell'astuccio, l'astuccio nella cartella, e riappendere la cartella al suo gancio. Non basta dunque mettere la roba in ordine; bisogna rimetterla in ordine. Altrimenti accade quello che ti è accaduto
stamani: di mettere la matita nell'astuccio e di ritrovarla il giorno dopo sotto il letto!“.
Lasciò la lettera sul tavolino, bene in vista, dopo aver spolverato accuratamente tutta la camera.

   
 
 
 
 
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Ultimo aggiornamento: 02.10.2015  
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