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dam-de la dele-de pro der-de v dia-dixi doc-dux
 
Sutor, ne supra crepidam...!

Damnatio:
ad bestias
, ad metalla, ad viarum munitiones, in crucem:
Condanna a morte per mezzo delle bestie feroci nel circo, ai lavori forzati, a morte per via breve, alla costruzione di strade, alla croce.
Ai tempi in cui, "absit iniuria verbo" alle parole seguivano i fatti e le condanne venivano scrupolosamente eseguite, con l'espressione "Damnato esto ad... "(=che tu sia condannato a...) il giudice comunicava al condannato la pena da scontare. Inutile dire che con la condanna a morte nel circo o con altri mezzi spicci (decapitati, trafitti da frecce, crocifissi... )
si concludeva la vita terrena del condannato.
Quando invece si trattava di condanna ai lavori forzati da scontare nelle miniere, nella costruzione di strade o sulle galere (a proposito chissà come si definiva quest'ultima pena in latino) , il cittadino veniva privato di ogni diritto civile. La perdita dello "status libertatis" ne comportava, inoltre, la confisca dei beni. Solamente con l'avvento dell'imperatore Giustiniano (535 d.C.) la legge venne modificata e la condanna ai lavori forzati cessò di comportare tale perdita.
(Modificato dall'originale in seguito a preziozi suggerimenti di Franco C.)



Date obolum Belisario
:
Fate l'elemosina a Belisario.

Frase celebre che pur avendo sapore di leggenda come ritengono i critici viene attribuita al grande generale colpito dalla cattiva sorte. Narra una leggenda che fatto accecare dall'imperatore Giustiniano I alla stregua di mendicante chiedeva l'elemosina ai viandanti presso Porta Pinciana a Roma. A testimonianza di questo esisteva una lapide sulla quale era appunto incisa la frase:"Date obolum Belisario".

Datur omnibus
:
Si da a tutti
.
Scritta che si legge sulla porta di qualche monastero ad indicare che la carità di Cristo abbraccia indistintamente tutti, ricchi e poveri. Ricorda le parole di fra Galdino (I Promessi Sposi cap. III) che concludono il racconto del miracolo delle noci: "...perchè noi siamo come il mare che riceve acqua da tutte le parti e le torna a distribuire a tutti i fiumi."

Dat veniam corvis, vexat censura columbas
:
La censura (la critica) risparmia i corvi, e tormenta le colombe (Giovenale, Satire, II, 63).

Sentenza che viene spontaneo applicare quando si vedono perseguitati gli innocenti mentre restano impuniti i malvagi.

Dat virtus quod forma negat:
Il valore da tutto quello che la bellezza ci nega (Bertand du Guesclin).
Bertand du Guesclin fu un condottiero francese del XIV secolo. Nato da una famiglia della piccola nobiltà bretone, fin dall'infanzia si distinse per un fisico sgraziato, tarchiato e nerboruto, forza sorprendente e carattere estremamente ostinato ma indomito guerriero.Era il motto che ornava il suo stemma sul quale era rappresentato un rinoceronte che proprio tanto bello non è!!!

Da ubi consistam
:
Dammi un punto di appoggio.
Abbreviazione del motto di Archimede: "Da mihi ubi consistam, et terram caelumque movebo" (=Datemi un punto di appoggio e solleverò il mondo), alludendo alla proprietà della leva. Si cita quando si domandano i mezzi necessari a intraprendere qualche grande impresa.

Davus sum, non Oedipus
:
Sono Davo, non Edipo
(Terenzio, Andria, 2, 24).
"Davo"qui significa un povero schiavo ingenuo; "Edipo" invece, il re di Tebe, persona sublime ed intelligente come dimostra l'esser riuscito a risolvere l'enigma postadalla sfinge. Ci si trincera dietro questa sentenza quando si vuol addurre la propria debolezza come scusa per non assumere o compiere incarichi troppo alti o difficili.

De auditu
:
Per sentito dire.

Espressione giuridica con la quale si indica una testimonianza resa al giudice in base alla conoscenza che il teste ha di un fatto ma solo per averne sentito parlare. Si tratta quindi di una testimonianza fatta per quanto sentito (de auditu) e non per quanto visto (de visu).

Debellare superbos
:
Abbattere i superbi. (Virgilio, Eneide, VI, 853
).
(vedi anche "Parcere subiectis et debellare superbos")
Verso che il poeta mette in bocca ad Anchise, il quale spiega ad Enea la futura missione del popolo Romano.

Debemur morti nos nostraque
:
Siamo votati alla morte noi e tutte le nostre cose.
(Orazio, Ars poetica, 63).
Il concetto è ripreso anche da Ovidio (In Liviam, 359). Tendimus huc omnes: metam properamus ad unam; Omnia sub leges mors vocat atra suas. (=Tutti tendiamo a questo fine, tutti ci affrettiamo ad un’unica mèta; la tenebrosa morte chiama tutte le cose sotto le sue leggi).

Decet imperatorem stantem mori
:
L' imperarore deve morire in piedi
Espressione spesso usata in sostuituzione di quella che Svetonio mette in bocca all'imperatore Vespasiano. "Imperatorem stantem mori oportere" (=L'imperatore deve morire in piedi) (Svetonio, Vita dei XII Cesari, vita Divi Vesapasiani, p. 320).

Decipimur specie recti
:
Siamo ingannati dall'apparenza del bene.(Orazio, Ars poetica, 25).

Veramente Orazio pretende parlar solo dei poeti; ma la sua morale, in questo caso, è di applicazione universale.

De cuius (hereditate agitur)
:
(Il defunto) di cui (stiamo trattando l'eredità)
Espressione notarile con cui viene definito il defunto all'atto della lettura del testamento.

De facto
:
Di fatto

Con questa espressione si indica una situazione "di fatto" cioè non riconosciuta dall'ordinamento giuridico, ma accettata dalle parti in causa.

Deficit
:
Manca
(Giovenale Satita VII v.129)
La citazione "Pedo conturbat, Matho deficit" (=Pedone va in rovina e Matone fallisce) di Giovenale, è una delle tante trovate navigando in internet. Il vocabolo non ha bisogno di spiegazione alcuna considerando che, per noi italiani da tanti anni, ci sta incollato come una maledizione. L'utilizzo risale al 1500 quando inizialmente indicava gli ammanchi di materiale negli inventari ma che con il passare degli anni ha acquistato l'attuale significato di disavanzo.

De gustibus non est disputandum
:
Non bisogna discutere sui gusti

Proverbio che si fa risalire agli scolastici del Medioevo. Non si tratta di una espressione aulica, ma è certamente tanto conosciuto ed usato che non si può non citare. Il fatto che ognuno abbia le proprie preferenze è ciò che rende il mondo diverso, interessante, stimolante. Di identico significato è il nostro proverbio: "non è bello ciò che è bello, ma ciò che piace"!.

De iure
:
Di diritto
Tutto ciò che si compie in forza di legge, basandoci cioè su quella che la legge ordina di fare. Ovviamente è l'opposto dell'espressione "de facto".

De lana caprina
:
Discutere della lana delle capre. (Orazio, Epist., I, 18, 15).

Il motto ricordato da Orazio invita a non dare importanza alle cose che non ne hanno. La lana delle capre infatti è universalmente riconosciuta di natura scadente e per il poeta risulta tempo perso discuterne. La frase si riferisce a questioni di poca o nessuna importanza, ad argomentazioni capziose quando, come si usa dire, si va cercando il pelo nell’uovo.
 
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Ultimo aggiornamento: 01.10.2015
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