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Ancora due parole
Antica città romana il cui territorio,
di circa 1200 Kmq. si estendeva fra le attuali
province di Genova, Tortona, La Spezia, Lucca,
Parma e Piacenza.
Non si conosce esattamente l'anno in cui questa
città scomparve ma si suppone sia avvenuto
nel IV secolo dell'era cristiana a causa di una
infiltrazione d'acqua che, provocando il distaccamento
di una parte della montagna soprastante, seppellì
per decine di secoli l'abitato.
Notizie certe di questa cittadina le troviamo
negli scritti di Plinio il Vecchio. Lo storico
racconta che nell'ultimo censimento fatto ai suoi
tempi, sotto il consolato di Vespasiano e di suo
figlio Tito, si scoprì che nelle zone del
parmense e del piacentino vivevano parecchi centenari
e, che nella sola città di Velleia, situata
tra le colline al di qua di Piacenza, ve n'erano
ben undici e precisamente sei di centodieci, quattro
di centoventi ed uno di centocinquanta.Scriveva
infatti:" citra Placentiam in collibus, oppidum
est Vellejanum in quo CX natos annos sex detulere,
quattuor centenos vicenes, unum CL, M. Mutius
M. filius Galerius Felix".
La cittadina ed il suo territorio dovevano essere
molto popolati se pensiamo che nella famosa Tavola
di Traiano, si racconta di qualche centinaio di
orfani indigenti che ricevevano gli alimenti dal
legato dell'Imperatore e che dallo stesso era
stabilita una dote per venticinque ragazze in
età da marito, ma nullatenenti. Ripensando
a quella decina di centenari che si trovavano
nella cittadina (Plinio parla infatti di "oppidum"
cioè città, e non di "pagus
o ager" che sarebbero rispettivamente i villaggi
o i territori circostanti per altro questi ultimi
vastissimi) e, considerando l'età media
di quei tempi notoriamente molto bassa, si può
supporre che già allora Velleia soffrisse
di sovraffollamento urbano.
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